Spense il mozzicone della sua seconda sigaretta con forza sul davanzale della finestra, immaginando che al posto della spessa lastra di marmo ci fosse la fronte del suo "superiore" Cinquedea.
Digrignó i denti e strinse i pugni con prepotenza, quasi da lacerarsi il palmo; odiava essere comandata, farsi mettere i piedi in testa non lo aveva mai sopportato e non aveva mai permesso a nessuno di farlo.
Amaya provava una rabbia tale, che poteva vedere le sue gote riflesse nel vetro trasparente colorarsi di rosso collera.
La tensione nella stanza era così palpabile che anche Bailong, rimasto da solo con la bruna, poteva sentirla. Il fedele amico a quattro zampe della Principessa del Quinto Settore era comodamente sdraiato sul letto, la testa china sulle zampe anteriori, come spaventato da quell'improvvisa ira della sua padrona.-Amy.- parló con voce ferma il biondo platino, avvicinandosi a lei. Stava appoggiata sul davanzale interno, tenendo la gamba destra piegata sulla lastra candida; quel giorno vestiva di un abito corto, nero e che segnava sulla vita da una spessa cintura del medesimo colore.
Bailong poggió una mano sulla coscia di Amaya, costringendola a guardarla negli occhi. -Devi calmarti.-
I due si ritrovarono a guardarsi, il viso uno a pochi centimetri dall'altro; la ragazza non si sentiva intimorita dalle iridi profonde di lui, che la guardavano con un'espressione indefinita, mista al classico cipiglio che aveva sempre sul viso e a una nota di dolcezza. Dall'altro canto, il giocatore pensava che prima o poi, con quelle pozze color caffé, l'avrebbe incenerito.-Non mi dire di stare calma, Bailong.- rispose lei. -Io e te abbiamo un legame particolare, ma questo non significa che mi devi stare addosso tutto il giorno come Buck.- al pronunciare il suo nome, il lupo alzó la testa di scatto, drizzando le orecchie.
-A proposito di legame particolare...- ora sul volto del ragazzo vi era un sorriso malizioso, la sua attenzione si rivolse totalmente alle labbra carnose di lei. -...quand'è che affronteremo il discorso alla vecchia maniera?- sottolineo le ultime due parole.
Amaya alzó un sopracciglio e curvó un lato della sua bocca. Si sedette sul davanzale e con le gambe cinse la vita di lui, mentre con una mano gli prendeva il colletto della camicia e lo portava sempre più vicino alla sua faccia. Schiuse le labbra, ma gli occhi marroni erano puntati incessanti su quelli di lui. In quel momento il ragazzo pensó che non ci fosse cosa più bella al mondo che lo sguardo di lei, ma scacciò immediatamente quelle idee dalla sua testa, evitandole.
-Quando lo decideró io, Bay.- non diede nemmeno il tempo al biondo di rispondere che lo bació, spingendolo contro di se, ma si staccó dopo pochi secondi. -Accontentati di questo, ora.-
Saltó giù dal marmo e prese il borsone sotto la scrivania, poggiandolo sul letto.-Perchè fai le valige?- il ragazzo era giustificatamente intontito e sorpreso da quello che stesse facendo la castana, non capendo la situazione. -Amy, dammi delle spiegazioni almeno!- sbraitó.
-Vuoi le spiegazioni?- urló in risposta. Alzó le braccia in un gesto teatrale, a mostrare tutto quello intorno a loro, mentre sul suo viso si apriva un'espressione affranta, a tratti disgustata. -Eccola! Voglio tornare a casa, non voglio più avere a che fare con questa situazione e...-
-Ma la ragazzina della Raimon?!- sbottò lui, sorpreso per la seconda volta in quella giornata, interrompendo Amaya.
-Non sono affari che mi riguardano ormai.- ricevette in risposta, mentre ormai la Principessa stava sistemando i suoi vestiti nella sacca.
Bailong per la prima volta non sapeva se parlarle o meno; non sapeva cosa dirle, se quello che stava per uscirgli dalla bocca avrebbe rovinato il loro rapporto.
Neanche lui sapeva perchè le importasse tanto della ragazza. Avevano deciso di divertirsi, insieme, ma senza una relazione vera e propria, anche se da qualche tempo il biondo si rese conto di non poter fare a meno di starle accanto.
Anche solo di vederla.
L'unica giustificazione che poteva venirle in mente, era che fra tutte le ragazze con cui aveva avuto un'"amicizia" simile non erano importanti come lo era Amaya.
Lei era la Principessa.
Dal canto suo, Amaya non aveva mai pensato più di tanto a quello strano legame che li univa. Certamente lei non era in grado di dare amore o affetto, non era in grado di donare il suo cuore per un unico scopo sentimentale. Ormai pensava che un cuore non l'avesse nemmeno piu'.
Vedeva la situazione attuale con Bailong come un vantaggio, potevano divertirsi e sfogarsi senza vincoli come una "relazione" o l'"amore".
Eppure, quando anche solo la stessa Kimura, di cui la bruna si fidava ciecamente, o la manager giallo-azzurra che avevano incontrato prima, puntavano gli sguardi verso il biondo, Amaya sentiva una strana sensazione di gelosia.
La sua giustificazione era quella che fosse normale provare un'emozione del genere, visto che Bailong era il suo unico vero amico.
Poco prima, non poteva negare di aver provato calore e fremito nel petto quando avevano fatto scontrare le loro labbra; scrolló la testa, convincendosi fosse un semplice desiderio fisico.-Smettila di pensare che tutto quello intorno a te non ti tocchi minimamente.- ammise, con voce ferma, il ragazzo.
A questo giro, quest'ultimo pensava che gli occhi con cui si voltò la fanciulla l'avrebbero incenerito seriamente.
La vide arricciare le labbra, tenendosi dentro di lei quello che voleva sputargli addosso con schiettezza.
Se davanti a lei non ci fosse stato Bailong, probabilmente non avrebbe avuto problemi a fargli pentire di essere nato.
Lanció l'ultima t-shirt appallottolata dentro la valigia.-Me ne vado col primo elicottero pronto.-
-Amaya.- provó a fermarla quando prese il suo trench sabbia dall'attaccapanni, richiamando il suo lupo ancora disteso sul letto, che balzó sul pavimento in un istante. Lei lo ignoró. -Amaya!- urló per farsi sentire, quando ormai lei era sull'uscio della porta bianca con la sacca a tracolla su una spalla.
Come una scarica elettrica, la richiamata sentii un brivido lungo tutta la schiena. Si voltó, ritrovando Bailong con un'espressione triste, arrabbiata, delusa. -Perchè vuoi continuare a rimanere sola?- aggiunse ancora.Non ricevette subito risposta. La castana lo fissava, uno sguardo assente, cupo che non lasciava trasparire nessuna emozione o sentimento.
Si avvicinó a passo svelto, raggiungendola. -Parla.- la incitó. Era la prima volta che non riusciva a decifrare quell'enorme incognita che era per lui quella ragazza e questo lo spaventava.
Ancora una volta, i pensieri si facevano largo nella mente del biondo: si domandava perché voleva così fortemente che la ragazza rimanesse lí, con lui o perchè non riuscisse a pensare di doverle stare lontano anche solo per poche ore. Forse entrambi avevano qualcosa da dirsi o forse nulla, perchè già sapevano.
Optarono per il silenzio.
Lei continuava a guardarlo, nulla si poteva capire da quel viso freddo, candido e inespressivo. Accarezzó il suo lupo Buck, seduto di fianco ai due adolescenti, lasciando che le sue labbra si incurvassero appena.-Quello che hai detto è in parte giusto, Bay...- parló finalmente lei; dal suo viso finalmente trasparí qualche espressione. Saccenza e superiorità marcarono la sua voce. -Tutto ció che è intorno a me, se non si tratta di me, non mi tocca minimamente.- si giró sui tacchi, aprendo la porta, per poi dirgli ancora qualche parola.
-Ti aspetto domani, da me. I miei genitori sono via fino a Sabato, avremo modo di discutere alla vecchia maniera.- e con una risatina, la porta si richiuse, impedendo a Bailong di vedere la figura della ragazza e del suo lupo.
Contrariamente a tutto quello che avrebbe fatto un normale ragazzo, lui si mise a ridere, felice.
Anche se col suo classico tono acido, Amaya era tornata quella di sempre e per ora, al giocatore, questo bastava.
L'avrebbe rivista dopo poche ore, e questo gli scaldava il cuore, anche se non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno a se' stesso.
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Lo spirito del Drago. {IE Go}
FanfictionI lunghi capelli castani le ricadevano sinuosi e lucenti lunga la schiena, mentre l'umida brezza marittima le accarezzava il viso e i ciuffi della sua folta chioma le solleticavano le guance. Amaya Blaze aveva sempre amato il mare, quella distesa cr...