5. ...e realtà

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«Sharon...» mormorò Helen sconvolta.

Sotto shock il suo cervello aveva smesso di pensare, come annebbiato, non riusciva a dare un senso a quello che stava vivendo, tan'è che per un istante credette di essere ancora intrappolata nell'orrenda visione vissuta poco prima.

«Sharon...» mormorò ancora più debolmente, «ma cosa ti è successo?».

E non si riferiva alla sparizione, ma piuttosto al suo aspetto. Difatti, dopo un primo momento si stupore nel riconoscere quei tratti familiari, si chiese se non avesse sbagliato persona... o creatura.

Appena quel termine prese forma nella sua mente, senza frasi notare, si pizzicò forte il braccio, nella speranza che il dolore riuscisse a risvegliarla. Ma per quanto forte stringesse la pelle del braccio tra le sue dita, non c'era modo che ciò che aveva davanti agli occhi svanisse.
Sharon, che della Sharon che conosceva lei non aveva più niente, rimase immobile dinnanzi a lei, continuando a fissare i suoi terrificanti occhi stravolti in quelli di Helen.

La sua pelle, normalmente di un delicato marroncino tenue, aveva assunto un malsano colore grigiastro, grandi occhiaie scure le sottolineavano i due inquietanti occhi inumani, che sembrava fossero iniettati di sangue verde a tal punto da nascondere il naturale color nocciola delle iridi. I capelli erano arruffati e sfibrati, avevano perso la loro lucentezza e foltezza, riducendosi a poche ciocche spente.

Più Helen la osservava, più un terrore viscerale si faceva strada nel suo corpo, non riusciva ad immaginare cosa avesse dovuto subire per assumere l'aspetto che aveva in quel momento, e si sentì profondamente in colpa nell'aver provato paura e disgusto nel vederla; pensò che aveva bisogno di aiuto, che doveva chiamare un'ambulanza, ma il pensiero morì sul nascere quando Sharon, che continuava a fissarla muta ed inespressiva, improvvisamente contrasse i muscoli della faccia in mostruoso sorriso.

Era sempre più convinta di essere entrata a far parte di un film dell'orrore a sua insaputa, e in quel momento capì perché i protagonisti di questo genere di film, non scappavano mai difronte al pericolo: anche lei era completamente paralizzata dal terrore.

Sharon aveva tutto l'aspetto di una bambola assassina di dimensioni umane, il suo innaturalmente ampio sorriso scopriva denti gialli ed affilati, ed alla loro vista Helen iniziò a tremare come una foglia preda di un temporale.

Allungò una mano callosa e lercia come quella di un anziano contadino dalle unghie lunghe come artigli, e puntò l'indice su di lei. Improvvisamente Helen rivisse ad occhi aperti i frammenti inquietanti dell'incubo che aveva fatto un paio di giorni addietro e la visione che si era presa gioco della sua mente poco prima in biblioteca.
Come scossa da questi ricordi indietreggiò d'istinto e sparì ogni traccia di pena dal suo sguardo.

Sharon reagì al mutamento di Helen rilassando i muscoli facciali, l'aberrante sorriso le scomparve dal volto lasciando afflosciare la pelle sopra le ossa scarne. Spostò lo sguardo appena sotto il livello degli occhi di Helen, come attratta da qualcosa di più interessante, e con determinazione fece una lunga falcata verso di lei allungando il braccio sinistro in avanti per afferrarla.

Helen, confusa dalla deviazione di attenzione, credette che Sharon avesse cambiato bersaglio, e si rese conto troppo tardi che, al contrario, stava puntando proprio lei, più precisamente, il limpido marchio verde che le era emerso sul lato sinistro del collo.

Presa alla sprovvista, tentò un passo indietro, ma cadde dolorosamente a terra, dopo essere inciampata in un dislivello del marciapiede. Consapevole di non aver più alcuna via di scampo chiuse gli occhi quando vide il volto di Sharon a pochi centimetri da lei. Contrasse i muscoli in attesa di un dolore atroce, ma l'unica cosa atroce che percepì fu il grido disumano che le perforò i timpani, lasciandola momentaneamente assordata ed immobile sul suolo del marciapiede. Pochi secondi più tardi sentì un piccolo oggetto colpirle una spalla e rotolare accanto a lei.

La città eterna e l'anatema del tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora