Gionata.
Non avevo mai amato eccessivamente conoscere le famiglie delle mie fidanzate, nessuna esclusa. Odiavo il loro sguardo su di me, giudicante, e le loro espressione di disappunto dipinta sul volto alla vista di tatuaggi, capelli tinti o per un semplice outfit stravagante.
Odiavo ancora di più dover fare scenate, sentirmi colpevole sotto gli occhi di tutti. Per l'occasione avevo preso una scatola di cioccolatini e mi ero diretto a casa di Sole, sperando che il cioccolato fosse un buon compromesso per parlare e chiarire.
Quando mi decisi a suonare al campanello, sbuffai. Assurdo come mi sentissi così a disagio a casa della mia fidanzata (o ex?) e non davanti al pubblico del Forum di Assago o di qualche discoteca più capiente in giro per Milano.Ad aprirmi venne quella che intuii fosse sua sorella, in arte @ilneodigionata. Esile e di piccola statura, non assomigliava per niente a Sole, esclusi forse i capelli biondi e gli occhi azzurri tendenti più al verde.
"Ciao, emh, Blanca?" Domandai, rimanendo sulla soglia della porta.
Lei mi guardò per qualche secondo, probabilmente emozionata dall'avere Sfera Ebbasta a mezzo metro di distanza.
Tuttavia mi lanciò uno sguardo ostile e acconsentì a farmi entrare in casa. Il loro labrador marrone obeso mi venne incontro, scodinzolando in un modo che sembrava muovesse tutta la parte posteriore del corpo. Solo in quel momento mi accorsi di un beat trap provenire da qualche parte della casa. Alle mie orecchie arrivò solo il giro kik e l'808, che confermavano esattamente la mia tesi, tuttavia non capii un accidente per quanto riguardava il testo. Non era italiano."Assurdo che sia venuto a farti le feste. Di solito non calcola nessuno." La biondina indicò il cane.
Mi astenni dal rispondere con qualche frase fatta dettata dal mio ego, come "é il fascino del trap king" o puttanate simili.
"Dove posso trovare tua sorella?"
Ogni volta che le rivolgevo parola, avevo constatato, sembrava sussultare. Forse era in imbarazzo.
"In camera sua. Immagino tu sappia dov'è."
Annuii e andai a bussare, aspettando qualche secondo prima di poter udire la sua voce.
"Blanca? Entra pure." Urlò la mia ragazza. La sua voce mi sembra normale, non rotta dal pianto. Tirai un sospiro di sollievo, forse i miei sensi di colpa avrebbero saltato il capolinea.
"Sono io." Risposi, entrando nella sua stanza. Mi stupii alla vista di tanti disegni appesi alle pareti e mi presi qualche secondo per contemplarli.
Il suo sguardo si fece freddo e distaccato, capii che non ero propriamente gradito."Gionata... Cosa vuoi?"
"Scusarmi. Sono stato un completo coglione. Non avrei dovuto dare ascolto ad altri...." Non trovai altre parole e mi incartai sul finale, perché concludere con e basta non mi sembrava il caso. Ero davvero a disagio.
"Ci sono rimasta davvero male, Gionata, il problema di base é che non dovevi dubitare di me. Se tu non ti fidi di me, non so come possa esistere una relazione, dato che la fiducia é la base di qualsiasi rapporto."
"Posso assicurarti che non accadrà di nuovo. Non posso pensare di non averti più nella mia vita."
Lei si alzò e si avvicinò a me, il suo viso mostrava un sorriso stanco.
"Per il momento vorrei passare un po' di tempo con la mia famiglia, dato che tra un po' i miei fratelli torneranno a studiare in Svizzera e non li rivedrò per un po'. Non ti sto lasciando, ti sto solo chiedendo un po' di tempo per pensare. Questo non significa che non dobbiamo scriverci o sentirci, i miei sentimenti sono ancora quelli di prima e difficilmente cambieranno. Ho solo bisogno di vedere se ne vale la pena."
L'avevo delusa, lo si leggeva dal suo sguardo. Il tono che aveva usato era stanco e quando concluse mi circondò la vita con le braccia. La strinsi a mia volta, annusando il profumo alle mandorle che lo shampoo le aveva lasciato ai capelli.
Le sue parole mi erano arrivate come uno schiaffo in pieno viso: fredde e potenti. Ero rimasto attonito per qualche secondo, prima di poter elaborare una risposta. Non l'avevo comunicata, però, perché ero convinto che fosse superflua.
Mi limitai ad abbracciarla, lasciando che tutta la sua stanchezza arrivasse a me."Ti ho portato questi." Le diedi la scatoletta e le si illuminò lo sguardo. Mi sorrise e mi ringraziò con un bacio sulla guancia, invitandomi ad assaggiare uno di quei cioccolatini.
Accettai l'offerta e rimasi una buona mezz'ora a chiacchierare con lei, cosa che comunque eravamo soliti fare e mi raccontò di qualche progetto a cui stava lavorando.
Mi mostrò il mio ritratto che non aveva mai voluto mostrarmi e rimasi abbagliato dalla sua abilità. Le mie competenze nel campo del disegno si limitavano a qualche cuore fatto male nei booklet dei miei cd ai firmacopie.Me ne andai via un'ora dopo e poco prima che uscissi dalla casa della famiglia Cruz Alvarez, Blanca mi fermò.
"Allora? Com'è andata?"
"Bene, credo. Mi sembra più tranquilla."
"Grazie per averlo fatto, davvero. Spero di rivederti in questi giorni."
Mi congedò dopo avermi chiesto una foto e offerto una sigaretta.
Forse la famiglia della mia fidanzata non era tanto male.Il ritratto che ho inserito sopra é di un artista che su Instagram si chiama @ catellomarroneart, perciò i crediti dell'immagine vanno a lui/lei.
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Changes || Sfera Ebbasta
Fanfiction"To the moon and back, remember?" » Saranno presenti capitoli a messaggi.