Capitolo settimo

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È passato un mese da quando io e Luca abbiamo deciso di provare ad essere una coppia, se così possiamo definirci. Ora vivo qui a Milano, con lui. Non abbiamo ritenuto sensato affittare un appartamento dal momento che sto sempre da lui. Ci è voluto un po' per capire come coordinare il mio lavoro da qui, ma alla fine -insieme ad Amber e Colin- siamo riusciti a trovare una soluzione. I miei migliori amici gestiranno l'azienda direttamente da New York mai senza prima consultarmi, mentre io continuerò a disegnare e ad amministrare dall'Italia.

Per quanto riguarda me e Luca, Amber e Colin sono super contenti e mi hanno detto di vivermela a pieno senza risparmiare nemmeno un pezzo di me. E per una volta credo che abbiano ragione. Luca mi fa sentire viva, mi tratta da Dio e soprattutto mi considera una sua pari. Nonostante la differenza di età –perché tredici anni sono tanti- lui si sforza di non farmi sentire a disagio, anzi spesso credo che sia lui a sentirsi sbagliato. Io più volte ho provato a spiegargli che il fatto che sia più piccolo per me non è un problema, e che a dire il vero tutto ciò risulta essere più eccitante e stimolante; ogni giorno scopro un lato di lui che non conosco, mi sorprende sempre e mi offre punti di vista nuovi. Tra noi va tutto a gonfie vele, c'è quel giusto equilibrio tra gelosia e fiducia, tra romanticismo e passione, tra complicità e indipendenza. Potrà sembrare strano e impossibile che abbiamo i propri spazi dal momento che viviamo insieme, ma è proprio così: non stiamo insieme ventiquattro ore su ventiquattro. Io lavoro, esco spesso con la ragazza di Francesco e mi sono iscritta in palestra; d'altro canto Luca ogni giorno va in studio, esce quasi tutte le sere con gli amici e spesso torna a Salerno dalla sua famiglia. E credo che sia proprio questo ciò che ci rende così affiatati.

Purtroppo lui non è a conoscenza del 'patto' che ho fatto con me stessa. Quando ho accettato di rimanere qui ed essere la sua ragazza mi sono ripromessa che tutto durerà un solo anno, allo scadere dei trecentosessantacinque giorni io tornerò a Manhattan come se niente fosse mai successo. Lo devo fare per me e soprattutto per la mia carriera: non posso lasciare che nessuno mi intralci, nemmeno Luca. Ogni volta che penso a questa questione mi viene l'ansia, già sono affezionata a lui e credo che tra un anno la situazione peggiorerà, lasciarlo sarà devastante.

Sono qui nella camera degli ospiti che abbiamo trasformato nel mio studio a lavorare su dei bozzetti per la nuova collezione e intanto aspetto che Luca torni. Stamattina è andato in studio per lavorare con Ava ad una nuova canzone ed oggi pomeriggio andremo al Lago di Como per una fuga romantica per il nostro primo mese insieme. Mi sento una ragazzina a festeggiare il mesiversario, però è così che mi sento da quando sto con lui quindi perché no? Controllo l'ora sul grande orologio appeso al muro:  le quindici in punto. Lascio cadere la matita sul foglio e mi alzo dalla sedia in pelle nera, devo andare a prepararmi.

Mi fiondo sotto la doccia e inizio ad insaponarmi i capelli con in sottofondo 'It will rain' di Bruno Mars; amo questa canzone e ascoltarla mi fa sempre emozionare. Ad un certo punto sento il box doccia aprirsi e mi trovo davanti Luca. Nudo. Lo guardo alquanto confusa, mentre lui mi invita a fargli posto. Richiude subito l'anta e in men che non si dica inizia a baciarmi con foga; e poi non so, sarà la canzone, sarà che per me lui è bellissimo ma io non ci capisco più niente. Ricambio il suo bacio e cingo il suo collo con le braccia; lui mi afferra per i glutei e mi solleva facendo in modo che io mi aggrappi al suo ventre con le gambe. Si siede sulla panchina che c'è dentro alla doccia e con un colpo secco entra in me. Bruno Mars continua a cantare mentre la stanza si riempie dei nostri gemiti. In questo momento sento il cuore esplodermi, e non so se anche lui prova lo stesso ma quando arrivo all'apice grido un 'ti amo' che lo spiazza totalmente. . Lo vedo fare una faccia strana, indecifrabile e bruscamente mi solleva per evitare uno spiacevole inconveniente visto che questa volta il preservativo lo abbiamo scordato.

Io sono in piedi e lo guardo mentre se ne sta seduto con gli occhi chiusi e con le spalle poggiate al muro, che situazione di merda. Potevo tenere la bocca chiusa e limitarmi a qualche versetto?

"Dai Luca, lo sai che prima non intendevo davvero che ti amo, ero solo presa dal momento. Ora smettila di startene in silenzio facendomi sentire a disagio, che cazzo!" Riprendo a lavarmi in fretta dandogli le spalle.

Lo sento alzarsi e posizionarsi esattamente dietro di me; poggia la testa sulla mia spalla destra e mi abbraccia accarezzandomi la pelle scoperta.

"Il fatto è che credo di amarti anch'io Luli." Mi lascia un bacio delicato sul collo ed esce dalla doccia. Ma quali problemi ha? Mi ama anche lui, quindi prima mi fa sentire come una scema e poi se ne va? Veramente non lo capisco, vorrei rincorrerlo e chiedere spiegazioni ma non ho alcuna voglia di litigare e rovinare la nostra piccola gita. Lo lascio andare nell'altro bagno a farsi una doccia mentre io finisco la mia.

Ho messo dei pantaloni neri a zampa e un top con una sola manica color tortora anche se fa ancora abbastanza freddo, essendo ai primi di marzo; sopra metterò una pelliccia nera e finirò il look con un paio di scarpe col tacco nere in vernice e una pochette dello stesso materiale e colore. I capelli li ho piastrati e ho raccolto solo le due ciocche davanti, mentre ho optato per un make-up un po' drammatico. (molto da sera insomma)

Dopo aver messo lo stretto necessario per la notte fuori chiudo la valigia e mi dirigo in salotto dove trovo Luca ad aspettarmi. Indossa dei jeans neri molto stretti, un maglioncino a collo altro del medesimo colore e sopra una bomberino Moncler blu acceso. E' bellissimo, e poi adoro il fatto che nemmeno lui si sia vestito troppo elegante. Siamo fatti l'uno per l'altra.

Quando si accorge della mia presenza si alza dal divano e mi viene incontro prendendomi dalle mani il borsoncino.

"Luli, sei bellissima."

"Tu non sei da meno, davvero." Finisco la frase e lui poggia le sue labbra sulla mia fronte; questo piccolo gesto mi fa capire che il 'ti amo' che ho urlato prima non era dettato dal momento, perché io lo amo davvero.

Just one year of love|| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora