Capitolo2

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Chiudo la porta della camera dietro di me e mi butto sul letto.
Qualcuno bussa alla porta:
"Avanti"
"Ehy ciao io sono Madison, Aisha mi ha detto che ti serviva l'uniforme te la lascio in bagno sopra il mobile" dice una ragazza dai capelli rossi entrando in camera.
"Oh okay grazie" dico cercando di sorridere
"Tutto bene?" Dice guardandomi confusa
"Si si tutto alla grande direi" dico facendo una risata isterica.
"Lascia perdere quello che dice Katia, non sta simpatica a nessuno qui dentro" dice ridendo e sedendosi sul letto.
"A che ora si inizia a lavorare?" Chiedo
"Questo è un night club di solito il bar apre alle dieci di sera"
"Oh okay, devo sapere qualcosa per il lavoro?"
"Si ci sono un po' di cose da sapere, la prima che è la più importante non farti sedurre da nessuno, soprattutto dai vecchi quello sono i peggiori cercano di entrarti nelle mutande in modo che tu non puoi neanche immaginare"
"Bene lo terrò a mente questa cosa" dico ridendo
"Seconda cosa il capo non vuole che ci fermiamo a parlare con nessuno dobbiamo solo lavorare, questo è tutto quello che devo sapere"
"Va bene grazie mille"
"Ora io torno a lavorare, ci vediamo più tardi" dice Madison alzandosi dal letto per poi aprire la porta.
"Ah quasi dimenticavo Vale sta attenta con Stephen non ti far abbindolare lui gioca con i sentimenti di molte ragazze"
"Chi sarebbe questo Stephen?" Chiedo confusa
"Stephen è quel ragazzo tatuato che durante la tua litigata con Katia non ti toglieva gli occhi di dosso" dice
"Oh okay grazie"
"Di niente a stasera!" Dice per poi chiudere la porta.

Sono le nove e quaranta, vado in bagno faccio una doccia, metto l'intimo che mi ha prestato Aisha indosso la divisa, e torno in camera, mi piazzo davanti all'enorme specchio dove la mia amica ha tutti i tipi di trucchi e inizio a mettermi un po' di fondotinta, mascara e un filo di eye-liner.

"Okay sono pronta" dico guardandomi allo specchio felice. Esco dalla camera e vado al bancone del bar.

"Eccomi" dico arrivando davanti al bancone del bar.
"Ehy Vale, ma guarda un po', ti sta bene la divisa" dice Aisha sorridendomi
"È un po' corta, forse un po' troppo non mi copre neanche il sedere"
"Non è vero ti sta benissimo" dice Madison appendo da sotto il bancone
"Aisha tu non ti devi preparare?" Chiedo sedendomi vicino a lei.
"Oh no io mi preparo più tardi"
"Ma il locale non apre alle dieci?" Chiedo confusa
"Si ma io non lavoro con voi" dice con un tono di voce un po' deluso.
"Oh e perchè"
"Perché io ballo"
"Aspetta tu balli sui pali giusto? Quindi fai la stripper?"
"Meglio dire puttana" dice Peter spunta to sempre da lì sotto.
"Okay cosa cazzo c'è lì sotto una botola?"
"No stiamo sistemando le bottiglie, e comunque la tua amica fa quel lavoro perché lei non ha potuto scegliere come è successo con te, a lei è stato imposto quel lavoro e lei lo deve fare" dice Peter più distaccato.
"Okay va bene" dico un po' stranita e girandomi verso Aisha che ora ha lo sguardo puntanti sul marmo del bancone.
"Allora cosa devo fare io?" Chiedo mettendo le mani sopra il ripiano e alzandomi.
"Tu questa sera porterai a tavola" dice Madison mentre sistema le ultime bottiglie sul piano in alto.
"Va bene"

Dopo venti minuti dall'orario di apertura il locale era già pieno e io sono già andata in completa confusione, non capisco più nulla, le persone sono troppe e di conseguenza anche i tavoli a cui devo servire e non mi piacciono per niente, ogni volta che cammino in mezzo ai tavoli qualcuno mi tira una pacca sul sedere.

"Tavolo 13" dice Madison porgendomi i drink.

"Allora bambolina ci si rivede" dice mister inchiostro quando arrivo di fronte al suo tavolo
"Purtroppo si" dico sbuffando.
"E ora sei vestita anche meglio dell' ultima volta questa divisa è perfetta" dice guardandomi con quel sorrisino.
"Ecco le vostre ordinazioni, buona serata" dico facendo un sorriso falso e girando sui tacchi.

"Mio Dio sono esausta" dico buttandomi sul letto
Ho finito da poco il turno e ora non vedo l'ora di levarmi questa scomoda divida e dormire.
Mi cambio, mi lavo la faccia e poi mi metto sotto le coperte e cado in un sonno profondo.

POV's Aisha

"Non ci provare a toccarla te lo ripeto, lei non è uno dei tuoi giocattoli che usi per un po' di tempo e poi li tiri via, cosa c'è non hai più i soldi per pagarti una puttana?"
"Ci parli tu? Fai proprio quello di lavoro, balli su un cazzo di palo e scopi con delle persone sconosciute, non sei stata neanche capace di dire alla tua amica che genere di lavoro di merda che fai, pensa quanto sei brava" dice lui prendendomi per il culo.
"Lei non è fatta per te punto scordatela dalla testa"
"Lei è quella giusta me lo sento"
"Ah si certo, e dici così anche con tutte le altre? chiedo incrociando le braccia al petto.
"No e lo sai" dice spazientito
"E allora dimmi cosa ti piace di lei su forza voglio proprio sentire cosa dici ora"
"Lei è l'unica che sa tenermi testa, mi ha tirato persino uno schiaffo quando gli ho chiesto se veniva a letto con me" dice ridendo
"Beh dai non ha sbagliato, sei un porco,comunque vai avanti" dico interessata al suo discorso
"Lei è... è speciale e non ho altre parole per descriverla"
"Quindi tu mi stai dicendo che hai trovato la "persona giusta per te" che è la mia migliore amica? Stai scherzando spero?"
"No! E smettila di comportarti in questa maniera "Perché dovrei smetterla non voglio che le tue luride mani sfiorino la mia migliore amica capito?"
"Ancora non hai capito, che lei mi appartiene" Dice con un ghigno sul viso che mette quasi paura.
"Come fai a dire che ti appartiene?" Chiedo abbassando la voce.
"Pochi giorni prima che Valentina uscisse dall'orfanotrofio mi arrivo una chiamata di un mio caro amico"
"Chi sarebbe questo amico?" Chiedo interrompendo la sua spiegazione.
"Il padre di Valentina"
"Cosa? No aspetta Valentina non ha dei genitori come... come è possibile" chiedo sempre più confusa.
"Il padre di Valentina è come me un mafioso, certo non è ai miei livelli però è abbastanza importante, quando mi chiamò mi disse...

Tutto iniziò dietro la porta neraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora