Il Desiderio Di Kaito

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<PAPÀ!PAPÀ!GUARDA!> urlava il bimbo, allungando il foglio verso la figura davanti a sé, intenta a preparare la cena.

<solo un secondo Kaito, finisco di tagliare le carote e arrivo> rispose Eren sorridendo distrattamente al figlio.

<Ma papààà! È importante!> disse piagnucolando il bambino un po' risentito per la scarsa attenzione del padre nei sui confronti.

<beh se è davvero così importante come dici allora credo che anche Levi lo voglia sapere. Che ne dici se adesso vai a giocare in salotto per un po' e poi quando torna papà ce lo dici ad entrambi?> propose l'uomo accarezzando la testa spettinata del figlio, il quale sbuffando andò in salotto stringendo ancora fra le manine il foglio come il più prezioso dei tesori.

Kaito, il figlio adottivo di Eren e Levi da ormai sei anni, è un bambino alto a malapena un metro e venti, magro, capelli corti castani perennemente spettinati (elemento che ha in comune con Eren), carnagione semi abbronzata e degli enormi occhi azzurri.
Caratterialmente è molto solare, ama lo sport (soprattutto il basket, che pratica già da due anni), giocare all'aperto e passare quanto più tempo possibile con i genitori, che stima profondamente e verso i quali prova un forte affetto senza preferenze. Per colpa del lavoro di Levi passa più tempo con Eren, questo però non influisce sul rapporto che ha con il corvino.
Spesso è un combina guai e fa impazzire sia le maestre che i babysitter, rispettivamente: Armin, il migliore amico di Eren e il suo fidanzato Jean anche detto affettuosamente"faccia da cavallo" da parte del castano.   Quando è a casa capita spesso che si faccia prendere troppo dall'impeto del gioco e finisca puntualmente per rompere qualcosa o sporcare la casa, facendo arrabbiare il corvino.
Nonostante questo è un ragazzino molto affettuoso e coccolone, caratteristiche che spesso lo salvano dalla furia del genitore più basso.

Eren finì di tagliare le ultime carote, che inserì nel suo famoso brodo di verdure, di cui andava molto fiero. A detta sua riuscire a far piacere così tanto  ad un bambino di soli sette anni delle verdure in brodo lo rendeva automaticamente uno dei migliori cuochi del mondo con ben cinque stelle Michelin.

Appena sentì la serratura della porta scattare e quest'ultima aprirsi abbassò il fuoco dei fornelli e si asciugò le mani nel grembiule raggiungendo il salotto, dove il suo adorato marito faceva capolino dall'entrata. Il quale venne subito assalito da un Kaito sorridente e gioioso che gli si catapultò in braccio con un salto che rasentava l'Olimpionico da quanta altezza avesse raggiunto, certo sicuramente suo marito non si poteva definire una pertica, ma era comunque notevole per un bambino alto un metro ed un sorriso.

Levi lo afferrò prontamente al volo, rischiando di far cadere la sua elegante ventiquattrore di pelle nera.
<CIAO PAPÀ!>esclamò Kaito avvinghiando le braccine al collo dell'adulto e sorridendogli felice.
<Ciao peste, come mai così affettuoso?Cos'hai combinato?>chiese Levi con un sopracciglio alzato scrutando il bimbo con un leggero sorriso sulle labbra.
<MA NIENTE! Sono solo felice di vederti!>disse Kaito mettendo un piccolo broncio per la poca fiducia del padre, che sparì subito non appena quest'ultimo cominciò a fargli il solletico facendolo ridere e dimenare come un matto.
<Stavo scherzando> disse Levi smettendo di torturare il poveretto e stampandogli un bacio sulla guancia ancora tremante sotto le risatine di Kaito.

<E a me niente?!> esclamò Eren raggiungendoli, imitando il broncio del bambino, non riuscendo, però, a nascondere il sorriso che quella tenera scena tra padre e figlio gli aveva provocato.

<A volte mi chiedo chi sia il più moccioso fra voi due> asserì  Levi con finta frustrazione alzando gli occhi al cielo e sbeffeggiando affettuosamente il marito, al quale si avvicinò e lasciò un tenero bacio a stampo sulle labra che subito venne ricambiato dal castano.

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