-diciassette-

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–oh, buonasera signori Bang– finsi un sorriso inchinandomi, vedendo la famiglia avvicinarsi al mio tavolo. Loro ricambiarono, facendo come al solito qualche complimento sulla mia bellezza, poi si allontanarono andando a salutare altri ospiti.
–wow, Lee Minho, da quanto tempo non ti presentavi a questi eventi– Chan fece accomodare la ragazza due posti da dov'ero seduto io, poi prese posto accanto a me, salutando distrattamente gli altri invitati.
–mio padre mi ha costretto– roteai gli occhi prendendo il terzo calice di champagne.
–tuo padre... ho sentito che deve annunciare qualcosa, e a giudicare dal numero di giornalisti penso sia importante, sai di cosa si tratta?– prese anche lui un calice, porgendone un'altro alla sua accompagnatrice.
–non ne ho idea– sbadigliai bevendo tutto il contenuto del calice in un sorso, senza esitare a prenderne un'altro.
–che fai, ti ubriacherai ad un evento del genere?– Chan mi strappò il calice dalle mani, allontanandolo da me.
–non mi ubriacherò, solo una piccola sbronza– lo guardai male, poi ripresi il calice.
–sei già sbronzo. Sicuramente dovrai fare un discorso più tardi, la serata é appena iniziata, non fare cazzate– tirò nuovamente il calice verso di sé.
–hyung lasciami, sono un adulto maturo e responsabile quanto te– gli presi la mano tentando di riprendermi il calice.
–non ti lascerò fare di nuovo una cazzata– tirò il bracciò a sé.
–sono passati quasi tre anni, non sono più un bambino– tirai verso di me.
–anche allora la pensavi così. Ascoltami, domani o quando vorrai potrai ubriacarti quando vuoi, ma non permettere che succeda sta sera– mi puntò il dito contro.
–aish– gli spinsi il dito, facendogli tremare il braccio e rovesciare il calice sul vestito rosa confetto della sua accompagnatrice.
–oppa! Guarda cos'hai fatto!– piagnucolò colpendolo –ora come faccio!– prese delle salviette provando ad asciugarsi.
–yah, si asciugherà, non preoccuparti, tanto nessuno ti guarderà– roteò gli occhi asciugandosi la mano bagnata di qualche goccia.
–o-oppa! Come puoi dire così!– la ragazza lo colpì facendo il broncio, poi prese la borsa e si alzò allontanandosi.

–Felix sà che sei qua?– li chiesi una volta soli.
–si arrabbierà– sospirai vedendolo scuotere la testa.
–se glielo avessi detto avrebbe voluto venire anche lui– prese un altro sorso, poi poggiò il calice sul tavolo anzando lo sguardo verso il cielo.
Il sole era da poco tramontato ma illuminava ancora qualche nuvola davanti a noi.
–siete fidanzati da... tre anni? Dovresti dirlo ai tuoi–
–Minho, Felix é ancora alle superiori, io al penultimo anno di università–
–e poi ogni volta che andiamo in giro non si contiene, sembra davvero un bambino, stiamo insieme da tre anni e non ha ancora capito che in pubblico si deve comportare in modo più appropriato– ridacchiò facendo rigirare lo champagne sul fondo del calice.
–già, Felix é fatto così– sorrisi pensando a lui.
Non avevo nemmeno capito come eravamo arrivati ad essere migliori amici, lui era semplicemente venuto a parlarmi chiedendomi se preferissi il tè al limone o alla pesca, e da lì abbiamo iniziato a parlare per ore ogni giorno.
É stato il mio primo amico e per un lungo tempo l'unico che avessi, diventando in poco tempo come un fratello minore per me.

–e Jisung?– mi strozzai guardandolo sconvolto.
–Jisung?–
–il ragazzo con cui vivi, sai... Jisung–
–non stiamo insieme!– lo guardai scioccato.
–volevo solo sapere come stava, non ho mai accennato a una relazione– ghignò sporgendosi leggermente verso di me, poi prese un altro sorso mentre io lo fulminavo con lo sguardo.
–sta... Bene. Si, bene– presi un altro calice e lo mandai giù prima che potesse fermarmi.
–Felix mi ha detto che andrà alla sua stessa scuola, sono felice che abbia trovato qualcuno con cui vada così d'accordo, che stia con lui anche a scuola– annuì appoggiando la testa sul tavolo sentendola girare.

–Jisung ha una cotta per qualcuno– sbuffai guardando il cameriere.
Lui mi guardò confuso e annuì sorridendo.
–oh, e quindi? Ti piace davvero?– mi guardò sorpreso.
–no, certo che no– borbottai guardandolo male.
–mi dà solo fastidio che gli piaccia qualcun'altro– borbottai allungando la mano verso il cameriere.
–non gliene dia più per favore– Chan mi colpì la mano guardando il cameriere e questo annuì girandosi.
–no, solo un'altro– mi arrampicai sul tavolo, sporgendomi in avanti per arrivare al vassoio che teneva in mano.
–Minho no– Chan mi prese per la cintura tirandomi verso terra.
–eddai hyung– mi strinsi alla tovaglia provando a raggiungere il cameriere, e una volta raggiunto mi strinsi al suo braccio con una mano, raggiungendo un calice con l'altra.
–Minho!– Chan mi spinse indietro, facendomi rovesciare qualche goccia di champagne sul mento, tirando per farmi tornare seduto.

𝙃𝙤𝙢𝙚𝙡𝙚𝙨𝙨 // 𝙈𝙞𝙣𝙨𝙪𝙣𝙜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora