Cap.5 La fuga

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"Dove mi stai portando?"domando incerta delle mie stesse parole.

"Forse ora la smetterai con questo tuo tono saputello"disse aprendo una cella e sbattendo mici dentro con forza. Caddi a terra contro il pavimento freddo e polveroso. Subito mi rimisi in piedi e corsi verso le sbarre.

"No ti prego non puoi lasciarmi qui"dico io ma lui senza darmi ascolto chiude l'enorme lucchetto con una chiave.

"Sicura?"domanda lui.

"Non puoi farlo" urlo.

"Si che posso è casa mia"dice allontanandosi.

"Non puoi farlo, non puoi farlo!"gli urlo mentre scuoto quelle sbarre alla disperata ricerca di una via di fuga.

Ma niente. Lui se ne è già andato. Sospiro rassegnata e cado inginocchiata a terra con il volto in lacrime.

Inizio a piangere senza fermarmi. Maledizione alla mia stupida curiosità. Piango così tanto che sono costretta a smettere solo per mancata idratazione all'interno del mio corpo.

Il mattino seguente un rumore mi sveglia. Sussulto notando sulla soglia Edward dietro le sbarre. Senza parlare infila la chiave nel lucchetto e dopo qualche scatto l'aprì. Spalanca la porta e mi fa cenno di uscire.

"Esci"mi dice, ma io non riesco a muovermi sono completamente terrorizzata dalla sua presenza.

"Mi hai sentito? Alzati e vattene"dice. Tremante mi sollevo facendomi forza sulle braccia. Quando sono quasi finalmente in piedi mi sento tremare e sto per cadere. Osservo i suoi piedi fare un passo in avanti verso di me, come a volermi prendere prima che cadessi. Rabbrividisco e indietreggio. Lui non perde neanche un minuto e si ricompone tornando al suo posto.

"Fila via"dice.

"I-io"balbetto.

"Porta il tuo culo fuori di qui prima che richiuda questa porta. E puoi stanne certa che non la riaprirò."dice. Odio quel tono. Inizio a odiare anche la sua voce. Senza sapere cosa faccio porto la mano destra in dietro per caricare e poi spingo in avanti cercando di colpirlo in faccia con una sberla. Lui afferra di scatto il mio polso e lo stringe tra le dita.

"Non provarci"dice sibilando tra i denti.

"Non mi toccare"dico ritraendo via la mano. Scostandolo mi allontano da lui e comincio a correre. Davanti a me c'è Donna Agata. Mi getto tra le sue braccia e la stringo forte a me.

"Va tutto bene piccola, va tutto bene"mi sussurra lei.

"Lavati. Sei orribile in quello stato"mi dice.

"Andiamo tesoro"dice Donna Agata mentre mi accompagna nella mia stanza.

"Agata"dico piangendo.

"Lo so tesoro andiamo. Sei stanca e confusa. Ti riempio la vasca, vedrai che dopo starai molto meglio."mi dice lei.

La sento dirigersi in bagno e aprire il rubinetto dell'acqua.

"E' pronto. Vieni tesoro"dice lei afferrandomi per le spalle e aiutandomi ad alzare dal letto. Mi metto in piedi e con l'aiuto di Donna Agata raggiungo la vasca da bagno. Molto delicatamente mi aggrappo alla vasca.

"Posso ..?" dico io.

"Ma certo"dice lei uscendo e lasciandomi un po' di privacy. Mi tolgo la divisa da cameriera e mi siedo dentro la calda vasca da bagno piena di oli e Sali profumati. Dopo qualche istante sento la porta aprirsi. E' Agata.

"Ti senti meglio?"mi domanda.

"E' un mostro Agata, come potete servire una persona così crudele e meschina"dico singhiozzando.

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