1✩ dangerous desires

301 25 9
                                    

⚠︎TW: SPOILER TIMESKIP

---

Dopo una lunga e sfiancante giornata, tra gli ultimi esami all'università, lo studio giornaliero e i piccoli contributi nella Japan Volleyball Association Sports Promotion Division, Kuroo era pronto per tornare finalmente a casa.
Non che non adorava il suo lavoro, ma la sua parte preferita della giornata era sicuramente la sera, quando, anche se sfinito, tornava a casa dai suoi amici e dal suo ragazzo.

Perché si, signore e signori.
Kuroo Tetsurou aveva la fortuna di essere il fidanzato del world-famous Kodzuken, il famoso gamer/youtuber universitario, e di averlo tutto per se. Ma Kuroo non lo amava solo per la sua fama. Anzi. Quei due si completavano a vicenda. Erano come il giorno e la notte. Erano come lo yin e lo yang. Insomma, non esisteva l'uno senza l'altro. Forse non lo davano a vedere, forse quando erano circondati dagli altri erano una semplice coppia che a stento si teneva per mano. Ma quando erano da soli tra loro si scatenava di tutto. Kuroo conosceva ogni particolare sfumatura di Kenma, e Kenma di Kuroo. Tra loro non c'erano segreti, non esistevano lati oscuri celati nella più oscura profondità del proprio subconscio. Kenma sapeva che con Kuroo poteva essere semplicemente se stesso, con ogni pregio e con ogni difetto. E così Kuroo con Kenma. Il loro amore era platonico, era fantastico. E a loro stava bene così.

Non vedeva l'ora di superare di nuovo la soglia di quella porta, togliersi le scarpe e ritrovarsi rassicurato tra i sorrisi dei suoi coinquilini e i baci di Kenma. Kuroo poteva dire di avere la vita che aveva sempre desiderato. Un finale da "e vissero tutti felici e contenti".

Arrivò davanti alla porta del proprio appartamento, tirò fuori le chiavi dalla borsa e entrò, lasciandosi alle spalle l'umidità e il freddo invernale di novembre.
Si sfilò le scarpe e le mise accuratamente affianco alle altre. C'erano esattamente sei paia di scarpe contando le sue. Si, c'erano tutti, erano tornati tutti. Come sempre lui era l'ultimo. Sentì delle voci e delle risate provenire dalla cucina, così si infilò le pantofole e andò a dare un occhiata. Il primo ad accorgersi della sua presenza fu proprio il più rumoroso fra gli amici.

« HEY HEY HEYY, KUROBRO, SEI TORNATO!! » urlò Bokuto, saltandogli letteralmente al collo. Kuroo riuscì a prenderlo al volo. Era abituato ormai da anni a questa reazione esagerata ogni volta che tornava a casa da parte dell'amico. Bokuto e Kuroo erano sempre stati come fratelli separati dalla nascita, ormai già dal liceo. Akaashi, seduto a gambe incrociate sul divano se la rideva, godendosi quella scena che si ripeteva tutte le sere come un déjà vu da quando abitavano insieme. Aveva un blocco di fogli bianchi in mano, una matita tra le dita e gli occhiali accuratamente posizionati sulla testa, come se fossero comuni occhiali da sole. Probabilmente stava lavorando ai disegni del nuovo volume dello shonen che stava progettando. Doveva essere faticoso visti tutti i fogli accartocciati sul tavolo e sul pavimento. Kuroo si meravigliava sempre della strabiliante tranquillità e calma con cui lavorava Akaashi. Ne era sempre stato colpito in realtà, non solo nel suo lavoro, ma anche nel come riusciva a tenere a bada un tornado come il suo migliore amico.

« Giusto in tempo, Tetsu-chan, non sapevamo cosa fare per cena, ti prego salvaci tu » esclamò Oikawa, sbucando da dietro il frigorifero.
Giusto, dimenticava. Ogni volta che tornava a casa, i suoi coinquilini si ritrovavano sempre a discutere cosa mangiare per cena. Ognuno di loro era sempre fuori per i propri doveri, e per il pranzo ci pensava sempre Kuroo. Ogni mattina si alzava sempre qualche minuto prima per preparare il pranzo a sacco a ognuno dei suoi amici. Era accuratissimo su questo tipo di cose, conosceva ogni preferenza da parte degli altri cinque, i tipi di allergia e intolleranza che avevano e questo lo aiutava a far si che ognuno di loro, prima che uscisse di casa, avesse il proprio pranzo a portata di mano. Non per questo il nomignolo di "mamma" affibbiatosi da Tooru e Koutarou era azzeccato.
Essendo l'ultimo dei sei a tornare a casa dal lavoro, si aspettava che una volta arrivato all'abitazione avrebbe trovato la cena pronta. Ma ogni volta era sempre la stessa storia. Non poteva stare fuori qualche minuto in più che gli altri cinque avrebbero finito per non cenare.
« Te l'ho detto Shittykawa, potevamo ordinare la pizza » disse Iwaizumi, con tono scocciato, lanciando un'occhiataccia verso il castano a cui era rivolto. Iwaizumi, insieme a Oikawa e Bokuto, erano gli unici tre ad essere legati alla pallavolo tanto quanto ne erano legati al liceo. Non che gli altri tre non la amassero più, o che non gli piacesse giocarci, ma in via professionale, gli unici del gruppo a far parte di una vera e propria squadra erano proprio Koutarou e Tooru. Hajime lavorava come allenatore ed era stato chiamato ad allenare la squadra olimpionica di pallavolo del Giappone, della quale faceva parte anche Bokuto. Anche Kuroo aveva ancora a che fare con la pallavolo, un po' più indirettamente e un po' più in via sponsoriale.

filo rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora