5. L'Alce e l'Aquila

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L'assedio durava da settimane, forse mesi. Il morale degli uomini era sempre più basso e come ricordava da sempre il Lord Tyler 'le battaglie sono come le donne, le conquisti solo quando sei convinto di poterlo fare' ma di uomini convinti ne erano rimasti veramente pochi.
Uno di questi pochi speranzosi era sicuramente Ser Lothos, un giovane cavaliere valoroso che si era distinto tra gli uomini della corona prima nei tornei a cavallo, prima della guerra, poi in battaglia, arrivando ad essere messo, in pochissimo tempo, a comando dell'ala destra e di tutte le torri di guardia che si trovavano in quella sezione della fortezza.
Le sue nobili origini, il suo carisma e i suoi meriti lo rendevano il pretendente perfetto per la corsa alla mano di Lady Celia, figlia unica del lord di Altafortezza il quale aveva completamente riposto le speranze in Ser Lothos affinché a guerra finita prendesse in sposa sua figlia e generasse a sua volta un figlio maschio, un erede che avesse metà del sangue di casa Tyler che da secoli dominavano l'ovest, un immenso territorio che si estendeva dalle terre basse fino ai picchi del "Eterno inverno".
Lady Celia era poco più che una bambina,splendida, capelli ramati lunghi fino ai fianchi, una corporatura esile e graziosa, una carnagione livida che lasciava intravedere i corpi venosi del sottostrato e due occhi di un castano acceso che alla luce del sole quasi brillavano emanando riflessi che ricordavano la tonalità dei suoi capelli.
Lady Celia aveva, solo da qualche ciclo di luna, compiuto il suo primo sanguinamento il quale era stato accolto dalla nobile fanciulla con un certo timore che però non intimorì di certo suo padre il quale apprese la notizia con grande entusiasmo tanto che fece già portare avanti alcuni preparativi per il futuro matrimonio.
La sua stanza si trovava proprio nell'ala destra di Altafortezza e spesso a guardia dei suoi appartamenti c'era proprio Ser Lothos insieme a Lancell il suo scudiero, anche lui di nobile origine, figlio del fratello minore di Lord Merbury, da sempre vice di Lord Tyler.
Lady Celia e Ser Lothos avevano non più di 5 anni di differenza. Il fascino di Lothos non lasciava per nulla indifferente Celia, la quale più volte aveva cercato di ammaliare il suo futuro sposo convincendolo ad entrare nella sua stanza mentre egli era di guardia. Lui appariva sempre molto austero e ligio al dovere, dopotutto deflorare la purezza di Lady Celia prima del matrimonio avrebbe significato arrecare un grande disonore nella casata Tyler e tutti sapevano che non era piacevole averli come nemici, per questo giurando sul suo onore, il giovane cavaliere declinò più volte le offerte della figlia di Lord Mance Tyler.
L'arrivo della stagione piovosa aveva dato una naturale tregua all'assedio di Altafortezza e in quei giorni sembrava addirittura ritrovata una certa normalità tra le mura della dimora dei Tyler, ad alcuni sembrava quasi che la guerra fosse un lontano ricordo addirittura. La sospensione dei combattimenti aveva permesso l'approvvigionamento di molte derrate alimentari le quali, nell'ultimo periodo, stavano sempre più scarseggiando, questo aveva spinto il Lord di Altafortezza a concedere alla sua corte, ai cavalieri e ai Lord delle Terre basse, un banchetto nonostante il clima di guerra. Pensava che ciò avrebbe risollevato un po' il morale dei suoi uomini e della sua famiglia.
Quella sera Ser Lothos e Lancell erano di riposo ma il cavaliere indossava comunque la sua scintillante armatura verde con al centro del petto l'emblema dell'alce incoronato, simbolo della sua nobile casata. Il folti capelli castani e mossi non erano di solito visibili perché indossava quasi sempre l'elmo, quella sera però Lady Celia non poté non notarli. Constatò che insieme a quella barba dello stesso colore, il giovane cavaliere, che sarebbe diventato suo marito a guerra terminata, appariva veramente splendido nella sua armatura verde ornata di zaffiri scintillanti.
I due giovani nobili erano stati posti l'uno a fianco dell'altro come si confà ai promessi sposi durante i banchetti, alla sinistra di Lothos era seduto Lancell, lo scudiero che seguiva il primo quasi come fosse la sua ombra. I suoi capelli biondi gli scendevano fino alle spalle e per l'evento aveva deciso di indossare un faretto color porpora e oro con delle decorazioni raffiguranti l'Aquila in volo, simbolo della sua nobile famiglia.
Il giovane di casa Merbury non aveva il fascino di Lothos ma era comunque un ragazzo di bell'aspetto con un fisico asciutto ma dei lineamenti leggermente effemminati forse accentuati dal fatto che anch'egli aveva poco più di 16 anni.
Come sempre serviva Lothos con attenzione e anche quella sera continuava a riempirgli di vino la coppa mentre Lothos faceva lo stesso con la sua promessa, Celia.
I tre si ritrovarono ubriachi nel giro di poche portate, i giullari si scambiavano spesso e Lady Celia rimase colpita da una vecchia canzone che recitava
<Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto,che furo al tempo che passaro i Mori di Giada il mare, e in terra nocquer tanto>, il resto non lo ricordava bene, forse il vino aveva già fatto troppo effetto ma quella strofa le aveva fatto risvegliare qualcosa dentro. Accanto a lei aveva tutto ciò che aveva sempre sognato, un aitante cavaliere giovane e valoroso, forte e bellissimo e lei non aspettava nient'altro che la notte delle nozze per scoprire se Lothos avesse a letto lo stesso ardore e le stesse virtù che si narrava avesse in battaglia.
La serata continuò piacevolmente tra canti, danze e vino, purtroppo per lei però arrivò il momento di rincasare. A Lothos e a Lancell fu ordinato di riaccompagnare nelle sue stanze la Lady di Tyler, facendo un enorme sforzo i due cercarono di apparire davanti al Lord di Altafortezza il più sobri possibile e così seguendo la giovane donzella si incamminarono verso l'ala destra del castello.
Ci misero più del dovuto a percorrere il corridoio che portava alle stanze da notte. Lungo il tragitto Lady Celia noto che Lonthos era molto più disteso del solito, quel vino così dolce sembrava avesse addolcito anche lui. Notò persino una certa complicità tra i due ragazzi, era abituata a vederli molto più attenti e disciplinati fuori dalla sua porta quando montavano alla guardia, le sembrò addirittura che Lancell con un movimento repentino gli avesse preso la mano portandola ad accarezzarlo ma Celia non sapeva esattamente quello che stava guardando, la sua vista era quasi totalmente offuscata.
Arrivati al cospetto della porta d'ingresso dei suoi appartamenti, la ragazza di alto lignaggio cercò di ricomporsi ma vedendo quelli che dovevano essere la sua scorta quasi si dimenticò di tutte le lezioni di buon costume che gli erano state impartite fin da bambina. Prese la lampada ad olio che teneva tra le mani avvicinandola ai loro volti
<In camera ho qualche otre di vino trafugata dalle cucine. Sarebbe un peccato lasciarle andare a male e voi stasera non siete di guardia, altri due prenderanno a breve il vostro posto e in più non è nemmeno troppo tardi, la luna è ancora alta nel cielo>
Lonthos era abituato a ricevere e a declinare gli inviti della bella Celia, che quella sera era particolarmente splendida. Indossava un lungo abito bordeaux, i lunghi capelli rossi erano impreziositi da una bellissima coroncina argentata ornata di perle e l'ampia scollatura dell'abito le metteva in risalto il seno abbastanza prosperoso essendo di corporatura molto esile. Il suo collo, bianco quasi latte, era ornato da un diadema nero, nettamente in contrasto con il colore della sua carnagione.
Lancell non si sarebbe mai aspettato un simile invito e per questo quasi inconsciamente per paura di sbagliare rispose con un quasi irrispettoso 'se questo compiace alla mia Lady accettiamo volentieri l'invito', Lonthos gli tirò un occhiataccia e prima che riuscì a dire una parola Lady Celia si intromise tra loro sentenziando un 'vi prego, mi sento così sola certe notti, vi giuro che non lo saprà nessuno, sarà il nostro segreto'.
Lancell e Lonthos si guardarono e senza dire una parola seguirono la fanciulla dall'altro lato guardandosi intorno e sperando di non essere stati visti da nessuno.
Una volta dentro Lady Celia li fece accomodare in un ampio salotto con camino, a terra erano posizionati grandi pelli di alce come tappeti. Disse loro che sarebbe ritornata a momenti e che potevano anche iniziare a riempire le coppe di vino in attesa del suo arrivo.
I due non se lo fecero ripetere e si distesero su una di quelle pelli. Celia ci mise più del dovuto e nel momento in cui dolcemente stava rientrando si accorse che i giovani guerrieri stavano sdraiati di fianco al fuoco, uno affianco all'altro e si stavano scambiando effusioni proprio davanti ai suoi occhi. Vide esattamente la lingua di Lancell entrare nella bocca di Lonthos e iniziare a girare intorno alla sua lingua, vide Lonthos, che ormai si era disfatto dell'armatura ed era rimasto solo con la cotta di maglia e le braghe, toccarsi il sesso con enfasi, non vide però che Lancell non aveva più nulla sotto, questo lo notò solamente quando avanzò verso di loro.
Rimase a fissarli per qualche istante, non sapeva a cosa pensare. Quelli che nella sua mente erano solo pettegolezzi da cortigiane in realtà avevano più fondamento di quanto pensasse, davanti a lei c'era il suo futuro marito che stava palpeggiando il membro del suo scudiero mentre lo baciava.
Incautamente, ma forse volontariamente, urtò contro un divanetto. Quando la videro i due non dissero una parola, lei continuò a fissarli, prese la coppa piena di vino e si andò a posizionare proprio accanto a loro.
<Continuate pure, visto che ormai vi ho visti non avete più nulla da temere> si rivolse ai due, Lonthos cerco di alzarsi e gettò una coperta sul sesso di Lancell cercando di coprirlo, Celia con fare autoritario gli strappo la coperta e gli ordinò di continuare, era pur sempre la loro Lady, la figlia di Lord Tyler.
Mentre Lancell stava iniziando a rimuovere gli indumenti che rimanevano al futuro marito di Celia, lei li fermò e chiese Lonthos di slacciarle il corpetto che la stava torturando da tutta la sera. Non se lo fece ripetere e iniziò a slacciarle le stringhe pian piano, la donzella rimase con i seni scoperti davanti a loro. Seni piccoli e sodi ma che avevano una forma graziosa proprio come Lonthos aveva sempre immaginato. Celia si avvicinò sempre di più e gattonando sulle pelli si intrufolò tra i due, in un batter d'occhio si ritrovo con Lancell che le palpava i seni e Lonthos che le baciava il collo.
I suoi capezzoli stavano iniziando ad indurirsi, Lonthos e Lancell le leccavano rispettivamente il seno destro e il seno sinistro mentre lei con le mani accarezzava i membri di entrambi.
Eccitata e incuriosita chiese ad entrambi se quella fosse la prima volta che facevano una cosa simile
<Nelle voci di castello c'è sempre un fondo di verità> le disse Lonthos, ridendo insieme a Lancell. Mentre si stava togliendo la cotta di maglia, Celia sorrise a sua volta e guardandoli con sguardo malizioso gli propose di fare un gioco. Questo consisteva nel farsi ammirare da lei mentre i due ragazzi dovevano comportarsi normalmente come se lei non ci fosse, loro accettarno e la lady si mise seduta su di un divanetto davanti a loro.
Pian piano Lancell tirò fuori dalle braghe anche il cazzo di Lonthos e iniziarono a masturbarsi a vicenda. Celia sentiva un calore dentro, iniziava a sentire la biancheria che lentamente andava bagnandosi mentre lei era cosparsa di brividi. I due si scambiavano reciprocamente piacere e Celia non resistette alla tentazione di toccarsi e accarezzarsi, iniziò prima dolcemente poi dopo qualche istante cominciò ad infilare prima un dito, poi un altro.
Nel frattempo lo spettacolo davanti a lei stava diventando sempre più intenso, quello che fino a pochi istanti prima era il suo coraggioso, altero e valoroso futuro marito adesso stava tenendo in bocca il cazzo del suo scudiero mentre questo gli accarezzava i folti capelli e gli spingeva la testa contro di lui, Lonthos sembrava perfettamente cosciente di cosa stesse facendo. Mentre leccava la sua virilità con una mano gli massaggiava le palle, a quel punto si voltarono, Lancell salì sopra Lonthos con il cazzo rivolto verso la sua faccia mentre l'altro sdraiato glielo prendeva in bocca all'altra estremità.
Celia ormai era diventata un lago di eccitazione e i due la guardarono
<Cosa fai ancora lì, vieni con noi> le dissero, la dolce nobile si alzò e si diresse verso di loro, non aveva nemmeno più la biancheria. Si stese fra loro e cominciò nuovamente a dargli piacere con le mani. Si inginocchiò ritrovandoseli di fronte, prese entrambi i loro cazzi e se li mise in bocca quasi soffocando, continuò poi ad alternarsi mentre gli altri due continuavano a baciarsi.
Nella stanza il piacere e l'eros erano palpabili tanto che quasi naturalmente i tre si trovarono nuovamente sdraiati sulla pelle d'alce, stavolta però Lancell stava penetrando Lady Celia allungato al suo fianco e Lanthos stava continuando a farselo succhiare dalla ragazza che sembrava oramai insaziabile.
Talmente insaziabile che bramava che anche il suo promesso la pentrasse, non aspettava altro. Fece spostare Lancell, si mise a quattro zampe inarcò la schiena e si posizionò davanti a lui, il quale non aspettò un secondo. Si passò una mano sulla lingua e poi sul cazzo per lubrificarlo e glielo infilò nel buchetto più stretto, la ragazza gemette di piacere misto a dolore. Nel frattempo il cavaliere aveva fatto segno al suo scudiero di posizionarsi sotto Celia, obbedi subito, prese il suo cazzo è iniziò a scoparla mentre lei era sopra di lui e veniva penetrata da dietro anche da Lanthos.
Le urla di piacere quasi rischiavano di disturbare quella tranquilla notte di piacere, così il cavaliere posizionò una mano davanti alla bocca della ragazza per attutire i suoni che emetteva. Suoni di piacere e godimento assoluto.
I tre giovani nobili erano ormai una cosa sola, si muovevano all'unisono, come se si conoscessero da una vita. C'era una affinità travolgente che li portò ben presto ad arrivare al culmine del piacere.
Lei ormai grondava piacere dalla sua intimità non più vergine, loro invece continuavano a scoparla e sentivano che le piaceva quando più andavano a fondo nello stesso momento. Con uno sguardo Lanthos indicò a Lancell che ormai stava per capitolare così i due si posizionarono davanti alla Lady di Altafortezza e la inondarono di sborra calda. In viso, sui seni, su tutto il corpo, quando ebbero finito la gentil donzella si impegnò a ripulire i loro membri dai residui di seme rimasti.
Cominciarono a rivestirsi e nel frattempo l'effetto del vino era quasi dissipato, Lonthos si rimise l'armatura e sembrava essere ritornato l'austero cavaliere e promesso sposo mentre Lancell fino a poco prima così spigliato e pieno di iniziativa era tornato ad essere il semplice scudiero accondiscendente.
L'unica che sembrava non essere ritornata nel ruolo che gli era stato cucito addosso era Celia la quale si avvicino e salutò entrambi con un bacio sulle labbra.
<Ora ho capito perché fino a stasera hai sempre rifiutato i miei inviti ser Lonthos, vedo che il tuo cuore appartiene ad altri. Lo so che hai accettato il mio invito e hai accettato di darmi piacere solamente perché io sono la tua Lady e in quel momento te lo stavo quasi ordinando, lo accetto, e se mio padre sarà tanto stolto da non voler capire che il nostro futuro non è quello di stare insieme, sarò lieta di accogliervi entrambi. Sarebbe un crimine cercare di separare voi due, nel mio letto ci sarà sempre posto per entrambi>
Lanthos fece un inchino aprì la porta e fece cenno a Lancell di seguirlo, sparirono nell'oscurità così come erano arrivati, il banchetto era finito ore prima, le prime luci dell'alba stavano iniziando a farsi largo nel buio e la guerra che incombeva non permetteva ulteriori distrazioni, era un cavaliere e i cavalieri non condividono il letto con i propri scudieri.

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