CONTENUTO EXTRA - Intervista ad Anubi

503 47 23
                                    

NOTA DELL'AUTRICE

Questa intervista fittizia nasce da un gioco su Instagram, in cui ho chiesto ai lettori di fare delle domande ad Anubi, come se potessero chiedergli qualsiasi cosa. Ho cercato di includerle tutte. Ho però compiuto la precisa scelta di ambientare queste interviste più o meno al tempo di narrazione de "Il Giudizio di Persefone". Caterina quindi esiste, Anubi la conosce, è già stata a Luxor. Ma è ancora giovane e frequenta l'università, quindi ho escluso le domande a proposito della sua morte. Anche il gruppo delle concubine di Anubi è nella composizione di quel periodo, e sono comprese anche le più conosciute Neferu e Sibaari. 
La prossima volta intervisterò Ade e Persie, se l'idea vi piace, e metterò le risposte nell'altra storia a loro dedicata. Queste interviste saranno presto disponibili anche sul mio sito come file scaricabile (www.lunarmorriganarts.com nella sezione dei romanzi, trovate il link anche in biografia). Naturalmente è consigliato conoscere la storia per intero. Buona lettura!




E siamo qui per intervistare Anubi, Dio antropomorfo della morte e dei riti funebri per il pantheon egizio. Vostra Grazia, i miei omaggi e ringraziamenti per essere qui. Posso darle del tu?

Il piacere è mio, mortale. Fai pure. Non sono io quello fiscale sui titoli.

Grazie. Bene, ora iniziamo. I lettori, come era prevedibile, sono ancora molto incuriositi da te, dalla tua natura, dalle tue abitudini, e soprattutto dal tuo stile di vita poliamoroso. Ho raccolto alcune domande da loro, altre sono mie, per dare un po' di varietà. Iniziamo dal semplice, che ne dici? Ecco, quindi, ci chiedono: le tue concubine ti hanno mai graffiato?

Uh, sempre! Non fraintendermi, non per violenza vera. Ma sai, quando sei... non del tutto umano... la parte istintiva è un tantino più evidente. Anche la mia, per dire. Solo che la mia mi fa puntare gli oggetti in movimento e ringhiare un po', ogni tanto; quella delle mie micie, beh... diciamo che adorano farsi le unghie su qualsiasi cosa capita a tiro. E hanno dei riflessi davvero formidabili. È capitato spesso che prendessi un graffio accidentale, se si spaventano, se si svegliano all'improvviso, se faccio loro il solletico, o mentre scopia... ops. Si può dire?

Si può dire tutto.

Ecco, allora, mentre scopiamo vola qualche artigliata, sì. Ma non lo fanno apposta e non fanno neanche così male. È tutta natura.

Da padrona di due gatti e varie cicatrici, capisco particolarmente. Comunque, rimaniamo sulla vita quotidiana con le tue concubine. Una lettrice ci ha chiesto (e questa la cito testualmente perché so che contiene un termine che vorrai approfondire): "nell'harem accetti anche altri animali oltre alle gatte?"

*Scoppia a ridere*
Harem? Harem, sul serio?

Sapevo di doverla citare testualmente.

*Ride ancora, poi si rilassa, ancora col sorriso*
Beh, allora, grazie per avermi dato l'opportunità di mettere i puntini sulle i. Non è un harem. Un harem è sì formato da un uomo e più mogli, ma non ho mai detto che nel mio gruppo dovessero esserci solo donne, se capisci cosa intendo.
*Ammicca*
Quindi, sì, noi preferiamo chiamarlo "gruppo". E per rispondere alla domanda, chiunque è benvenuto nel gruppo. In realtà, che siano tutte gatte è una coincidenza. Nella storia ho avuto molte più concubine umane. Loro, le gatte intendo, le mie compagne attuali, erano già un gruppo per conto proprio, erano ballerine di danza orientale nel palazzo di Bastet. Ero in visita e Bastet, appunto, ha fatto preparare un banchetto con spettacolo, le ho viste ballare e... Osiride solo sa quanto mi piaccia la danza del ventre, mettiamola così. Poco saggio da parte di Bastet, sono venute tutte via con me la settimana seguente. Ma sì, in realtà sono io l'infiltrato, il clandestino. Altro motivo per cui non possono essere considerate il mio harem, forse sono io il loro toy boy, è più probabile.

Come la Luna e le StelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora