Capitolo 3 - L'Escape Room

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Erano le 16:28, stavo aspettando Noah, pronta. Tutto in silenzio, ma poi sentii suonare il campanello, aprii: era Noah, che mi disse: -Sei pronta?- Io risposi:-Sì! Andiamo?- -Andiamo- Mi fece, dolce. Partimmo verso l'Escape Room, parlammo della scuola, della valanga dei compiti che ci erano stati assegnati per Lunedì, della vecchia collezione di carte che aveva Noah a 10 anni e che conservava ancora (lo presi in giro almeno per metà viaggio dopo questo), poi dirottammo su i cartoni che guardavamo da bambini, infine arrivammo in perfetto orario all'Escape Room. -Dai vieni qui che facciamo una foto davanti all'insegna- Dissi a Noah, che si avvicinò e mi mise il braccio intorno alle spalle, presi il telefono e aprii la fotocamera, feci in modo che l'insegna fosse ben inquadrata e... arrivò un ragazzo, coi capelli marroni scompigliati, il viso ben squadrato e una fossetta sul lato destro della bocca: era Kevin.
Il suo sorriso svanì con la sua fossetta, ma apparvero rabbia e delusione nei suoi occhi. -Quindi ti diverti! Eh? A prendermi in giro!- Urlò, infuriato come non l'avevo mai visto. -Cosa? Ma chi ti ha preso in giro? Eh?- Risposi io confusa, lui sbottò subito:-Mi hai invitato per farmi rosicare davanti a questo stronzo?- Si mise di mezzo Noah:-Basta! Non c'è la faccio più: tu!- , si rivolse a Kevin, -Sei una palla al piede! Non so cosa ci veda in te Cinthya! Smettila di tormentarla! Se non riesci ad accettare che IO sono il suo ragazzo ti conviene farti da parte! Se non riesci ad accettare che IO sono qui con lei e non con te, SPARISCI!- Kevin era livido in volto, tremante di rabbia e rispose:-Mi ha invitato lei! Credevo che sarebbe stata una buona occasione per dirle che la amo! E che si merita MOLTO, MOLTO, MOLTO PIÙ DI UNO COME TE!- Rimasi sconvolta, il mio cuore batteva forte, mi girava la testa, tutto sembrava diventare più piccolo e caddi a terra svenuta. Quando mi risvegliai io, Noah e Kevin eravamo legati a delle sedie, mi prese il panico:-C-c-osa succede? Dove siamo?- Sembravano entrambe spaventati, quanto me. -Siamo nell'Escape Room- Disse Kevin. Noah urlò improvvisamente:-Per colpa tua, BASTARDO!- Kevin si rifece:-Ah! Colpa mia io volevo aiutare la tua adorata fidanzatina!- Noah era più furioso di prima e cercò con tutte le sue forze di liberarsi, sembrava che volesse polverizzare Kevin. -COSA SUCCEDE? COSA È SUCCESSO? PERCHÉ SIAMO QUI?- Kevin rispose, sempre livido in volto:-Tu sei svenuta, il tuo bel fusto di fidanzato è stato a guardarti, immobile, e io ti ho portata dentro l'Escape Room chiedendo aiuto, lui mi ha seguito handicappatamente, come se non gli riguardasse, e appena entrati due psicopatici malati ci hanno legati alle sedie e ci hanno preso le borse coi telefoni! Contenta?- Mi calmai, ero sicura che facesse parte del gioco. Le manette delle sedie si aprirono e mi alzai un po' fragile. Anche i due incavolati neri si alzarono e subito andarono l'uno contro l'altro desiderosi di fare a botte, io mi misi in mezzo e urlai infuriata come loro due messi insieme:-Continuiamo a cercare di ucciderci o finiamo questo stupido gioco e usciamo da qui?- Senza preavviso si bloccarono tutti e due, come trattenuti da una forza magnetica. Risposero insieme guardandomi:-Lo faccio solo per te!- Poi Noah completò:-Appena usciamo da qui lo faccio fuori!- Kevin aveva la stessa espressione da quando eravamo nella stanza: livida e oscura, attese un'attimo e disse rocamente:-"Gioco"? "Gioco"? SEI MAI STATA IN UN "GIOCO" IN CUI TI CHIUDEVANO A FORZA IN UNA STANZA?- In quel momento crollai: mi misi a piangere afflosciata a terra, singhiozzando disperata al punto di esaurimento:-Usc... uscia... mo... uh... da qui... qual... sia-si... c-cos...a sia!- Stetti a piangere qualche minuto, mentre Noah e Kevin si fissavano in cagnesco, poi realizzai la situazione, mi asciugai le lacrime e mi rimisi in piedi, esaminai la stanza: era rossa, per terra nei muri, senza nessun arredamento, solo le tre sedie con manette buttate a terra: un vicolo cieco. Poi, improvvisamente apparve qualcosa, quasi trainata da sola. Una specie di fuso, ma senza l'arcolaio, al suo posto uno schermo strano, iniziò a flipparsi, ma poi apparve una scritta: "Infilzati il dito". Kevin commentò con la voce più roca di prima:-Stiamo passando da un Horror a "La Bella Addormentata"!- Io non ero più tanto convinta che fosse un gioco comune. Mi avvicinai cautamente misi il dito sulla punta dell'ago. In quel momento sentii il dolore più profondo mai provato: mi sembrava che il sangue si stesse gelando nelle vene e il piccolo dolore di una puntura penetrò sino alla spalla bruciando con crudeltà, non riuscivo a urlare o a manifestare dolore in qualsiasi altro modo: ero obbligata a soffrire in silenzio, per quei pochi istanti desiderai anche morire in silenzio. Poi finì, con la stessa durata della puntura, vidi il mio sangue scorrere dentro l'ago e collegarsi allo schermo, esso diventò rosso e apparve una mia foto, ma ciò che mi spaventò era ben altro: c'erano tutte le informazioni possibili su di me:
Cinthya Eyeword
16 anni
Alunna della Philadelphia Wolf High School
Residente numero 27 in Strada E. Cayuga a Filadelfia, Pennsylvania
Come poteva essere possibile? Io avevo appena toccato un ago che, dopo avermi fatto provare un dolore immenso prelevandomi sangue, mi aveva fornito tutte le informazioni su di me? Impossibile! No, qualcosa non tornava! Dove aveva preso quelle cose? Da Instagram? Ma non avevo messo tutte quella roba! Poi scrutai meglio le parole del computer: sotto la mia foto c'era scritto in minuscolo:
Giocatore 1
"Giocatore 1"? Ero lì, in trappola, costretta a giocare come "Giocatore 1"? Stavo per svenire di nuovo e iniziai a pensare che non era più un gioco, ma una specie di camera di torture sotto forma di Escape Room.
Stettimo lì a fissarci, sospettando gli uni degli altri, nessuno sapeva di preciso per cosa. Ad un certo punto Noah ruppe il sinistro silenzio nell'aria:-Se Cinthya si è punta ed è entrata in gioco, lo faccio anche io-. Si avvicinò anche lui verso l'ago, poggiò piano il dito, ma non ebbe scampo alla sofferenza per quanto delicato fosse stato. Vidi nel suo volto le mie stesse emozioni: dolore e impedimento. Il suo sangue percorse l'ago fino allo schermo, che ridiventò rosso e mostrò le informazioni su di lui, distinsi anche sta volta la scritta:
Giocatore 2
Anche lui era in gioco. Poi fu il turno di Kevin: puntura mostruosamente dolorosa che preleva sangue, sangue che viene trasportato giù nell'ago, schermo rosso e poi informazioni. Ecco l'ultimo giocatore:
Giocatore 3
Ma apparve un'altra cosa sta volta: un grosso tasto rosso che diceva "Inizia".
Mi avvicinai allo schermo, mi voltai verso Kevin, e poi verso Noah, loro fecero cenno di sì con la testa, poi Noah aggiunse furente:-Meglio che ci sbrighiamo, capito Smith? Perché è colpa tua se siamo qui!- Kevin diede una risposta breve e incisiva, ignorando l'ultima frase:-Capito, Cooper-. Cliccai il tasto "Inizia", con la mano che tremava. Si aprì una porta e appena passammo si richiuse, così ci trovammo nella seconda stanza.

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