Capitolo primo.

2.1K 27 0
                                    

Quando suona la campanella dell'intervallo,i ragazzi della terza B chiudono subito i libri di storia. La professoressa Carlino ha fatto in tempo a terminare la lezione,é rimasta con la bocca ancora aperta e la frase a metà.

-Fermi,non vi muovete!Scrivete sul diario le pagine da studiare per lunedí,-dice,bloccando i suoi alunni che stanno già schizzando dai banchi.

Ma solo quattro o cinque annotano ubbidienti. Non é esattamente una classe modello la terza B. A dire la veritá,tutte le classi della scuola non sono esattamente classi modello.

La professoressa Carlino alza gli occhi al cielo,sospirando rassegnata. Decide di prendersi un caffè  ed esce dall'aula.

Come una pantera sulla preda,Asja è già addosso a Maria che sta ancora scrivendo,china sul diario. Asja la squadra con aria di disprezzo.spalleggiata dalle sue inseparabili amiche.

-Stai segnando i compitini per casa? - il tono é quello della maestrina che si rivolge a uma bambina di sei anni. - Segnali tutti,mi raccomando,altrimenti la mamma poi ti sgrida.

Le altre sghignazzano in coro. Maria si china ancora di piú sul diario aperto,il naso quasi appiccicato alla carta. Vorrebbe scomparire in mezzo alle pagine,essere inghiottita.

-Avete visto come si é vestita oggi?- dice Roberta,puntando gli occhi gelidi sul vestito azzurro di Maria,lungo fino ai piedi.

-Umh...proprio un bel vestitino! - le fa eco Miranda. - Sembra una suora.

-Una balena vestita da suora! - aggiunge Asja e tutte le tre scoppiano in una risata acida.

Maria stringe le labbra,cercando di ricacciare dentro le lacrime che stringono e bruciano dietro le palpebre. Non vuole piangere anche questa volta. Se quelle la vedono piangere,sarà peggio.

-Dài,lasciatela stare! - fa Miranda con un sorrisino falso.

- Tra un po' si mette a piangere...

-Povera Maria Addolorata!Non facciamola piangere  che poi va dalla maestra e ci fa dare la nota, - aggiunge Roberta.

- Tanto non ci va dalla prof. Non ce l'ha il coraggio. Non vedi che trema? - ribatte Miranda.

Maria fa per alzarsi dal banco,ma con uma spinterella leggera sulla spalla,Asja la costringe a sedersi di nuovo.

-Aspetta! Come dice la pubblicitá?Ah sí,non ci vedo piú dalla fame!Sento un certo languorino... -Poi aggiunge,con voce quasi gentile ma ferma,determinata. -Quindi,prima mi dài la merenda e dopi,forse,ti alzi -. É quel tipo di voce che non ammette repliche. Le braccia sono conserte,le gambe leggermente divaricate,il viso atteggiato in una smorfia di paziente attesa. Con le mani che tremano,Maria fruga nello zainetto Invicta che andava di moda cent'anni fa e ne tira fuori un involto di carta di cucina un po' unto. Asja glie lo strappa dalle mani,portandoselo vicono al naso

- Che puzza!Ma che roba é?

Lo passa a Miranda che lo annusa schifata,passandolo a sua volta a Roberta.

- Sarà un topo morto, - aggiunge Roberta e,dopo averlo annusato storcendo la bocca,lo ripassa ad Asja che infine lo apre.

-Ma dài? La mammina le ha fatto la tortina! Che dolce? - E cosí dicendo,con un gesto elegante e preciso,lancia la fetta di torta dritta nel cestino. -Andiamo ragazze,voglio beccare quello carino della terza C. Ciao,Maria Addolorata! Grazie lo stesso. È il pensiero che conta -. Sorride,le dà una pacca un po' troppo pesante sulla schiena curva e,scrollando i capelli lunghi fin quasi al sedere,si avvia fuori,a braccetto con le altre,in formazione compatta.

Camminare,correre,volare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora