Capitolo II: flashback (parte 2)

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9 anni prima

Il giorno seguente, Michael si svegliò con gli occhi gonfi per i continui pianti della sera prima. "Non voglio venire con voi! Fatemi rimanere qui!" continuava a gridare contro i suoi genitori. Capiva gli sforzi che i suoi genitori avevano fatto per vivere senza avere uno stipendio fisso, ma non voleva allontanarsi da Elena. Le voleva bene ed era la sua migliore amica. Scese dal letto e si incamminò verso il bagno tirandosi su le maniche, pronto a sciacquarsi la faccia con l'acqua gelida per svegliarsi più velocemente. Era un bambino molto sveglio, intelligente e maturo per avere solo 10 anni. I genitori gli ripetevano sempre che non era come gli altri e che un giorno sarebbe diventato qualcuno. "Farai molta strada, tesoro mio" amava dirgli la mamma.  Scese al piano di sotto e andò a sedersi sullo sgabello vicino al bancone in cucina, e iniziò a mangiare la sua colazione che gli aveva preparato la madre, in assoluto silenzio. Facevano male le orecchie a sentire quell'assenza di voci e rumori. Dopo aver finito di mangiare, si lavò i denti e si vestì. Era sabato, quindi uscì di casa e andò dai Cabrens, i vicini. Bussò alla porta e immediatamente Elena la aprì. Un abbraccio per salutarsi e si ritrovò in un batter d'occhio in soggiorno, dove Sabrina stava cucendo un buco su una maglietta della bimba. "Buongiorno signora Cabrens" disse Michael, e lei gli rispose con il suo più dolce sorriso. "Cosa c'è che non va, tesoro?" le chiese la donna notando che il bimbo aveva un viso molto cupo. "Voi lo sapevate che ci trasferiamo a Milano?" domandò con gli occhi lucidi. "Oh...ehm...si, lo sapevamo, ma non volevamo dirvelo fino a quel giorno" rispose con calma, ma sicura della risposta. La bimba, Elena, era rimasta lì ad ascoltare e pensava stessero scherzando. Erano entrambi molto intelligenti e maturi per avere quell'età e quindi lei capì subito, ma fece finta di ridere sperando che si mettessero a ridere anche loro dicendo che era tutto uno scherzo. Sfortunatamente, non risero, anzi, Michael scoppiò di nuovo a piangere e Elena si aggiunse a lui. Sabrina lasciò ago e filo e andò ad abbracciarli dicendo che si sarebbe risolto tutto; sapeva che non sarebbe stato così. Le risuonavano nella testa le parole dei genitori del piccolo "Sarà difficile riuscire a rivedersi, dato la distanza". Era davvero dispiaciuta, ma non sapeva cosa fare. Disse ai bimbi di andare a lavarsi la faccia e di passare del tempo insieme perché la famiglia Walker, cioè Michael ed i suoi genitori, sarebbe dovuta partire verso le 19:00. Giocarono e fecero tutto quello che amavano fare insieme.

Arrivò l'ora di partire per i Walker ed i bambini si abbracciarono e iniziarono a piangere. Nel frattempo i genitori si stavano salutando promettendosi che avrebbero fatto di tutto per far rivedere i figli. Elena e Michael si salutarono col solito modo: un bacio sulla guancia e la promessa di rivedersi. Salirono in macchina e partirono. I bambini si guardavano e si salutavano con la mano. Entrambi sentivano la strana sensazione che qualcosa nelle loro vite era cambiato per sempre. La madre riportò in casa Elena che piangeva a dirotto e rimasero abbracciate per più di un'ora sul divano, per consolarsi a vicenda.

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