Terzo Lustro di disperata rassegnazione

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cenni
d'occhi
di lago marino:
responso silente di sguardi muti.
vociare d'argenteria muore,
tintinnando tra le vivande.
al susseguirsi del trambusto di passi
una porta si chiuse
dietro
imo eremo intimo d'eros.
tagliando fuori il mondo,
ignaro
ed incostante;
mani voluttuose
schiusero
non viste
vestiti e cerniere
caldi del gelo d'autunno,
seni liberi all'occhio
glutei spersi su dita
membri in affannosa ricerca;
pelle nuda,
che struscia e ansima e s'arrende
l'una sull'altra
in arrendevole spasmo
spasimo dell'anelito d'anteros
in orgasmica
duplice
esplosione
morente in due sospiri
ed un bacio.
e tu mi pensi in questa memoria
e io ti penso in tale memoria
a tre lustri
di dannata distanza...

QUANDO TORNÒ A PARLAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora