6. Nulla come prima

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«Dave!» esclamò Helen non credendo ai suoi occhi, «sei proprio tu?!» volle la conferma.

«E chi sennò? Non ci siamo visti per un giorno e già ti sei scordata come sono fatto? Così mi offendi» scherzò lui.

«Cosa ci fai qui?».

«Beh... stavo camminando, volevo tornare a casa» disse, non riuscendo ad interpretare l'espressione di Helen, «tu invece? È molto tardi, che ci fai ancora in giro?» chiese senza ottenere alcuna risposta. Lei lo fissava, imbambolata, non riusciva più a pensare, non sapeva cosa rispondere, che dire. Sharon...

«Per caso qualcuno ti ha importunata?» si allarmò Dave strizzando gli occhi per studiare meglio l'espressione di Helen, «la persona a cui stavi urlando prima? Ti ha toccata contro la tua volontà?» disse agitato posandole le mani sulle spalle e avvicinando il volto al suo per poterla osservare meglio.

«Cosa?! Ma che diavolo dici!» si scandalizzò lei, scostandosi dal suo tocco.

Non si era certo dimenticata delle pene che avevano dovuto passare lei e Carol per colpa sua, la preoccupazione che avevano provato al pensiero che gli fosse potuto capitare qualcosa...

Si fissarono negli occhi per qualche istante, studiandosi a vicenda, finché Helen distolse lo sguardo e si incamminò lungo il marciapiede: «andiamo via da qua», furono le uniche parole che pronunciò per fare in modo che Dave la seguisse.

Lanciò un fugace sguardo in direzione di dove sapeva trovarsi il martoriato ed irriconoscibile cadavere di Sharon, tentando di individuarlo con gli occhi, ma appena Dave le fu accanto, il suo sguardo fu ben puntato lungo la strada che stavano percorrendo.

Camminarono in silenzio per svariati minuti, durante i quali Helen continuava a stingere morbosamente il piccolo manico del coltellino di Luke recuperato dal muro. Lo teneva nascosto sotto la felpa, attenta a non tagliarsi con la lama affilata.

Non si sentiva al sicuro, aveva i sensi amplificati, le orecchie attizzate, gli occhi ben aperti. Quello che era successo l'aveva messa in allerta, l'adrenalina continuava a scorrere veloce e silenziosa lungo le vene del suo corpo.

L'ingombrate silenzio tra i due venne spezzato dalla voce di Dave: «andiamo a casa mia. Va bene?».

«In realtà no» rispose bruscamente Helen, che dopo un paio di secondi fece un pesante sospiro e continuò la frase, «sono molto stanca Dave».

«D'accordo... però stai calma» replicò lui che non si aspettava una risposta così secca.

L'amica rimase in silenzio, non abboccò alla provocazione avvolta com'era da pensieri turbolenti e da emozioni indecifrabili. Ancora non era riuscita ad analizzare e a dare una spiegazione logica a tutto quello che le era accaduto quella notte, ma una cosa la sapeva.

Nulla sarebbe più tornato come prima.

I due ragazzi proseguirono in silenzio, fino a quando non svoltarono nella via di casa di Helen. A quel punto Dave prese coraggio e pronunciò teso: «ce l'hai con me, vero?».

Helen si girò per guardarlo in volto, ma come risposta gli concesse soltanto un piccolo verso non ben interpretabile: «mmm».

Non voleva concedergli nessun aiuto, se la sarebbe dovuta cavare da solo. Ne aveva passate troppe quel giorno per riuscire ad essere clemente e benevola.

«So di essere scomparso, di non essermi fatto vivo per l'intera giornata, ma avevo bisogno di stare un pò per i fatti miei, per riflettere... sai, Sharon... non riesco ancora a crederci» disse, palesemente addolorato.

Helen continuò a non aprir bocca perciò Dave andò avanti a perorare la sua causa: «mi dispiace se vi siete allarmate per me, ma sto bene. Te l'ho detto, mi serviva solo del tempo per elaborare tutta questa faccenda».

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 05, 2021 ⏰

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