Capitolo 4

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"You frustrate me incredibly."
E.E

L'affare alla fine è andato a buon termine.
L'uomo mi ha venduto il locale a un prezzo generoso, in cambio ho solo dovuto dare un piccolo assegno, ma molto inferiore del suo rispettivo valore. In fondo il pub è molto frequentato, ed anche se è mal ridotto di sotto traffica molta droga, punto a mio favore, posso prendere il giro in mano. E se vogliamo dirla tutta, non credo che avesse molta scelta con una pistola puntata alla testa, quindi la mia prima condizione è stata portata a termine. Mentre per la seconda, beh, questo è stato l'ultimo affare per il trentenne, ora è Nick ad essere il capo di quella società.

Dopo una stretta di mano con ognuno di loro, mi sono alzata e ho fatto cenno ai miei uomini di buttare fuori il tizio, mentre invece al mio amico gli ho chiesto di trattenersi un attimo, dicendogli le testuali parole: "Ancora non me la sento di restare qui a dormire. Posso venire da te se non ti disturbo?" Glielo avevo chiesto perché nonostante questo posto ora era mio, giacciono ancora brutti ricordi riguardante quella notte, che a fatica riuscirò mai a dimenticare.

Lui mi aveva messo una mano sulla spalla, facendomi un sorriso genuino.
"Dopo quello che hai fatto per me, puoi venire quando vuoi. Di certo la tua presenza non mi è di disturbo" e detto quello, senza nessun preavviso mi aveva baciata su una guancia, facendomi spuntare un sorriso di gratitudine. Lo ringraziai a parole, permettendogli poi di andare via.

Quella stessa notte andai a casa sua, e dopo un film e una buona lasagna ci addormentammo sul divano con la tv ancora accesa. È stata una serata piena di risate e di divertimento, non mi ero sentita così da un pezzo quindi decidemmo di continuare a vederci. Così, senza accorgercene, erano passate già tre settimane. Tre settimane in cui avevamo alternato il lavoro e le nottate di giochi o di film.
Mi ero trovata davvero un ottimo amico.
Dopo un'altra lunga giornata ad Arcos quindi, decisi di fare visita a Nick per scappare un po' dai miei problemi.

Ed ora, eccomi qui fuori dal palazzo in cui vive. Mi fa strano avere ancora un amico oltre a Madison e Katara, loro due erano le uniche persone che vedevo, quindi mi sono disabituata ai rapporti sociali. Ma lui è stato così gentile con me, mi ha subito trasmetto dolcezza e sincerità, caratteriste molto rare per i ragazzi. Anche da adolescente avevo amici maschi, sì, però non ci andavo mai a casa loro poiché finiva sempre in un modo inaspettato, mentre con lui non sento quell'attrazione fisica, solo e solamente pura amicizia.

Entro dal portone e salgo le scale, guardandomi un po' in torno. Questo palazzo non è male, le pareti dei corridoi sono dipinte di un rosa pastello, le porte sono tutte in legno mentre le scale sono pulite e mantenute, non come in certi posti dove la spazzatura alloggia gratuitamente.

Salgo fino al terzo piano ed inizio a bussare alla porta 132B, aspettando che Nick mi apra.
In quella breve attesa, né approfitto per tirare fuori il cellulare per andare poi a scorrere tra il mio rullino foto. È da quando sono finita in prigione che non lo uso, cioè da ben cinque anni, e neanche in queste settimane ne ho avuto la possibilità. Ovviamente saranno usciti di nuovi, ma io preferisco di gran lunga il mio anche se ormai è vecchio.

Non so cosa ci può essere qui dentro, ma vado direttamente a vedere le foto. Fino a questo momento il mio telefono l'ho aveva Katara, che per sottolineare mi aveva promesso che non lo avrebbe mai aperto, o quantomeno toccato.
Scorro fino ad arrivare alla prima foto. Ritrae me e Chris in seconda media, ognuna di noi con l'apparecchio e il rossetto rosa, come a quei tempi andava di moda. Gli occhiali finti ci davano un tocco di classe, per non parlare poi delle code, sembravano delle nerd. Mi ricordo ancora quel momento...

In seconda media...

"Hai studiato per l'interrogazione di storia?" Mi chiese lei, sistemandosi gli occhiali rosa sul naso.
"No, è da sfigati Chris. Copierò dal nerd, come fanno tutti" alzai il naso all'insù, mettendomi bene lo zaino su una spalla.
"Alli, ma siamo noi le nerd" sottolineò lei accennando a un sorriso fiero. Io boccheggiai per un attimo, notando che la sua affermazione era vera.
"Beh, allora io copierò da te e tu copierai da me. Va bene?"
"Ma perché dobbiamo copiarci a vicenda se sappiamo entrambe le risposte?" Perché dovevi essere così intelligente, Chris?
"Perché così fanno i fighi."
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