ʙᴇɴᴊɪ

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Lei: TumblrBuddy
Lui: Benjamin Price
Genere: romantico
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Eccomi qui, tornata nella mia città natale. L'unico posto che posso, realmente, chiamare casa.
Il profumo delle strade, le persone che ci vivono, è tutto diverso qui per me. È una grande, grande, casa.
Dopo aver frequentato l'Università di Milano ed essermi laureata con il massimo dei voti, eccomi di nuovo qui, ad Amburgo.
Non sono mai stata così emozionata in tutta la mia vita.
Dopo aver affrontato un duro colloquio, dove si erano presentati più di venti possibili lavoratori, hanno scelto me.
Oggi è il mio primo giorno di lavoro come tecnica ufficiale della squadra dell'Amburgo.
Devo ammettere che la mia passione per il calcio si è affievolita per un periodo, e dopo aver passato 5 anni in Italia, non so bene in che condizioni si trova la squadra della mia città... ma sono pronta ad assumermi tutte le mie responsabilità!
Ho sognato questo momento per tutta la mia vita, e non posso far a meno di tremare per l'emozione.
Con la bocca che ancora sa di dentifricio per i denti, mi precipito in macchina.
La musica "a palla", in auto, è comunque meno forte del battito del mio cuore.
Sono fiera di quello che sono diventata, sono certa che anche la me delle superiori lo sarebbe.
Sono sicura che la me delle superiori non avrebbe mai immaginato nemmeno una briciola di quello che ho ottenuto.
Vorrei poter tornare indietro nel tempo, a volte, correre da lei e urlarle: 《Smettila di farti buttare giù! Reagisci a ciò che gli altri dicono... un giorno sarai la miglior studentessa dell'Università di Milano, otterrai il massimo dei voti, e lavorerai insieme alla tua squadra del cuore!》.
Anche se non credo che la vecchia me, mi crederebbe.
Povera piccola me...
Okay, adesso basta Alessia.
Il passato è passato, è come dice Rafiki: "Dal passato si può scappare, oppure imparare qualcosa" ... ed io ho imparato che nessuno potrà più buttarmi giù e rendere la mia vita un inferno.
Tra un pensiero e un altro, il mio arrivo allo stadio fu più veloce del previsto. Primo incontro con la squadra, che emozione!!
Mi precipito dentro, perfettamente puntuale, come sempre.
Dopo aver sistemato alcune carte ed aver parlato con un po' di gente, finalmente, si scende in campo.
Dagli spalti riesco a vedere i giocatori che corrono in giro, passandosi il pallone.
Richiamo l'attenzione dell'allenatore, quando entro in campo.

-Salve, sono la nuova...-
-Sì, lo so chi sei... la nuova tecnica della squadra- mi interrompe bruscamente l'allenatore.
-RAGAZZI TUTTI QUI, DEVO PRESENTARVI UNA PERSONA!- sbraitò alla squadra.
Come tanti piccoli soldatini, i giocatori si presentarono davanti a lui, in riga, sulla linea bianca a bordo campo.
Magari non era il più dolce degli allenatori, ma i ragazzi lo ascoltavano... e questo non poteva che essere positivo.
-Presentati- mi disse, interrompendo i miei pensieri, per fortuna.
-Allora, il mio nome è Alessia Gallo, so che vi sembrerà strano... ma mio padre è italiano. Bando alle ciance, prima che inizii a perdermi in chiacchiere, sostanzialmente io sono la vostra nuova Tecnica e... il mio ruolo lo conoscete già e... non ho più niente da dire-

Dovrebbero darmi il premio come peggiore discorso di presentazione.
Complimenti Alessia, sei davvero un genio!

-È un piacere conoscerti, Alessia. Io sono Karl Heinz Schneider, capitano della squadra-

Mi afferra la mano, e la porta delicatamente alle labbra, senza poggiarle... come il migliore dei gentleman.
Le urla da scimmioni degli altri membri della squadra, vennero perforuna interrotti da un potente fischio, venuto fuori dalla bocca dell'allenatore... che a quanto pare, non usava nessun fischietto.
Iniziarono a presentarsi tutti, tranne uno. Il che non era affatto strano.
Capita sempre di incontrare persone scontrose, e poi se sono calciatori,si sentono giustificati.
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-Per oggi va bene così, ci vediamo domani, se avrete la forza di muovervi dopo l'allenamento di oggi-
Disse l'allenatore, dopo un'intensa mattinata di allenamento.
-Tu rimani qui?- mi chiese.
-Avrei da firmare delle carte, finisco qui e vado via- risposi. Forse un po' intimidita.
Annuì, andandonsene.

-Ci vediamo Mister-
-Va a casa Price, non hai bisogno di allentamenti extra-

Price?!
Ho sentito bene?!
No, ma non può essere lui... è impossibile.

-Ehi treccine, oh scusami, signorina Gallo- quando udì quel nome, mi tornarono per la mente i ricordi "di guerra".
Era lui.
Benjamin Price.
La più grande piaga della mia vita, colui che mi perseguitò per 5 anni consecutivi. Raccolsi tutta la forza che avevo, non era il momento di lasciarsi abbattere dal passato.

-Benjamin Price, potrei dire che è un piacere rivederti... ma non sono mai stata capace di mentire- fredda, distaccata e un po' stronza.

-Guarda come sei cresciuta bene, sei diventata la stronzetta che non riuscivi ad essere al liceo- mi disse.
Lo ignorai. Non vale la pena di ascoltare certi discorsi infantili.

-Sparito l'apparecchio, niente più treccine, niente più brufoli, sei addirittura truccata... un bel salto di qualità- continuò.

-Se cambiato anche tu... dov'è finito quel ridicolo cappellino che ti portavi dietro, sempre?-

-Okay okay, hai vinto. Senti che dici di continuare questa conversazione mentre ti accompagno a casa?-

-Sogna Price, la conversazione si conclude qui- mi allontano, dirigendomi verso l'esterno.

-Non ti interessa sapere perchè ero così stronzo al liceo? Guarda che adesso sono cambiato-

-Anch'io, e la nuova me, ha chiuso con te. Adesso lavoriamo insieme... punto-

-Non ti credo, lo so che eri innamorata di me! E lo so che mi trovi bello anche adesso-

-Esci dal tuo mondo di fantasia, Price... non gira tutto intorno a te!-

-Tu mi piacevi al Liceo, ma eravano in due classi sociali diverse...-

-Ma la smetti di sparare cazzate? Hai reso la mia vita un inferno per 5 anni, e adesso vieni a dirmi che era perchè eri innamorato di me?! Ma per favore, non ci credi nemmeno tu-

-Se mi lasciassi spiegare, capiresti-

-Il punto è proprio questo, non voglio le tue spiegazioni... sono andata avanti, e divresti farlo anche tu-

-Stai mentendo. Vuoi saperlo, ed anche se non mi ascolterai, io devo togliermi questo masso dal petto. Ti ho cercato per tutto questo tempo, per chiederti scusa. Quando sono arrivato, ero solo un ragazzino Giapponese, in una scuola privata, se non fossi stato una promessa del calcio, avrebbero perseguitato anche me. Piano piano, mi sono fatto strada nella piramide sociale della scuola, e sono diventato uno dei ragazzi più popolari. Non ho mai voluto perseguitarti, ma era il mio "ruolo"-

-Price, hai peggiorato la tua situazione con questo discorso. Ci vediamo- in quel momento uscii.
Pensava davvero che avrei cambiato idea su di lui? Ha solo peggiorato la sua situazione. Mi sentii tirare per un braccio.

-Il verbo "perdonare" non è nel tuo vocabolario vero- oh santo cielo! Ancora lui?!
-Non se si tratta di te-
-Dimentica le prese in giro. Le mie non erano certo le peggiori! I giocatori di rugby ti lanciavano il cibo in mensa!-
Girare il coltello nella piaga, lo stai facendo bene Price.
-Tu non eri come loro-
-Io ti piacevo-
Okay adesso forse si sta avvicinando un po' troppo.
-No-
-Guardami negli occhi quando menti-
Mi sentii sollevare il viso, con le dita.
Il suo sguardo si scontrò con il mio e per un attimo sentii le farfalle nello stomaco... come quando li guardavo da lontano, nei corridori della scuola.
Mi baciò.
E io ricambiai.
Come una stupida.
Ma non potevo farne a meno.

-Sei brava, Treccine-
-Maledizione, Price!-
Sorrise.
-Chiamami Benji-

||•𝐇𝐨𝐥𝐥𝐲 𝐞 𝐁𝐞𝐧𝐣𝐢 × 𝐑𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫•||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora