Prologo

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Albius si coprì il volto con il cappuccio e socchiuse la porta di casa, preoccupato. Il chiarore della luna illuminava la triste via notturna e priva di vita del paese, qualcosa tuttavia aveva attirato la sua attenzione. Il sesto senso che da sempre caratterizzava ogni spettro nero? O forse era solo stanco.
Dopo una decina di secondi si lasciò tutto alle spalle e tornò verso il soggiorno, rincuorato di essersi sbagliato.
Un'ombra però lo contraddisse. La forza invisibile del vento lo spinse violentemente su una sedia. Albius, senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò paralizzato, inchiodato di fronte al tavolo della sua stessa casa.
Dei passi lenti si avvicinavano. Chi poteva essere?
"Chi sei?" chiese allarmato, incapace persino di voltarsi. Magia oscura, non si trattava di un suo simile.
Un ragazzo dagli occhi verdi comparve come un fantasma e si rivelò a lui.
"Non è importante chi sono, ma cosa voglio" sibilò lo stregone
"Non ti dirò proprio nulla, invece!" rispose stizzito Albius.
"Voi spettri siete difficili da trovare."
"Siamo rimasti in pochi..."
"Mi servono i vostri poteri, ho bisogno di recuperare la memoria."
"Non ho queste capacità, Over. Mi spiace, ragazzo."
"Menti! Sai leggere i miei pensieri, conosci il mio nome."
Una scarica elettrica scaraventò a terra il povero Albius.
"No, lo giuro!"
Un'altra raffica di energia si abbatté sullo spettro nero.
"La tua, la tua magia la conosco..." osservò dolorante e spaventato. "È magia Syter!"
Quel nome trafisse il cuore del ragazzo. Il nome che lo torturava fin dal giorno in cui si era risvegliato dal coma. La chiave per capire cosa l'aveva condotto quasi alla morte.
Per un istante si ammutolì. Sollevò il braccio destro e fissò risentito parte dell'arto sostituito da una protesi robotica.
"Buffo che tu non faccia parte della famiglia ma che pratichi le loro arti con disinvoltura" ridacchiò Albius, dopo essersi in parte ripreso.
Over si infuriò e con un colpo di stivale gli spezzò una gamba.
"Voglio i miei ricordi! Patetico essere!" ripeté il giovane stregone, ignorando le urla di dolore di Albius a terra.
Dopo una decina di secondi di silenzio, Over si avvicinò a lui, pronto a spezzargli anche l'altra gamba, ma venne bloccato da Albius. Si era deciso a parlare?
"Ti dirò tutto, ti prego" lo supplicò.
"Finalmente" sbuffò Over e incrociò le braccia. "Ora ragioni come il saggio, debole studioso che sei."
Albius avvicinò la mano alla gamba ferita e con un incantesimo la guarì.
"Esiste un popolo, gli sciamani, loro possono aiutarti" disse a fatica. Il dolore non lo aveva ancora abbandonato.
Lo stregone lo afferrò per il collo con la sua mano bionica.
"Dove li trovo?" tuonò.
Albius, terrorizzato, si rese conto che la tortura non era ancora finita.
"Quindi?"
La mano tremolante dello spettro nero indicò una credenza poco più avanti. Over lo gettò a terra e si diresse a passo svelto verso il mobile, iniziò a rovistare tra i numerosi documenti posti dentro di esso. Afferrò una cartina ingiallita e le diede un rapido sguardo, subito i suoi occhi si illuminarono: dopo mesi di inutili ricerche era riuscito nel suo intento.
Un fremito nell'aria. Il ragazzo sorrise e, voltatosi di scatto, afferrò al volo con la mano bionica una sfera infuocata scagliatagli contro. Iniziò a ridere mentre essa svaniva, sottomessa dal suo potere.
Albius era in piedi, tra le mani stringeva uno scettro magico.
"Impotente, debole, subdolo... come definiresti il tuo incantesimo?" chiese Over, avvicinandosi lentamente allo spettro.
"Io..." sussurrò l'altro atterrito, conscio di aver commesso un terribile errore.
La mano senza vita, ancora incandescente, si serrò attorno alla sua gola prima che potesse dire dell'altro.
"Con le fiamme non ho rivali" sibilò lo stregone.
"Sei un mostro" balbettò Albius.
Un alone rosso illuminò il buio e avvolse il ragazzo: non aveva mai visto una barriera mistica così da vicino.
"So dove devo andare, che motivo hai ancora di rimanere in vita?" sospirò Over e forzò la presa.
Lo spettro nero non riusciva a respirare, soffocato dalla tosse, i ricordi di una vita gli scorrevano davanti e si sgretolavano sotto il suo sguardo. Tentare di opporsi ancora sarebbe stato inutile. La resa sembrava la soluzione più semplice. In ogni caso, quel dannato stregone non avrebbe mai appreso i segreti degli sciamani, se ne sarebbe andato con quella consapevolezza. Crollò a terra e chiuse gli occhi, era pronto ad accettare la sua fine.
"Perché non dovrebbero rivelarmi niente?" chiese divertito Over e gli puntò un dito contro.
"Ma come?"
Quel demone leggeva i pensieri?
"Non sei il solo. Ora parla!"
Dallo sguardo del giovane comprese che forse la verità avrebbe potuto salvargli la vita, non poteva sprecare quell'occasione.
"Dovrai sottometterti e accettare le loro regole, non riveleranno mai le loro arti a un mago oscuro" spiegò Albius.
"So fingere" rispose il ragazzo con tono beffardo e, detto ciò, girò le spalle allo spettro.
"Mi lasci in vita?" farfugliò incredulo Albius, nel vedere l'ombra dello stregone raggiungere l'uscita.
"Devo imparare a essere buono, giusto?" domandò lo sciamano, per poi abbandonare lo spettro nell'oscurità della stanza.
Le case illuminate solo dalla luna guidavano il cammino del soddisfatto Over che, prima di allontanarsi dal paese, decise di lasciare un ultimo biglietto da visita. Alzò una mano verso l'alto: il silenzio per un attimo venne travolto da un'esplosione, in lontananza fiamme alte fino al cielo divoravano una casa.
Nessuno poteva permettersi di sopravvivere dopo aver tentato di colpirlo alle spalle.

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