SHAMELESS pt.1

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Questa sveglia la odio, mi fa alzare sempre nervoso, per andare a scuola poi, che palle, fosse per me l'avrei già mollata, ma il mio miglior amico dice che dobbiamo finirla insieme così come l'abbiamo iniziata.
Scendo dal letto e vado a prepararmi un caffe, l'unica cosa che mi permette di avere la volontà di muovermi di casa, mentre il mio amico già è pronto per scuola, viviamo insieme da un paio di anni ormai, mio padre è un alcolizzato fallito, mia madre è scappata via quando avevo sette anni, da bambino ho vissuto con i miei nonni, ma appena a 15 anni ho raccolto i soldi per permettermi un appartamento me ne sono andato, non volevo essere un peso.
Con me vive un ragazzo che conosco da sempre praticamente è scappato di casa perché il compagno della madre lo riempiva di botte e ora viviamo insieme da 3 anni.

Entriamo a scuola, qui ho il rispetto di tutti, sono il più popolare della scuola, ad essere sinceri il rispetto qui me lo sono guadagnato, non negherò di essere uno stronzo, quando passo per i corridoi tutti hanno paura, so come farmi rispettare, qui mi chiamano il capobranco, anche se in realtà sono uno molto solitario, ho un unico amico che mi sopporta da quando abbiamo 6 anni, adesso ne abbiamo 17 e lui è ancora al mio fianco, fedele come nessuno lo è mai stato nei miei confronti.

Della scuola non mi frega assolutamente nulla, la trovo una perdita di tempo dove vieni solo per studiare cazzate, perché la scuola vera quella la impari per strada da solo, che cazzo me ne faccio delle frazioni e del latino per i problemi quelli della vita reale? Assolutamente un cazzo.

"Ao sta arrivando il moccioso del primo anno"

Ah già dimenticavo noi siamo al quarto anno, e quello che si sta avvicinando a noi è un ragazzetto del primo anno a cui ho chiesto di essere i miei occhi e le mie orecchie quando non sono a scuola, è del primo anno passa inosservato nessuno lo calcola nei corridoi, fa comodo ma s'accolla un po' troppo, come le piskelle, me ne scopo una diversa a sera perché con la reputazione da bad boy che ho sono loro a cercare me, tutte le ragazze di questa scuola mi sbavano dietro, peccato che me le scopo solo per svuotarmi le palle e senza sentimenti, sono gay ma non è necessario che a scuola lo sappiano, anzi non è necessario che lo sappia qualcuno ecco.

"Che cosa vuoi Ace, ti ho detto già che non mi devi rompere le palle a ogni ora del giorno"

"Scusami, e che sono qui per informarti. Su quello che mi hai chiesto di tenere d'occhio"

"Tancredi vai ti aspetto in classe, cerca di non entrare in ritardo"

"Sisi Gian non rompere le palle"

Afferro il mocciosetto con una mano dietro al collo e me lo trascinò dietro fino al bagno, ce lo spingo dentro e chiudo la porta, per evitare che qualcuno entri a rompere i coglioni.

"Senti moccioso non ho tutto il giorno, spero per te sia importante"

"Mattia del quinto anno ha preso di mira il ragazzetto biondo che sta in classe tua, appena è entrato stamattina gli ha rubato i soldi e il pranzo, lo ha picchiato anche"

"Ci penso io, adesso sparisci"

Ace scappa via da me spaventato, odio far paura alle persone ma è l'unico modo per essere rispettati qui, in questa scuola che è una feccia, siamo la scuola più odiata di Roma, qua ci sono tutte persone poco raccomandabili, veniamo tutti da situazioni familiari complicate e da quartieri malfamati, quindi o ti fai rispettare o ti fai ammazzare di botte.

Salgo al piano di sopra dove ci sono le classi quinte, apro la classe di quel Mattia e senza nemmeno degnare il professore di un saluto lo trascino fuori dalla classe prendendo anche il suo zaino.

"Galli la smetta immediatamente o la mando dal preside che modi sono"

Figurati se mi frega di quello che dice quel pallone gonfiato del professore, ormai il preside è rassegnato con me, nemmeno mi da più punizioni tanto non funzionano.
Sbatto Mattia con la faccia contro l'armadietto.

•Os Tankele•✨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora