Percy

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Abbiamo un problema.
Un grande problema.

E penso per la prima volta io, Percy Jackson semidio greco figlio di Poseidone, sto andando in panico per diverse ragioni. Innanzitutto io, i mei amici e la mia ragazza siamo partiti per una missione suicida (come sempre d'altronde); ci sono state molte complicazioni tra cui un probabile viaggio spaziotemporale e adesso stiamo per precipitare in un posto a me sconosciuto. Insomma, tutto normale.
Dal ponte della nave, la nostra carissima Argo II, mi dirigo velocissimo sotto coperta, nella stanza dove solitamente mangiamo o facciamo riunioni di emergenza, come questa volta.
- Hai idea di dove siamo finiti?- mi chiede preoccupata Hazel.

- No- rispondo - so solo che sotto di noi c'è un lago enorme di acqua strana, né dolce né salata-

- Quindi sarebbe meglio non atterrare lì?-

- Non abbiamo molta altra scelta, a meno che non ci vogliamo schiantare sul castello-

- Leo che dice?- interviene Piper, che nel mentre stava giocherellando con il suo pugnale.

- Dico che mi mancano dei pezzi per ripararla- dice lui risalendo le scale che portano alla scala macchine.

- Bene, non ci resta che atterrare ragazzi- dico infine, chiudendo la riunione.

- Tutti sul ponte!- urla dietro di me una voce.
Mi giro con un sorriso ebete in faccia ad ammirare la persona da cui proviene. La voce è di Annabeth, la mia ragazza, figlia di Atena. E come sempre mi ritrovo a pensare a quanto sia bella e perfetta: oggi ha i capelli biondi raccolti in una coda scomposta e due ciuffetti lasciati liberi appositamente per corniciarle il viso, gli occhi grigi sono pieni di determinazione e solo quando incontrano i miei, di dolcezza; ha la maglia del Campo Mezzosangue accorciata lievemente da un nodo, così da lasciarle scoperta un pezzo di vita. Sto rischiando di sbavare, meglio che penso ad altro, come al fatto che stiamo atterrando in un lago con presenze sconosciute all'interno in un posto che irradia una certa inquietudine. Può andare peggio? Ah sì, dimenticavo: probabilmente abbiamo fatto un viaggio nel tempo. È una situazione talmente ridicola anche per dei semidei che mi sto trattenendo dal ridere per scaricare il nervosismo.

- Ragazzi tra qualche minuto atterriamo! Preparatevi!- grida a tutti noi Jason che in questo momento sta cercando di dare una mano ad un Leo schizofrenico.
Sono intenzionato ad andare sottocoperta visto che non sembra che abbiano bisogno di me quando una figura che mi arriva a malapena al mento mi si staglia a due centimetri dal viso.

- E tu dove credi di andare?- dice Annabeth provando a guardarmi negli occhi e ad essere arrabbiata. Non c'è bisogno neanche di dire che dopo due secondi sorride e si appoggia al mio petto. Nessuno resiste al mio fascino. Alza la testa e io la abbasso, così ci ritroviamo abbracciati con le bocche troppo distanti per un bacio. Lei non sembra soddisfatta e infatti mi dice:

- Non ti puoi abbassare un pochino di più?-

- No- le rispondo ridendo - mi piace vederti soffrire-
Le scappa un sorrisino e poi visto che sembro irremovibile fa gli occhi dolci e il musettino. Distolgo lo sguardo dalla sua bocca perché adoro stuzzicarla e non posso "perdere" proprio ora. Evidentemente si stufa di giocare e arriva alla mia bocca solo alzandosi sulle punte dei piedi. È un bacetto veloce ma che riesce a stordirmi completamente. Riesce a riportarmi alla realtà solo la voce di Frank che urla:

- Atterriamo!-

ANGOLO AUTRICE:  ciao ragazzi!!! Questo è il primo capitoletto della storia, corto ma che personalmente adoro! E...niente, come direbbe Leo Valdez: HASTA LA VISTA!

PS: guardate il video!!! (non sono una fan dei film ma il video non è male)

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