Salvataggio

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Quando Fata si arrestò capì che era arrivato. E non solo dal fatto che il cane si era fermato: davanti a sé lo scenario lì per lì lo spiazzò. Le corde di Guqin suonavano, Lan Zhan, poggiato con una leggerezza inumana sul ramo di un albero sopra il cerchio rosso, suonava il suo strumento. I due cadaveri sembravano essersi sensibilmente rallentati, ma non per quello smettevano di provare ad attaccare chi si trovava dentro al cerchio.

«Non possiamo uscire da qui! Non ci riusciamo, c'è qualche incantesimo strano che si è attivato non appena abbiamo messo piede sul cerchio fatto di sangue!», gridò Sizhui, stringendosi il braccio spezzato.

Si abbassò per vedere come stesse Jin Ling, ma il ragazzo aveva gli occhi spalancati, accesi di una nuova luce, anche se il suo corpo gridava di dolore.

«Zio ... !», provò a dire, ma dalla sua gola uscì solo un rantolo strano.

Jiang Cheng si morse un labbro. Estrasse Zidian, la strinse fino a farsi diventare le nocche pallide e scoccò una violenta frustata verso i due cadaveri. Il colpo schioccò così forte da far tremare il terreno sotto i piedi di tutti. Lì per lì il colpo sembrò andare a vuoto, non colpì i due cadaveri, ma solo l'aria sopra di loro. Era come se un muro invisibile era steso nel raggio del cerchio rosso. Anche Lan Zhan se ne era accorto, per quello suonava Guqin dall'alto.

«C'è un campo di protezione a terra: Zidian non entrerà in contatto con loro se la userai da lì!», lo informò Lan Zhan dalla sua postazione.

Le sue dita pallide e affusolate sfioravano con decisione le corde del suo strumento, le cui note rallentavano, ma non fermavano i due cadaveri. Jiang Cheng, con gli occhi rossi dalla furia, lanciò la sua spada e vi salì sopra salendo in alto, al di sopra della scena. Zidian venne scagliata di nuovo, stavolta la forza fu tale che i tre ragazzi all'interno del cerchio dovettero coprirsi gli occhi, tanto fu accecante il bagliore viola che emise. La melodia di Lan Zhan si fece incalzante e i colpi delle sue corde colpirono assieme a Zidian, entrambe nell'esatto momento: il cerchio magico si ruppe con un rumore sordo, i due cadaveri vennero scaraventati via. Non si rialzarono più, segno che quello che li possedeva era stato eradicato da Zidian.

Col cerchio spezzato Jiang Cheng saltò giù dalla sua spada e atterrò al centro senza problemi.

«A-Ling!», gridò precipitandosi dal nipote.

Jin Ling strinse per un attimo gli occhi quando lo vide arrivare. Nonostante il dolore diffuso che sentiva in tutto il corpo, la cosa più dolorosa e spaventosa restava il tono con cui lo chiamava suo zio.

«A-Ling! Che cosa è successo? Stai bene? A-Ling!».

Jin Ling alzò appena la testa: quello non era il solito tono di suo zio. Jiang Cheng poggiò le mani sulle spalle del ragazzo, aiutandolo a mettersi seduto. I ciuffi liberi di capelli gli ricaddero sul viso pallido. Ora che era seduto iniziò a scendergli il sangue dal naso. La sua testa andò all'indietro, come se pesasse tanto quanto un macigno e ricadde sul petto di suo zio.

«A-Ling!», gridò Jiang Cheng, preso ora dal panico. Suo nipote se ne stava inerte, sporco di polvere e di sangue, poggiato contro di lui quasi senza vita, sul collo degli orribili lividi scuri di due mani che l'avevano stretto troppo.

«Che cosa è successo? State bene voi due?», Lan Zhan scese dalla sua postazione, riponendo Guqin.

Jingyi provò a rispondere, ma tossi solamente, portandosi una mano sulle costole, nel punto dove era stato colpito prima. Sizhui, fu l'unico a riuscire a dire qualcosa.

«Stavamo seguendo quei due corpi ambulanti, è da stamattina che li seguiamo ... pare che hanno dato problemi a due villaggi e volevamo risolvere la situazione, ma quei due ... correvano ... erano veloci ... perciò gli abbiamo corso dietro più veloci che potevamo e siamo giunti qui, in questo punto .... E ... e c'era Jin Ling che stava combattendo contro loro due... all'interno di questo cerchio di sangue. Non l'avevamo visto e ci gettammo in avanti per aiutarlo, ma venimmo folgorati dalla barriera di fulmini rossa proveniente dal cerchio... comunque entrammo e combattemmo. Non siamo più riusciti a scappare oltre questo spazio, un confine invisibile ce lo impediva ... abbiamo provato con i talismani, ma niente ... ho provato a mozzargli la testa, ma niente, nemmeno rallentavano ... Jin Ling ... è stato sbattuto più volte a terra ... Jingyi è stato colpito al petto ... Hanguang-Jun ... .».

Il respiro del ragazzo era completamente irregolare: era nel panico. Si reggeva il braccio tremando e continuando a guardare i due compagni e a chiedere di aiutarli. Lan Zhan gli poggiò una mano su una guancia.

«Sizhui. Calmati.», gli disse.

Il tono di voce deciso ma dolce del giovane uomo fece sentire Sizhui finalmente al sicuro.

«Anche tu sei ferito. Sono arrivato prima che potessi. Mi spiace.», gli disse Lan Zhan, la sua voce un flebile sussurro di vento.

In quel momento arrivarono anche altri membri del clan Lan che erano accorsi vedendo il segnale. Lan Zhan gli diede l'ordine di controllare e ripulire la zona e cercare più informazioni possibili.

«Jingyi!», Sizhui corse dal compagno, che ancora giaceva rannicchiato a terra qualche metro più in là, «Jingyi, stai bene?».

Jingyi annuì col capo, ma continuava a tenersi una mano sul petto.

«Quei due cosi ... erano davvero ... .», tossì sangue ancora prima di finire la frase.

Sizhui trasalì di nuovo.

«Hanguang-Jun, Hanguang-Jun!», lo chiamò disperato.

Lan Zhan si diresse da entrambi, poggiò una mano sul petto di Jingyi e sulla sua fronte. Si voltò verso il capo clan Jiang.

«E' una situazione di emergenza: permettetemi di prestargli le prime cure all'Approdo, è il luogo più vicino.", disse guardando Jiang Cheng dritto negli occhi.

Jiang Cheng guardò per qualche istante Sizhui e Jingyi. Poi Jin Ling, che teneva ancora stretto a sé.

Annuì solamente.

Il loto doratoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora