Le onde del mare si percepivano in lontananza, riecheggiando nella candida stanza di Amaya, dentro al complesso del Giardino Imperiale.
Quando per motivi di lavoro dei suoi genitori dovevano trasferirsi per pochi giorni sull'isola, la ragazzina non era affatto restia.
Amava il mare, le sue onde e l'acqua a contatto con la pelle la facevano rilassare; era l'unico luogo dove riusciva a scaricare la tensione che su celava dentro quel corpo minuto.
Queste sue sensazioni la spinsero ad uscire dalla struttura, seguita dal fedele amico a quattro zampe e ritrovandosi dopo qualche minuto sulla spiaggia.
Uscii di nascosto, evitando che qualcuno la vedesse e richiamasse i suoi genitori che le avrebbero sicuro fatto il terzo grado prima che mettesse piede fuori.
Sospiró quando i suoi piedi sentirono la sabbia, la brezza marina le scompigliava i capelli, accarezzandole il viso dolcemente.
Chiuse gli occhi, inebriando l'odore di salsedine nelle narici e lasciando che qualche spruzzo d'acqua le puntellasse le gambe, lasciandole un brivido.
Sul viso di Amaya si formó un sincero sorriso. Era una delle poche volte che la ragazzina, la cui maschera di freddezza e sarcasmo la precedevano, poteva sorridere liberamente e per i pochi che erano stati testimoni di quell'espressione sul suo viso ne rimanevano incantati.
Purtroppo, o meglio, dipende dalle visioni idealistiche, nessuno poté vederla in quel momento, mentre le sue gote si coloravano di rosso dalla felicitá, le sue labbra erano curvate in un sorriso e il suo vestito viola veniva gentilmente scosso dal vento.
Il suo relax fu presto interrotto quando, a tutta velocitá, un pallone da calcio proseguiva verso la sua direzione; i suoi riflessi furono rapidi e scattanti, mentre alzó la gamba destra a colpire la sfera bianco nera, rispedendola al mittente.
Quest'ultimo la fermó semplicemente con la mano, portandosela poi sotto un braccio e dirigendosi verso la ragazzina bruna, con un sorriso furbo.-Immaginavo fossi tu.- disse a Bailong, che ormai era arrivato a pochi passi dalla sua figura. -Non dovresti essere agli allenamenti?-
Amaya picchiettó la mano sulla nuca di Buck, che aveva preso a ringhiare alla vista del ragazzo.-Andiamo, Amy...- roteó gli occhi quando sentii il soprannome fuoriscire fastidiosamente dalle labbra del biondo. -...anche se salto un allenamento, rimango comunque l'Imperiale più forte che ci sia.- ammise con un falso tono commiserabile.
Ad Amaya peró non sfuggi un particolare: per quanto il ragazzo facesse così lo splendido, le stava mentendo. La maglia e i pantaloni della divisa erano sgualciti, segnati da quelle che sembravano macchie d'erbe e qualche impercettibile goccia di sudore gli imperlava la fronte.
La ragazza non si fece troppe domande; meno sapeva sul Quinto Settore e meglio era.-Quanta modestia da parte tua, biondino- disse lei, sottolineando con un sibilo acido l'ultima parola.
-Dovresti venire ad allenarti con noi qualche volta...- ammise Bailong, rigirandosi il pallone tra le mani e pronto ad incassare una risposta scorbutica da parte della castana.
-Sai che non posso.- difatti quest'ultima non tardó a obiettare con tono cinico e schietto.
-Non puoi o non vuoi?- la punzecchió.
-Bailong.- lo fulminó, richiamando l'attenzione dei suoi occhi violacei. -Lo sai il perchè...- continuó vaga, abbassando il tono e puntando le sue iridi color caffè sulla distesa d'acqua, il cui orizzonte sembrava interminabile.
Il ragazzo vide subito un lieve bagliore di malinconia nello sguardo di lei; le sue labbra si erano lievemente arricciate, segno che stava cercando di nascondere quelle sue emozioni, come faceva sempre da quando si erano conosciuti.
Stava per ribattere, quando lei bloccó le sue parole sul nascere.
-Perchè non mi dici la verità?- sorrise e alzó un sopracciglio.-Come?- la domanda di Amaya colse alla sprovvista il magnetico e astuto cannoniere del Quinto Settore.
-Avanti, Bailong...- sospiró divertita e ripose nuovamente i suoi occhi sulla figura del giocatore, che non si smosse. -La tua lurida divisa dice tutto.- continuó con una smorfia di disgusto.
Bailong ridacchió quasi di se stesso, credendo di riuscire ad ingannare la Principessa del Quinto Settore in modo invano.-Abbiamo sfidato la Raimon.- ammise affranto.
-La Raimon è sull'isola?- domandó stupita.
-Non lo sapevi, Amy? Immaginavo fosse tutto preparato...Sharp e le managers sono rinchiusi in sede.- il tono del biondo le sembrava sincero. Amaya non ci mise troppo a capire che in realtà i motivi di lavoro dei suoi genitori, causa che li portó sull'isola quei giorni, erano legati alla squadra giallo-azzurra.
Rise, ma non sinceramente e con grazia come aveva fatto pochi minuti prima, stavolta nella sua risata c'era un non so che di amaro e triste, per quanto potesse suonare strano.
-Che ti prende?- aggiunse Bailong, seriamente e in cuor suo preoccupandosi della reazione della compagna.-Niente.- rispose frettolosamente. -Devo tornare al Giardino Imperiale.- le diede la schiena ignorando l'espressione confusa del biondo.
-Non ti sbarazzi così frettolosamente di me, Zabel, lo sai?- aggiunse, quando ormai la richiamata e il suo fedele Buck erano già a qualche metro di distanza.
-Purtroppo ne sono consapevole!- ricevette come risposta, senza che lei si voltasse nemmeno verso la sua persona e alzando semplicemente un braccio in saluto.
I pugni dell'uomo si scagliarono potenti contro la forte porta d'acciaio, illuminata soltanto da qualche spiraglio di luce che entravano dalle inferiate della stanza.
Due mani, più delicate e affusolate, si posarono teneramente sul pugno chiuso del ragazzo: nel voltarsi, sua sorella Celia riuscii a vedere perfettamente le sue iridi rubino, nonostante gli spessi occhiali verdognoli.-Jude, è inutile...ti conviene sederti.- lo persuase, ottenendo l'effetto desiderato dalle sue parole.
Sharp si sedette sulla panchina della cella; non vi era via d'uscita da quella prigione, ma si stava semplicemente preoccupando, più che di se' stesso e della sorella, delle managers adolescenti. Erano spaventate e sinceramente neanche l'ex centrocampista giallo-azzurra sapeva cosa aspettarsi da quella situazione.
Stava per dire qualcosa, forse una frase fatta per tranquillizzare le ragazzine, ma delle voci esterne lo distrassero e con lui tutti i presenti in quella stanza.-Chi è?- chiese Rosie, rannicchiata sulla panchina con la sua fotocamera in mano.
-Non vi preoccupate...- fu quello che riuscii a dire l'uomo, mentre nuovamente si avvicinava alla porta.
Era una voce femminile e giovanile, che ben presto risuonó famigliare alle orecchie di Jude. -State indietro.- aggiunse, quando sentii l'apertura della porta scorrevole sbloccarsi.
Quando questa si aprii definitivamente il ragazzo ebbe l'intenzione di avventarsi sulla ragazzina per dissuaderla a liberarli, ma la figura del lupo ringhiante lo fece desistere.-Oh wow.- esclamó la bruna con falsa sopresa nella voce. -Mi stavate aspettando?- ridacchió tra sè e sè.
-Tu che ci fai qui?- disse Celia, e per la prima volta il ragazzo sentii nel tono della sorella una lieve aciditá che mai aveva udito nella sua voce.
-Semplice curiosità.- ammise con un finto sorriso Amaya, mentre accarezzava il lupo ancora teso in posizione difensiva di fianco a lei. -Ho spedito la sorveglianza dall'Imperatore con una falsa scusa, qui mi ascoltano tutti.-
-Bhe, noi no, Principessina.- la figlia dell'Imperatore riconobbe la ragazza che parló come Jade, una delle managers della Raimon che si occupavano di assisterli durante le partite.
La ragazza si trattenne dal fulminarla con gli occhi, ma curvó nuovamente le sue labbra carnose in un ghigno.-Oh beh, se non mi volete ascoltare non vedo perchè io vi debba far evadere da questo buco di cella. Adieux!- stava per voltare le spalle e richiudere la porta con il codice di sicurezza, ma Sharp si fece avanti.
-Perchè dovremmo fidarci di te, potrebbe essere un'altra trappola del Quinto Settore...- sembrava ragionare fra sè e sè, il bruno, come se la proposta di Amaya lo allettasse davvero, ma fosse troppo orgoglioso per ammettere di arrendersi al nemico.
-Vi basti sapere...- inizió la Principessa. -Che tutto quello che potrebbe far infuriare i miei genitori io lo faccio...e con molto piacere.- scandii bene l'ultima frase.
Tutti i presenti in quel locale si guardarono fra loro, forse non ancora convinti della sincerità della castana.
-Allora...- continuó. -Volete ascoltarmi o marcire in questo posto?-
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Lo spirito del Drago. {IE Go}
FanficI lunghi capelli castani le ricadevano sinuosi e lucenti lunga la schiena, mentre l'umida brezza marittima le accarezzava il viso e i ciuffi della sua folta chioma le solleticavano le guance. Amaya Blaze aveva sempre amato il mare, quella distesa cr...