Il divino festival culturale di Castorano

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«Io vi dichiaro marito e moglie! Può baciare la sposa!»

Invisibile tra gli scranni della chiesa di Santa Maria della Visitazione, Sanco è costretto ad ammettere che quel matrimonio l'ha mandato in estasi come una droga degli umani. Dopotutto è il dio dei giuramenti: tanto più essi sono pronunciati con fede convinta, tanto più lui ne ricava nutrimento. I matrimoni sono un vero e proprio banchetto per lui, con tutte le promesse, lo scambio degli anelli, i testimoni... Certo, non è come quando gli umani lo chiamavano a testimoniare la buona fede di un patto, ma quei tempi sono andati da un pezzo. Nel 2021, le divinità minori devono arrangiarsi per sopravvivere.
Sanco non può neanche lamentarsi più di tanto: il suo santuario è rimasto un luogo di fede — cristiana, ma tant'è — e quel sentimento così dolce ricade anche un po' su di lui che non è il diretto venerato.

Un plateale singhiozzo alle sue spalle lo distoglie dai freschi sposini in procinto di lasciare la chiesa: Mercurio, silenzioso come i ladri di cui è il patrono, si è intrufolato tra gli invitati e ora lo sta guardando con un'espressione fintamente commossa.
A Sanco Mercurio è sempre stato un po' sulle balle. In parte è colpa della loro indole: uno è un dio responsabile, dignitoso, austero e l'altro... Beh, l'altro è il dio dei ladri e dei burloni, per il sacro Stige!
Ma in parte — Sanco detesta ammetterlo — ciò che prova di fronte alla faccia da schiaffi di Mercurio è pura e semplice invidia. Mercurio è un pezzo grosso, un dio che ha i piedi in almeno sette pantheon diversi e che, come tutte le divinità venerate da più popoli, può cambiare il proprio aspetto in base al luogo in cui si trova; anche ora dai suoi lobi pendono due graziosi orecchini di bronzo a forma di anatra, a rimarcare il fatto che un tempo i Piceni lo veneravano come dio psicopompo.

«Uè zì, bella! Allora è vero che bazzichi ancora da queste parti, eh?»

"E dove vuoi che vada!" pensa il dio dei giuramenti, inviperito. Come tutti gli dèi minori, è confinato nei luoghi in cui è nato e in cui si conserva ancora un vago eco della sua passata gloria.

«Oh, sono contento di averti trovato! Senti, c'è stato un problemino ai piani alti, relativo alla tua... Come posso dire... Improduttività negli ultimi due millenni, ecco. Diciamo che la direzione ha deciso di fare qualche taglio... C'è la crisi, sai, non ci stanno più i fondi per mantenere tutti... E insomma, vogliono revocarti lo status di divinità!»

«Ma come!» boccheggia Sanco. «Perché?»

«Eh, perché, perché... I numeri, vecchio mio, tu non hai più i numeri di una volta. Noi investiamo su di te, sulla tua reputazione, sui sacrifici che fatturi... Ma così sei solo una perdita per il pantheon, capisci? Non rendi e non sei neanche più un trend da un bel pezzo, quindi...»

«Che fato crudele! Dopo tanti anni di onorato servizio!»

«Ecco, appunto, zì, noi tutti ci stavamo dicendo: ma perché il vecchio Sanco non se ne va in pensione? Ti ritiri in qualche locus amoenus, tipo Ogigia — ho sentito che quest'anno va tantissimo come meta delle vacanze — e te la spassi... Perché non porti con te anche tua nipote, com'è che si chiama... Quella caruccia e super scialla...»

«Vacuna» borbotta Sanco, alzando gli occhi al cielo. Vacuna, antica dea del riposo, in tempi recenti si è data alla pazza gioia insieme a quella squinternata della sua amica Pollon, trascurando del tutto i suoi doveri divini. Sanco non si capacita di come una creatura sangue del suo sangue sia uscita fuori così— tutta colpa della ninfa con cui suo figlio Sabo si è accoppiato, di certo.

«Proprio quella, bravo! Dai, zì, e fallo un sorriso a Mercurio tuo! Sempre così serio, oh... Non è mica la fine del mondo, guarda che i duemila sono i nuovi venti! Sarà una pacchia!»

«Io detesto la pacchia!» protesta Sanco, ma Mercurio è già svanito nel nulla. Però... A pensarci su, il dio buffone gli ha messo in testa un'idea che potrebbe anche funzionare. E allora Mercurio e tutti gli altri dei maggiori sarebbero costretti a ridargli il suo comodo status di divinità.

"A mali estremi..." sospira Sanco, tirando fuori il cellulare che Sabo ha insistito per comprargli.

«Vacuna, c'è Pollon lì con te? Ho bisogno del vostro aiuto.»

«Allora, che te ne pare?»

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«Allora, che te ne pare?»

Sanco non può fare a meno di gongolare davanti all'espressione esterrefatta di Mercurio: nessuno fa caso a loro, nella folla che sembra inghiottire le stradine del centro di Castorano. Dal tavolino del bar a cui sono seduti è addirittura impossibile vedere gli artefatti archeologici che sono stati messi in bella mostra nella piazzetta per il festival dedicato interamente a Sanco.

«E gli umani hanno fatto tutto da soli?» chiede Mercurio, socchiudendo gli occhi verdi.

«Certamente! È proprio da loro entusiasmarsi per due vecchie pietre, metter su una mostra a cielo aperto come massima espressione di divertimento e iniziare a recitare antiche formule di giuramenti a destra e a manca, no? E poi, secondo te io, dio della giustizia e dei giuramenti, personificazione dell'onestà... Alla mia età mi metto a rincorrere gli umani per farmi venerare?»

Mercurio non trova di che controbattere: il suo intuito gli suggerisce che una volta tanto è stato gabbato, ma si parla di Sanco... Il vecchio, integerrimo, irreprensibile Sanco...
Lascia vagare lo sguardo fino a soffermarsi su due adolescenti che distribuiscono pamphlet sulla storia delle divinità italiche a chiunque si avvicini troppo al loro stand.
«Ehi, ma quella non è mica Pollon?»

«Pollon, figlia d'Apollo? E poi sarei io il vecchio rimbambito! Pollon! Al festival culturale di Castorano! E magari mi vieni pure a dire che quell'altra ragazzina è mia nipote Vacuna, eh? Mangiati 'ste quattro olive fritte dell'aperitivo che è meglio, va'!»
Mercurio obbedisce con poca convinzione e Sanco sogghigna.
«Ti vedo stressato, sai? Perché non ti prendi una vacanza? Ho sentito che Ogigia quest'anno va per la maggiore...»

999 parole

Piccoli paesi = "piccole" divinità 😂
E questa volta ho davvero giocato in casa (anche se nella foto di Castorano che ho messo come divisore casa mia non si vede 😢😝).

Qualche precisazione è doverosa:

• Sanco è un dio osco-umbro-Sabino, quindi non è esclusivo dei Piceni, ma è da quando ho scoperto della sua esistenza che volevo inserirlo in qualche storia e quindi eccolo qua! Stessa cosa per Vacuna, dea del riposo dopo il lavoro (nei campi).
Fun fact: è dal nome Sanco che deriva il verbo "sancire" ☺️

• Nelle tombe picene sono stati ritrovati molte statuette e gioielli a forma di anatra: avevano una funzione apotropaica e si pensa rappresentassero l'anima del defunto, perciò ho voluto associarle al Mercurio "piceno" (presso i Greci e i Romani questo dio aveva anche il compito di accompagnare gli spiriti dei morti nell'oltretomba).

Spero che la Pollon adolescente (ehi, il cartone è dell'82!) vi sia piaciuta anche se è rimasta sullo sfondo. Ah, e mi sono ricordata all'ultimo secondo del piatto tipico da inserire, fortuna che le olive fritte stanno bene dappertutto! 😂🙈

Enjoy ❤️

Crilu

magicartist2018

Of the souls we leave behindDove le storie prendono vita. Scoprilo ora