Speranza

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Sizhui correva a perdifiato. Aveva il corpo che gli doleva, così come il braccio rotto, ma riusciva benissimo a correre e a saltare con la sua solita agilità. La preoccupazione per i compagni era tale che quasi non sentiva nemmeno il dolore. Nella sua testa erano molte le domande che si stava facendo, una sopra le altre: quel segno sui corpi di Jin Ling e Jingyi e sul terreno ... gli era familiare.

Quel cerchio rosso disegnato in quello strano modo gli era familiare ... ma più cercava di capire perché e più non capiva. Anzi, sembrava davvero non ricordare, era quella la sensazione che aveva. Dove lo aveva già visto?

Quando arrivò sul luogo dove avevano combattuto, come previsto, c'era Lan Xichen. Il fioco sole del giorno lo illuminava in toto, donandogli un'aura candida che gli si posava tutta attorno, leggera come neve. Il suo volto gentile e sereno era leggermente rabbuiato mentre stava osservando il terreno da vicino, accovacciato tra l'erba che pareva bruciata.

«Zewu- Jun!», gridò Sizhui alzando il braccio buono in segno di saluto.

Xichen si sollevò lentamente, stupito di vedere arrivare il ragazzino di corsa.

«Sizhui ... che cosa ti è successo al braccio? Raccontami tutto... .».

E così fece il ragazzo. Spiegò tutto per filo e per segno al giovane di giada, mentre un vento gelido e sinistro si alzava lentamente, portando da lontano odori che Sizhui pareva conoscere.

«Questo ... è certamente un incantesimo demoniaco ... .», sussurrò Lan Xichen guardandosi attorno con aria accigliata «Hai detto che quei due cadaveri ambulanti non sono stati sconfitti facilmente, giusto? Abbiamo scoperto una cosa controllando i loro resti: sotto la massa informe di capelli, dietro la nuca, avevano inciso sulla pelle lo stesso segno che mi hai descritto.», disse cupo.

Sizhui trasalì.

«Vuoi dire che è lo stesso che ora hanno addosso Jin Ling e Jingyi?!».

«Molto probabile.», rispose il giovane.

«Che cosa facciamo, allora?», domandò Sizhui, ansioso.

«Andiamo all'Approdo. Riferirò tutto a mio fratello. Ho ... un sospetto.».

«Un sospetto?», domandò Sizhui.

Ma Lan Xichen non rispose. Quel vento lontano gli riportava alla memoria dei dolorosi ricordi di un passato che tutti volevano dimenticare.

Intanto all'Approdo Lan Zhan fissava il vuoto davanti a sé. Aveva di nuovo osservato a lungo il marchio che aveva sul corpo Jingyi. Guardandolo meglio da vicino gli sembrava di averlo già visto. Qualcosa dentro di sé fece un gran rumore, come se una intera montagna si stesse sgretolando, come se il suo cuore stesso si stesse sgretolando. La sua testa rievocava ricordi dolorosi quanto una spada conficcata nel petto.

Passò una mano sul viso pallido e sudato di Jingyi. Non voleva ammetterlo, ma si sentiva allo stesso tempo spaventato e pieno di speranza.

Ma aveva imparato che la speranza è un sentimento che fa così male quando viene a morire. Avrebbe dovuto smettere di affidarsi alla speranza. Però ... quel segno, quell'incantesimo, quel marchio forse ... forse era davvero ... .

Sizhui entrò con foga e col fiatone annunciandosi e annunciando Lan Xichen. Il ragazzino crollò a terra, il volto pallido, la testa che gli vorticava.

Lan Zhan si precipitò da lui, così come Jiang Cheng, che non si era allontanato nemmeno per un istante da Jin Ling, che veniva comunque coccolato dalla fedele Fata.

«Fratello.», gli disse Lan Zhan quando lo vide, mentre aiutava Sizhui a rialzarsi.

«Devo parlarti. A proposito di quel segno. Sizhui mi ha raccontato tutto e ... .».

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