A Drop In The Ocean

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Liam

"Ricordo di aver pensato che niente può salvarci da noi stessi."

Sono due settimane che non sento la pelle del viso bruciare sotto allo sguardo insistente di quei due occhi grandi color del fango.

Sono due settimane che non esco di casa.

Sono due settimane che piango.

Sono due settimane che non parlo con Louis.

"Se quel succhiacazzi di Zayn ti ha fatto del male giuro che....", "Prima o poi scoprirò cosa ti passa per la mente.", "MI SPAVENTI, CAZZO! PARLAMI, LIAM, PARLAMI."

Ma io niente. Non voglio parlare, si fa troppa fatica. Devo per forza essere allegro e sorridente per compiacere gli altri, perché per loro è più semplice vedermi in quel modo? No, sono stanco. Stavolta voglio solo rimanermene qui, con le ginocchia strette al petto, a tirare su con il naso. Al buio. Coccolato dalle lenzuola bianche che profumano di ammorbidente e mare e consapevole distruzione. Da quel giorno, il pomeriggio della spiaggia, mi sono rotto in miliardi di pezzi, ancora. Io non so per quanto tempo riuscirò ancora a raccoglierli, raccogliermi, e ricomporre il mio puzzle personale. Io davvero non lo so. Mi è tornato tutto in mente, vivido come il primo giorno. Uno schiaffo in pieno viso, è stato. E lo sapevo che era troppo presto per permettergli di vedere, era davvero troppo presto, ma ho sempre seguito il mio cuore. "Ricomincia con lui, fallo, Liam." mi sussurrava. E l'ho ascoltato, eccome se l'ho ascoltato. E ora sono sepolto dalle lacrime, con la barba lunga ed una voragine nel petto. Il freddo nelle ossa e la schiena in fiamme, di nuovo. Non mangio da giorni. Ogni paura è tornata a galla, un vulcano in eruzione, è bastato una collisione di mani a farlo esplodere. Chissà se sarò mai abbastanza per qualcuno. Chissà se il passato tornerà sempre a farmi compagnia. Chissà se potrò mai sorridere davvero, fino al centro del cuore. Chissà se riuscirò ad essere degno di amare ed essere amato. Chissà. Liam, chissà. E chissà come sta lui, cosa pensa, cosa fa, se ha già dimenticato quell'immagine pietosa o mi disprezza ogni giorno di più, se dorme la notte o ammira la luna, magari dopo aver fatto un brutto sogno, con quelle iridi che solo a guardarle ti viene voglia di sorridere. E chissà se mi pensa. Anche un briciolo di secondo mi basterebbe, se solo avessi la certezza che sono pensieri positivi. Un barlume di speranza. Poi, però, uno spiraglio di stella entra dalla finestra e mi illumina gli avambracci scoperti. E chi voglio prendere in giro, tutto questo spaventa gli altri, non li avvicina nemmeno un po'. Li manda via, li manda sempre via. E non posso essere stato tanto stupido da mostrarmi così vulnerabile ad un ragazzo, bello come un dio, che conosco da qualche giorno. Mi odio perché il mio passato è marchiato a fuoco sulla mia pelle e lo dovrò affrontare tutti i giorni, non ne esci da certe situazioni. Sarà sempre qui, dentro di me, come un cane rabbioso in attesa di un minimo movimento per poter attaccare di nuovo. Mi sfioro gli avambracci, piano e attentamente, sospirando ad ogni cicatrice. Sento l'irregolarità della pelle, della mia dannata pelle, sotto i polpastrelli e rivivo tutto. Non era colpa mia, ero solo piccolo, volevo crescere felice, volevo piacergli e farmi amare, ma lui un cuore non ce l'ha mai avuto per volermi bene davvero. E ancora lacrime sulle guance e gambe che tremano e denti che sbattono. Le voci nella mia testa non si fermano, un vortice di frasi e pensieri e rumori secchi a mutilarmi. Gira la stanza e stringo forte la stoffa tra le mani, ho paura, una paura folle nei polmoni, e il fuoco sul corpo. L'aria entra ma io non respiro. Aiuto.

"Tanto a qualcuno la dovrai raccontare, prima o poi, la verità."

Mi sveglio nel bel mezzo della notte con la fronte impregnata di sudore e penso a lui, penso sempre a lui. Penso a lui da due settimane, ininterrottamente. E so dove abita, ma manca il coraggio. Ho quelle costanti voci nelle orecchie che gridano: prima "lasciati scoprire" e poi "e se ti fa star male?"; e mi scoppia la testa. Mi scoppia la testa e mi viene da urlare e tremare e correre lontano. Mi bruciano gli occhi dalle lacrime, sto affogando, ma non riesco a smettere. So, però, che tra un singhiozzo e l'altro devo trovare la forza per alzarmi da questo materasso e, non mi importa se sono le quattro di notte, bussare a quella benedetta porta e piangere abbracciato a lui. E chi se ne frega degli incubi e degli attacchi di panico, ne vale la pena? Non lo so, sento che mi brucerò, ma devo sbrigarmi. Zayn non aspetterà tutta la vita un insignificante ragazzo di ventun'anni che lotta contro il suo stesso passato.

Stay With MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora