Complicatamente James

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Ted premette il volto sul cuscino, respirando profondamente contro esso. Quando sentì un braccio avvolgere il suo addome e le labbra calde di qualcuno posarsi sulla pelle scoperta della sua schiena.

Il ragazzo più grande strinse il cuscino e continuò ad osservare la luce della luna sul pavimento nero.
"Che ora è?" mormorò il moro, con voce bassa e roca, dovuta alla dormita.

"Jam dormi, è presto" consigliò il più grande, facendo aderire la guancia alla federa chiara.

James si sollevò con il busto e fece scricchiolare le ossa del collo muovendolo a destra e sinistra, poi si mise in piedi e si appoggiò contro la finestra, scaldando la punta della sigaretta con l'accendino. "Non hai risposto alla mia domanda" disse, parlando con il filtro fra le labbra estraendo una boccata di fumo.

Ted fece la stessa cosa, iniziandosi a vestire. "Le quattro" mormorò, infilandosi i pantaloni.

James corrucciò la fronte. "Tu perché non dormi alle quattro di notte?"

Il più grande gli lanciò il telefono e James lo sbloccò, leggendo il messaggio."Ma non mi dire.. non aveva nessun altro a cui rompere, mio padre?"

Ted abbottonò la camicia. "È il mio lavoro, James"

Il riccio diede gli ultimi tiri alla sigaretta e con un movimento del braccio la gettò fuori dalla finestra, ritornando a sprofondare nel letto. "Posso rimanere qui a pranzo?"

Il più grande annuì. "Certo, basta che cucini tu" disse, aprendosi nel primo sorriso della giornata.

James scosse la testa, ridendo. Dato che per gli ultimi quattro giorni era toccato cucinare sempre a lui. "Sì, ok"

Il più grande lo esamino per una quindicina di secondi, poi scosse la testa. Lui e James avevano sempre avuto un rapporto fraterno, carico di un prepotente affetto, ma da un anno a quella parte, dal matrimonio di George Weasley e dalla rottura con Victoire, avevano iniziato ad avere anche trasporti fisici.

Ted sin da quando erano piccoli, aveva sempre provato attrazione fisica e mentale nei confronti di James, considerandola pura e innocua. Ma quando per la prima volta si trovò a sentir il suo corpo rispondere al tocco del riccio o a svegliarsi alla vista di qualche lembo di pelle nuda, capì che era ben altro che innocua.

Sospirò, prendendo il suo cappotto dal tavolino di fronte al letto. Avrebbe tanto voluto amarlo e viverlo come si deve, ma non poteva.

Harry non l'avrebbe accettato. E lui doveva tutto ad Harry. Ma anche perché James era troppo evasivo e indipendente, per avere un rapporto serio.

"Comportati bene, ricciolo" disse Ted, dandogli uno schiaffo sulla coscia prima di uscire dalla camera da letto e teletrasportarsi al Ministero.

Quando rientrò, la mattina verso le undici, non ebbe tempo di togliersi le scarpe che si precipitò sul divano accanto all'ingresso esausto. Subito sentì il calore provenire dai cuscini e dal fodero in plaid e chiuse gli occhi, beandosi di un po' di silenzio.

"Sai, di solito, si da voce quando si arriva" sentì dire dal primogenito dei Potter che sbucò dal bagno con l'accappatoio nero legato in vita.

"Non ce l'ho fatta" disse Ted, sprofondando con la testa dato che il riccio per dispetto gli aveva tolto il cuscino.

James si sedette accanto a lui, mettendo le mani a forma di cupola per accendersi una sigaretta e Ted approfittò per distendere le gambe su di lui.

Il riccio iniziò a far passare le dita sul tessuto dei pantaloni, facendole fare avanti e indietro, oppure facendo movimenti circolari. "Dopo devi tornare?"

"Sì" borbottò Ted aprendo un occhio color miele, che nel frattempo era diventato lucido e socchiuso a causa della sonnolenza. "Alle tre di pomeriggio"

"Quando è pronto ti chiamo, riposati" gli garantì Potter, prendendo il suo cellulare, ma Ted tirò la sua mano sinistra con presunzione, riposizionandola sulle sue gambe.

"Non smettere, James" disse, girandosi di lato e mettendosi comodo per godersi i grattini del riccio.

2/1

Se la solitudine a molti porta tranquillità, a Ted portava tanti tanti pensieri. Perché durante la giornata aveva ben pochi momenti per rimanere da solo con la sua testa che lo tratassava, dato che ben o male, era sempre impegnato con il lavoro e riusciva sempre a sfuggirle.

Sbuffò, strofinandosi il viso e rigirandosi nel letto vuoto. Toccò con la guancia il cuscino che fino a quella mattina era stato usato da James e respirò sfacciatamente l'impronta che il riccio aveva lasciato di sé.

Se Ted avesse sentito l'Amortensia senza ombra di dubbio ci avrebbe trovato il cioccolato bianco, il pellame nuovo e lo shampoo alla vaniglia, tutto ciò che riguardava James.

Provò a chiudere gli occhi per riposare almeno un po', ma sentì un rumore alla finestra che glieli fece subito aprire.

Sorpreso e disorientato si avvicinò ad essa, spostando le tende e appena vide dei riccioli mori ne riconobbe subito il proprietario, facendo cenno al ragazzo di andare sul retro.

"James" lo accolse, aprendogli la porta.

James avevo uno dei suoi sguardi più duri, sinonimo di una lite appena terminata. "Posso restare per un'altra notte?" chiese con tono freddo.

Ted sorrise al ragazzo, che in quel momento aveva solo bisogno di un po' di calore. "Non sono domande queste.. certo che puoi" disse, togliendogli la sciarpa verde scuro che, per certo, gli aveva confezionato Nonna Molly.

"Ti devo tanto, Ted. Grazie"

Il più grande scosse la testa, vedendo il suo riccio rilassare le spalle e la mascella. "Preparo qualcosa di caldo, così mi dici che è successo, okay?"


Nuova Jeddy, nuovi drammi d'amore.
Fatemi sapere che ne pensate con un commentino.
Baci,
anhxdes. 🖤

I'm yours; Ted+JamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora