Everything Has Changed

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Louis

"Sopra il mio cuore di acciaio venne la tua calamita."

La fredda aria mattutina mi piomba addosso, sulla pelle, anche chiuso e stretto nel mio amato giubbotto nero. Non capisco perché il mio capo abbia tanta fretta di parlarmi, in fondo sono sempre stato educato e rispettoso nei suoi confronti. L'ansia di essere lincenziato per quella piccola zuffa con Zayn, la prima in tutta la mia vita, mi corrode le ossa. Più affretto il passo, più il cuore mi salta in gola, credo di sputarlo da un momento all'altro.

"Fai qualcosa per calmarti!" sussurro a me stesso, in modo che gli altri non mi sentano.

-Ehi, amico, dove vai?- non riconosco immediatamente la voce dietro di me, ma appena mi giro mi sembra di vedere il sole. Occhi verdi in occhi azzurri, collisione di cuori. Sto lì a fissarlo con la bocca aperta e, anche se mi sento uno stupido, non posso farne a meno. -Allora, mi rispondi o ti hanno rubato la lingua?- e un sorriso e due fossette sul viso. Sbatto le palpebre velocemente e mi schiarisco la voce, non voglio sembrare un coglione, non più dell'ultima volta almeno.

-Oh, sì, scusa. Il mio capo vuole incontrarmi e non so perché, se mi licenzia sto nella merda.- ed è pura verità. Non so fare nessun altro lavoro, ho sempre e solo usato il mio corpo.

-Naaah.- la voce roca mi entra nelle vene. -Secondo me andrà bene, magari vuole farti i complimenti.- e una risata sarcastica mi esce dal petto. Farmi i complimenti per cosa? Per il mio culo sodo? Per farmi scopare senza problemi?

-Non penso, credimi.- mi fisso i piedi, indeciso sul da farsi. Siamo, lì, in mezzo al marciapiede e io sto facendo tardi. Prendo un respiro profondo, ma -se va bene, ti offro un caffè- mi sfida lui. Alzo lo sguardo e mi tuffo in quegli occhi verdi, come le colline in primavera. Gliela leggo proprio lì la lotta interiore che sta combattendo. E voglio scoprire perché.

-E se va male?- ancora smeraldo contro zaffiro, incatenati, mescolati insieme per creare un nuovo colore, tutto nostro, che gli altri non conosceranno mai.

-E se va male vorrà dire che me lo offrirai tu.- e lui ride. "E non farlo più che mi esplode tutto dentro", penso.

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-Bene, mio caro Tomlinson, si starà chiedendo perché l'ho convocata nel mio studio proprio oggi, non è vero?- ho la gola secca, le mani fredde e sudate e ogni muscolo in tensione. Questa donna mi ha sempre messo in soggezione, dalla prima volta che ho messo piede qui dentro.

-S...sì, signora. Ho fatto qualcosa che non va?- sospiro profondamente e cerco di calmarmi. "Sei stato impeccabile" cerco di ripetermi, per quanto questo lavoro possa essere onesto, non ho mai sbagliato in niente.

-Oh, no, anzi. Sei qui perché voglio farti una proposta. Voglio darti una specie di promozione, se vuoi metterla così.- sbarro gli occhi e....."NON POSSO CREDERCI!" urlo dentro. -Continuerai a ballare sul palco, ad esibirti, ma niente più proposte indecenti da parte dei clienti. Voglio premiarti, sei sempre stato presente, niente malattia o permessi, niente ferie. Non sono mai stata molto tenera con te e nonostante tutto non ti sei mai ribellato, ti ammiro e per questo non ti abbasserò nemmeno lo stipendio.-

È un sogno.

Esibirmi non mi crea nessun problema, ora sono libero, posso finalmente evitare di sentirmi una lurida troia.

Devo andare da Harry, devo dirgli che sono libero da quel peso. E che stavolta il caffè lo paga lui.

-Oh mio Dio, grazie. Giuro che non deluderò mai le sue aspettative. Grazie davvero. Arrivederci.- sto per andare in iperventilazione dalla gioia!

-Vada, ma niente più risse da quattro soldi nel mio locale. Sia chiaro.- quando parla è di nuovo dura con me, ma non mi importa, mi chiudo la porta alle spalle e esco fuori più velocemente possibile.

Lo vedo appoggiato al muro, con la giacca marrone e i jeans stretti a morte, che gioca con un filo d'erba preso da chissà quale marciapiede. I capelli ricci gli cadono davanti agli occhi e con due dita prendo una cioccia e la sistemo dietro l'orecchio.

Mi guarda intensamente, come se quel contatto gli avesse toccato l'anima, come se io potessi mai farlo innamorare solo sfiorandolo.

-Allora?- sussurra.

"E allora sei bellissimo, Harry. E non so se è la felicità a parlare o il mio cuore che salta in gola solo a guardarti, ma sei di una bellezza unica con le mani grandi e le labbra rosse. E ti conosco da due giorni, ma mi sembra una vita." vorrei urlargli in faccia, con il sorriso stampato in volto e le mani che toccano il cielo grigio.

-E allora pagami il caffè, riccioli d'oro.-

Harry

Esiste il colpo di fulmine? C'è qualcuno che ci crede? Perché io ho bisogno di aiuto. Non mi sono mai sentito così in vita mia e ho paura di sbagliare, di soffrire e ferire il nanetto castano che sta sorseggiando il liquido scuro e caldo nella tazzina, proprio davanti a me. Chissà se anche lui è terrorizzato all'idea di conoscermi, di farsi scoprire e, magari, di stare bene davvero. Perché io sono così, quando tutto fila per il verso giusto, mi viene la paura nel petto e mi incastra nel mio mondo, non riesco ad uscirne facilmente. È come se fossi nato per la tempesta, la tranquillità non fa per me. Se non devo lottare ogni giorno, mi insospettisco. Se non sento quel peso sulle spalle appena sveglio, mi sento morire. Mi manca un pezzo se sto bene, è sempre stato così. Però poi lo guardo attentamente senza farmi vedere, mentre è tutto preso a leggere qualcosa, di cui nemmeno lui conosce il significato, in quel caffè disgustoso e continuo a sentire le ginocchia cedere. Come quando l'ho visto ubriaco, come quando ha iniziato a piangere, come quando ha lasciato la nostra casa, mia e di Zayn, con il sorriso. Lo guardo e sento il sangue nelle vene che scorre forte e potente. Lo guardo e lo guarderei per sempre.

-Quindi tu studi, mh?- esordisce mentre io mi sto perdendo in mezzo ai suoi lineamenti dolci e delicati. "Mi ha beccato, sono un coglione!"

-Sì, matematica, ma non è che mi piaccia molto.-

-Ci credo che non ti piace, chi è che vorrebbe mai studiare la matematica? Cioè, tu sei fuori come un balcone!- e quella risata cristallina che gli rimbomba nella pancia mi catapulta su un altro mondo, un mondo fatto di occhi di cielo e zigomi sporgenti, mani piccole e tatuaggi sul petto.

-Se continui ti lascio qui e il caffè te lo paghi da solo.- incrocio le braccia al petto e distolgo lo sguardo, cercando di trattenere una risata. Lui si avvicina con lo sgabello e -ma come siamo permalosi, mh?- incalza.

Mi giro di scatto e mi ritrovo il suo respiro sulle guance, lo sento caldo e leggero come una piuma. E poi quegli occhi, ma scherziamo? Sono un caos di grigio e azzurro, non si capisce dove finisca uno e dove inizi l'altro. E ci sono anche le stelle lì dentro. Sì, la luce delle stelle che sta iniziando ad illuminare il mio cammino. Dove mi porterà ancora non lo so, ma spero non mi lasci mai da solo.

-Se ti bacio adesso, davanti a tutti, che succede?- rompe il ghiaccio un'altra volta e io mi irrigidisco.

"Come sarebbe a dire che mi baci?" vorrei gridare in preda al panico.

-Succede che ricambio.- dico soltanto e le sue labbra sfiorano le mie. Un secondo, piume contro roccia, delicato come nessuno è mai stato. Rimango immobile, aspettando un seguito. "Non staccarti, ti prego, baciami ancora." urlo con gli occhi e lui sembra capirlo.

-Per adesso basta così, pulcino, non si può avere tutto subito.- ritorna al posto di prima e le gambe deboli continuano a non lasciarmi. E nemmeno il pensiero delle sue labbra sottili sulle mie se ne va, nemmeno quando lo saluto, nemmeno quando mi lascia il numero, nemmeno quando -ti devo un caffè, ricordatelo- dice prima di aprire la porta di casa e lasciarmi lì con le ginocchia di gomma e il cuore negli occhi.

"Io ti devo un bacio, piccolo Lou." penso, immobile in mezzo alla strada.

Ho raggiunto le duemila visualizzazioni e quasi 100 voti. Giuro che potrei piangere di gioia. Grazie grazie grazie grazie grazie. Tutto per voi questo capitolo.

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