La Decisione (parte 1)

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Erano ormai le ventitré passate e Kaito stava già dormendo da un po', stranamente non aveva fatto storie per andare a nanna.

Durante il film si era mezzo appisolato seduto fra i suoi adorati genitori e la testa appoggiata sul petto di Levi, che con un braccio stringeva a sé il marito e con l'altro accarezzava il capo del figlio. A fine film era più nel mondo dei sogni che in quello reale, infatti non ha protestato quando Eren l'ha preso in braccio e portato nella sua cameretta, posandolo sul letto e coprendolo con le coperte, mentre Levi riordinava le ultime cose.

Ora erano entrambi nel loro lettone a farsi le coccole "pre-nanna", come le chiamava Eren, quando quest'ultimo spezzò il silenzio.
<Senti Levi...> iniziò in un mezzo sussurro alzando leggermente la testa dal petto del più grande per guardarlo in volto e valutare se era il caso di continuare la conversazione o se era troppo stanco, in fondo lavorava molto e quando tornava a casa cercava di essere il più presente possibile sia per il figlio che per il marito, era normale fosse stanco.
<Dimmi amore> lo intimò, continuando a pettinare i capelli arruffati del suo amato.
<Stavo pensando a quello che è successo oggi con Kaito...> fece una pausa, non sapeva come andare avanti con quel discorso.
<E?> lo spronò il corvino sapendo già dove sarebbe andato a parare.
<E effettivamente a me piacerebbe parecchio avere un altro bambino>mormorò d'un fiato nascondendo la faccia nel petto di Levi, timoroso della sua reazione.
<Eren> lo chiamò il corvino alzandogli il viso e abbassandosi in modo che i suoi occhi argentei si mischiassero in quel meraviglioso verde che lo aveva reso succube di questo moccioso, del suo moccioso. Quegli occhi avevano il potere di mostrare ogni più piccola e recondita emozione del loro portatore e Levi amava leggerli e comprenderli da cima a fondo. In questo momento urlavano il loro desiderio con speranza, ma senza imporsi, come una richiesta urlata nel silenzio
<Lo sai come la penso> rispose tristemente non volendo deluderlo o farlo star male
<Si, lo so, però in fondo non puoi di certo dire che ce la stiamo cavando male con Kaito, anche le maestre ci hanno detto che nonostante le sue birbonate è uno dei bimbi più educati e rispettosi. Lo so benissimo anche io che non è una cosa da poco e non voglio obbligarti, ma secondo me sarebbe splendido e poi...sei un padre fantastico!> disse enfatizzando l'ultima frase con un sorrisone sdrammatizzante, sapeva che il corvino avrebbe fatto di tutto per lui e soprattutto era ben a conoscenza dei motivi per cui era così restio all'idea di adottare un altro bambino e per quanto lo desiderasse non voleva in nessun modo forzare il corvino.

La conversazione si interruppe.

L'attenzione dei due uomini venne catturata dal cigolio della porta, dalla quale spuntò una piccola e tenera figura ferma sull'uscio, semi nascosta nell'oscurità, che stringeva il bordo  del suo pigiama tremando leggermente.

<Kaito, cucciolo che ci fai ancora sveglio?> domandò Eren drizzandosi sul materasso subito affiancato dal marito.

<Le iene...> singhiozzò il piccolo.
<la iene?> ripeterono in coro.
<si...sotto il letto...e Scar...mi vogliono mangiare...e...e> continuò singhiozzando e tirando su col naso, asciugandosi gli occhietti con la manica del pigiama.
<Tranquillo amore, tranquillo non c'è niente sotto il tuo letto te lo posso assicurare, ci ho pulito anche oggi, me ne sarei accorto no?> disse Levi cercando di tranquillizzarlo alzandosi e prendendolo in braccio.
<Lo so però...> iniziò Kaito, ma non finì la frase, le lacrime gli riempivano le guance e le sue labbra tremavano, le sue mani erano avvinghiate alla maglietta del padre, in cerca di sicurezza, mentre la schiena sobbalzava sotto il pianto del bimbo.
<Vuoi venire nel lettone con noi?> propose Eren, impietosito da quella scena, spostandosi di lato,
Kaito annuì e si appoggiò a Levi sollevato, questi gli lasciò un bacio fra i capelli e lo portò a letto, mettendolo sotto le coperte.

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