1. Alcoholic Rhapsod

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Una noiosa sera invernale decisi di andare a bere qualcosa, erano troppi mesi che non passavo una serata decente. Mi diedero tutti buca ma questo non mi fermò. Decisi di uscire da solo pensando che qualcuno, con cui passare la serata, lo avrei trovato.
Arrivato al locale vidi solamente una ragazza, anche lei da sola. L'avevo già vista altre volte e mi aveva sempre incuriosito ma a causa di forze maggiori non ho mai avuto l'occasione per andarle a parlare. Mi avvicinai al bancone facendo finta di niente ordinando una birra chiara alla spina. Mi fermai a pensare cercando di trovare una scusa per andare a rompere il ghiaccio, magari offrendole da bere, mi venne un lampo di genio: vidi che indossava una maglia di un gruppo che conosco allora chiesi al barman di metter su una loro canzone. Dopo poco la vidi alzare lo sguardo meravigliata, aveva riconosciuto la canzone. Era la volta buona, mi incamminai verso di lei ma al dunque vidi arrivare una sua amica a rovinare i miei piani.
Giù di morale ordinai non una ma ben tre birre di fila pensando di passare il resto della mia, oramai ex, triste serata da solo a guardare il barman servire, mi piaceva farlo ma quella sera avevo un obbiettivo: conoscere quella ragazza.
Quegli sguardi scambiati nelle precedenti uscite mi avevo impresso addosso milioni di pensieri differenti impossibili da dimenticare.
Ero disperato, quella ragazza era con la sua amica e io tristemente solo con la mia birra. La vidi alzarsi e dirigersi verso l'uscita per andare a fumare e decisi di seguirla, non avrei avuto altre occasioni.
<Buonasera> le dissi, lei mi guardò freddamente e non rispose.
<Avresti un accendino?>
<Tiè, mi fai silenzio> mi rispose, non penso che si fosse accorta che sono lo stesso ragazzo del bancone.
<Conosci per caso la canzone che é stat riprodotta prima?> le chiesi con coraggio
<Si certo. Era una canzone dei Queen, 'I want to break free' se non erro>
<Uhm... senti ma... prima stavi guardando me? O sono talmente brillo da credere che una così bella ragazza stesse guardano me?> si mise a ridere, quella risata... dio mio, un suono divino.
<Si hai ragione, ti stavo guardando. Sei un bel ragazzo, non mi dispiaci>
<Wow... sogni o son desto?> rise di nuovo.
<Quella canzone l'ho fatta riprodurre io>
<Davvero? Mio dio è la mia canzone preferita>
<Ma dai! Io adoro 'Bohemian Rhapsody'> mi annuì in segno di assenso senza rispondere così portai la conversazione su un altro piano.
<Sai questo tuo bel visino innocente mi incuriosisce>
<Si? E a cosa ti fa pensare?> chiese avvicinandosi. Io ci stetti e andai a posizionarmi di fronte a lei, avvicinandomi pericolosamente.
<Mi fa pensare a troppe cose, dalle più belle come una semplice carezza -che andai a farle, le sfregai le nocche sulla guancia e la vidi socchiudere gli occhi lasciandosi andare al mio gesto gentile- alle cose più sporche> le guardai le labbra e andai a passare il pollice sopra di esse. Vidi nei suoi occhi una scintilla differente, mai vista, ma non ci diedi peso o meglio: non volli darci peso.
<Ti va di...
<Ei stronza, torna dentro che non ho finito> sentii la sua amica chiamarla.
<Devo andare...> mi sussurrò.
<Ei aspetta, ti andrebbe un drink?>
<Certo -sorrise- sento lei e ti raggiungo al bancone> quel sorriso...
Rientrai anche io e andai a sedermi girandomi verso di lei.
Dopo un po' le vidi alzarsi e salutarsi, l'amica stava andando via e lei sarebbe stata mia per un bel po.
Si sedette accanto a me e ordinai un gin tonic e un mojito iniziando a conversare del più e del meno.
<Ti sta molto bene questa magliettina> le dissi ma la verità era che la odiavo, la volevo senza quella maglietta o solo con quella addosso mentre si contorceva dal piacere che le stavo facendo provare.
<Grazie, non volevo mettere questa ma una semplice felpa in realtà>
<Secondo me saresti interessante con qualsiasi cosa... e con nulla addosso> confessai, lei arrossì e la vidi agitarsi sul piccolo sgabello.
<Beh che dire...> si schiarì la voce.
<Mi basta questo, é più che sufficiente> le sorrisi e lei fece lo stesso.
<Devo andare in bagno, con permesso> si alzò e le squadrai quel culo perfetto chiuso in quei jeans chiari.
Non mi lasciai sfuggire l'occasione e la seguii ma venni attirato da un movimento all'entrata, era tornata quella sua amica e decisi di prendere la palla al balzo e provarci. Mi avvicinai al tavolo e mi sedei, iniziammo a parlare del più e del meno quando vidi arrivare la ragazza della maglietta. Si avvicinò a noi salutando la sua amica e squadrando me con sguardo arcigno.
<Cosa state facendo?>
<Parliamo amo, volevo chiederti una cosa e sono rientrata ma ho conosciuto lui>
<Che fortuna...> mi guardò malamente e sentii una bella sensazione.
Parlarono tra loro e ma io la fissai per tutto il tempo.
<Vado in bagno, torno subito> questa volta la seguii ed entrai in bagno con lei.
Durante la nostra conversazione al bancone parlammo storie di vario genere e volle che le raccontassi una storia. Le raccontai la storia di due ragazzi conosciutosi in una chat anonima online dove lui cercava di conquistare lei raccontandole una delle sue storie più famose.
Durante il tragitto mi chiese proprio il finale di questa storia ma essa non aveva un finale allora la bloccai dai fianchi e la girai verso lo specchio accostandomi alla sua schiena.
<In realtà questa storia non ha un finale... ti andrebbe di scriverlo insieme?> lei non rispose, si girò verso di me e iniziammo a baciarci. Mi sentivo troppo eccitato e lei lo stesso. Bussarono alla porta del bagno più volte ma non ci importò, nessuno riuscì a rompere il nostro incantesimo, eravamo su un altro pianeta.
Le accarezzai tutto il corpo scendendo giù, nei suoi pantaloni e lei fece lo stesso.
Eravamo dei perfetti sconosciuti fino a pochi minuti prima e la cosa ci eccitava, la voglia era tanta così la presi in braccio e la posai sul piano del lavabo e sentii subito la sua mano sulla mia testa fare pressione verso il basso: sapevo cosa voleva, perfettamente.
Iniziai a baciarla ovunque scendendo giù sul punto del suo piacere, iniziai a leccarla da subito sentendo un fiume sulle labbra e un sapore divino sulla lingua. La sentii godere come non mai e non riuscii a resistere.
Iniziai a sentirla quasi al limite allora mi alzai e baciandola andai a slacciarmi i jeans e ad abbassare i boxer. Arrivammo finalmente al punto che attendevo da quando l'avevo vista lì seduta poche ore prima.
Non credevo fosse reale, forse per le birre o forse per quella stramba storia che le raccontai e che stavamo finendo di scrivere in quel momento.
Scesi con le labbra sul suo collo e lei aggancio le gambe ai miei fianchi, andai a strusciare l'erezione tra le labbra lubrificandone la punta indossando poi il preservativo. Le entrai dentro con cautela e sentii le sue pareti modellarsi alla mia durezza mentre mi spingevo sempre più giù. Era calda e bagnata, un sogno. Scivolai al suo interno come avevo sognato dalla prima volta che i nostri sguardi si intrecciarono tra loro.
La sentivo godere sulle mie labbra, non l'avevo lasciata un attimo. Volevo il suo respiro, volevo il suo corpo, volevo la sua mente: la volevo mia, anche se solo per quella notte.
I minuti sembravano secondi, il tempo scorreva inesorabilmente, il bussare alla porta continuava insistente ma noi non eravamo più li.
Eravamo in un universo parallelo, lontani dalla realtà.
Continuavo a baciarla senza sosta mentre le stoccate divennero potenti, la sentivo balzare in alto ad ogni potente spinta.
Il suo cellulare squillò ma non ce ne interessammo. La voglia era troppa, eravamo caduti al cospetto di Eros, nelle grinfie della passione viscerale.
<Fai più piano altrimenti...>
<Sshhh> non la lasciai finire, mi impossessai nuovamente delle sue labbra, non curante delle sue parole.
Probabilmente ci sentirono sul serio ma non me ne importai. Forse si era fatto tardi, più nessuno venne a reclamare dietro la porta e noi eravamo sempre più in balìa delle onde del piacere, stavamo per toccare il picco.
Cercavo di trattenermi, di procastinare l'arrivo più possibile mentre lei tremava, con le braccia mi teneva stretto a lei come a dire di non fermarmi ma non ne avevo la più minima idea: sarei arrivato fino in fondo. La stringevo a me con una mano sulle tette, a palpare quei seni morbidi, e una sul fianco per cercare di non farla scivolare ad ogni possente spinta. Diedi altre poche spinte poi non resistetti più, sentii lei esplodere in un orgasmo lungo e potente ed io venni dietro di lei, caldo e abbondante. Continuai a spingere fino alla fine dell'orgasmo, poi mi fermai e tornai a baciarla. La guardai tutta senza uscire da lei. Nessuno dei due sapeva quanto tempo fosse passato ma sapevamo perfettamente come finiva quella fantomatica storia, questo finale scritto a quattro mani dove lei si era ritrovata nuda, piena e con il trucco sbavato che sporco quella maglietta...
<È stata una fortuna che tu abbia messo questa magliettina>
<Già... e che tu avessi un preservativo> mi sorrise perversamente. Non voleva lasciarmi, le sue gambe erano ancora ancorate ai miei fianchi.
<Da quando ti ho visto ne ho sempre uno con me> le confessai accarezzandole le cosce, lei arrossì poi si spostò. La feci scendere dal ripiano e iniziammo a rivestirci un po' imbarazzati.
Uscimmo da quel bagno cercando di non dare nell'occhio e vidimo subito che il locale era quasi vuoto. Il barista ci scoccò un'occhiata chiedendo se volevamo chiudere la serata in grande stile.
<Ti va? Poi andiamo a casa... magari a casa mia> le chiesi accostandomi alla sua schiena e respirando l'odore di sesso che emanava.
<Si, mi va e... accetto volentieri l'invito> acconsentì.
Quella serata si concluse così, ritrovandosi dopo un'oretta sbronzi sul divano di casa, in fibrillazione per la notte che sarebbe arrivata a breve.

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