3. Qual'è il tuo nome?

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Kenma

Sta mattina avrei preferito non alzarmi, la testa mi scoppiava e le orecchie ancora fischiavano nonostante io non abbia bevuto alcol

Dannato mandarino, Sa quanto detesti la musica alta e mi ha tenuto lá dentro per ore. Almeno lui è riuscito a rimorchiare Kageyama e per rimorchiare intendo farlo ubriacare fino al vomito in modo da riuscire a scambiarci qualche battutina. In effetti starà messo sicuramente peggio di me dato che ieri diceva di essere cosí sobrio che non riusciva nemmeno a pronunciare le parole che gli venivano in mente

Ora che ci penso gli farò uno squillo per sentire cosa gli passa per quella mente bacata ma soprattutto se si è ripreso

Sono già diversi minuti che provo a chiamarlo, sicuramente starà ancora dormendo o in condizioni pessime per rispondere ma, proprio mentre stavo per attaccare una voce squillante risponde

-KENMAAA-

-Oi Hinata, sei ancora sotto effetto degli alcolici per caso?-

-Ah ah come sei divertente, comunque non hai tutti i torti, mi scoppia la testa ma non avevo tempo per restare a letto un altro solo minuto, è già mezzogiorno e il centro è lontano-

Centro? Che doveva fare in centro, me lo avrà detto ieri quando siamo tornati? Non mi ricordo niente, avevo la testa riempita dai bassi del locale e da...quel ragazzo

Qual'era il suo nome? Questa volta non credo sia colpa della mia memoria, non me lo ha proprio detto e io non gli ho detto il mio

Però mi ricordo benissimo com'era, l'ho scannerizzato da testa a piedi e stampato nel mio cervello. Era sicuramente più alto di me, non era un mingherlino anzi aveva una corporatura massiccia e i pettorali che gli si intravedevano dalla camicia, moro e occhi scuri tanto profondi ed espressivi come quelli di un gatto. Sicuramente avrà tante ragazze ai piedi...

-kenma, sei morto?-

-Nono eccomi, mi ero perso un attimo nei miei pensieri. Scusa ma che devi fare in centro? Me lo hai detto ieri per caso? Scusami avevo la mente...occupata da altri pensieri-

-Eheheh lo sapevo-

-cosa sapevi idiota?-

-ma come cosa, ti ho visto come lo guardavi non fare il Santo-

Cazzo...

-Ah ma il ragazzo del locale dici? Ma dai era solo qualcuno con cui ho scambiato due chiacchiere mentre tu eri ad ubriacarti-

- ma perché dev'essere sempre colpa mia, comunque ora ti saluto che devo andare, per tua informazione sto andando ad un appuntamento con Kageyama-

- giusto ora ricordo ma... Hinata doveva solo ridarti la giacca non è un appuntamento-

-E STAI UN PO MUTO, FAMMICI CREDERE ALMENO-

- va bene va bene non ti arrabbiare mandarino-

- E NON CHIAMARMI MANDARINO-

- Va bene mandarino però ricordati che tra un mese è il mi...-

Mio compleanno... Non ci credo mi ha attaccato il telefono in faccia

Guardo il calendario e vedo che in realtà è meno di un mese ma quasi 2 settimane, spero che quell' idiota se ne ricordi... Mi è rimasto solo lui

Oggi credo di saltare la colazione, non ho fame ultimamente quindi mi metto una maglietta e vado a fare due passi al parco... Magari mi tolgo quel ragazzo dalla testa

Decido di sedermi in una panchina in mezzo al verde e alzarmi il cappuccio per il vento che tirava, stava arrivando l'autunno. Accanto a me c'è un altro ragazzo moro con gli auricolari che sembra anche lui poco socievole. Mentre cerco di liberare la mente, due voci litiganti mi ronzano nell' orecchio, sparlottavano del ragazzo che mi affiancava credo, anche se una delle due era familiare

Dopo poco uno dei due si presenta al moro

-Bokuto-san!-

Esclamò il ragazzo con le cuffiette accennando un sorriso

Li guardai per qualche istante e poi decisi di lasciarli soli andandomene a casa. Mi alzai dalla panchina e il vento mi tolse il cappuccio della felpa facendomi passare la brezza calda tra i capelli che mi lasciò un brivido lungo la schiena

Mentre percorrevo la strada di casa sentii dei passi dietro di me e sentivo uno sguardo bruciarmi sulle spalle, pensando subito male iniziai a camminare più veloce riuscendomi a togliere il moro dalla testa. Quando il mio passo accelerò la sentii...

-hey aspetta-

...quella voce

Mi girai di botto, era lui, era veramente lui

- uhm...scusami non volevo spaventarti, ti ricordi di me?-

calò il silenzio per qualche minuto

Avrei voluto dirgli tante, troppe cose ma queste erano le uniche parole che mi uscirono di bocca

-Qual'è il tuo nome?-

Uniti dal destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora