§ Si , mi piace leggere §

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A me piaceva leggere da sola, sulla panchina, all'interno del parco vicino a casa mia.
Io leggo di tutto, non mi interessa il genere, basta che si possa leggere.
Io adoravo stare da sola, sentire le foglie chiacchierare col vento, le macchine urlare tra loro, i passanti camminare.
Tutto questo da sola, e si, uso il passato perché non lo faccio più da sola-

Era un normalissimo pomeriggio di un normalissimo giorno di maggio, io stavo seduta sulla mia normalissima panchina preferita, lontana dalla zona dove c'erano i bambini.
Avevo un normalissimo albero di ciliegio alla mia sinistra, ed una normalissima siepe davanti a me che mi divideva dalla normalissima strada trafficata, anche se tra me e la siepe c'era una normalissima stradina sterrata, a volte passava qualcuno in bicicletta, ma quasi mai.

Avevo tra le mani un normalissimo libro scolastico, e stavo facendo dei normalissimi compiti per il giorno successivo.
Era tutto così "normale". 

" Allora, vediamo un po'. . . -Analizza il testo e scrivi che tipo di narrazione è stata usata per la realizzazione del racconto-. . . Vabbè, lo finisco in 5 minuti. . . "

Finii i compiti, misi il libro nella mia borsa e rimasi ferma a guardarmi intorno.
Il ciliegio mi stava facendo cadere sul viso i suoi bei petali rosa, ed il vento li accarezzava. 
Era un'amore sincero, quello della natura.
Per me era il solo che mi facesse stare bene, senza contare quello di nonna.

Sorrisi. Chiusi gli occhi, mi rilassai mettendo la testa sullo schienale della panchina e rimasi ad ascoltare, a parlare con me stessa.
". . . I passeri stanno cinguettando, che carini. . . Mh, quei signori dietro la siepe stanno litigando, chissà per cosa. . .Eh? Qualcuno sta camminando sulla strada sterrata, viene da destra. . . Si sta avvicinando. . . Si sta avvicin-. . . "

<< Hey hey heyy??? Scusami?? Scusaa? >> Aprì gli occhi di soprassalto, non mi aspettavo che mi chiamassero.

<< Stai bene? Ho visto che avevi gli occhi chiusi ed eri sdraiata in modo strano, e volevo assicurarmi di non averti trovata svenuta o che so io. Stai bene?? Eh? Tutto ok? Tutto ok? Heyheyhey???? >> il passante aveva appoggiato la sua mano sulla mia spalla.
Mi alzai dal posto allontanandomi da lui, mettendo le spalle alla corteccia del ciliegio.

<< Hey hey, non allontanarti! Mica mordo! Ti avevo vista in quel modo e pensavo stessi male! >>
Era più di un metro e ottanta, muscoloso, capelli grigi e bianchi sparati all'insù, grandi occhi dorati ed una voce squillante. Era vestito da palestra, con una bottiglia d'acqua in mano.
Mi irrigidii;
<< Non mi piace essere disturbata mentre me ne sto per affari miei, è una cosa che mi irrita. . . >>

<< Ti ho detto che mi sembravi svenuta. >> disse il ragazzo, sistemandosi la borsa da palestra che teneva sulle spalle. Mi guardava con gli occhi grandi. Sbuffai.

<< Mhf, e va bene, fa nulla. . . >> 

<< Ohi, comunque piacere, mi chiamo Bokuto Kōtarō, scusami ancora se ti ho dato noia >> un sorriso a 32 denti spuntò sul suo viso, mentre mi porgeva la mano. 

<< Mh. . . Piacere, Y/N. >> gliela strinsi.

" Uhuhuh, quindi si chiama così, eh. . . "

Un momento di puro imbarazzo. Si grattò la testa ridacchiando.

<< Eheheheh, senti me, Y/N, per scusarmi ti invito in uno dei miei bar/ristoranti preferiti, la loro carne alla brace non la batte nessuno!! Se non ti piace la carne ci sono anche cose dolci come i mochi, i frappè, e se vuoi spendere ci sono anche gli unagi, sono davvero squisiti!! AHAH! Vivrei lì dentro, se potessi. >>

<< Ehhm. . . Ecco. . . Ora non potrei, cioè nel senso. . . Io devo ancora finire i compiti, e poi non capisco perché tu mi voglia invitare fuori, nemmeno 5 minuti e. . . >>

<< Non fare la difficile, su. . . >> mi guardò facendo gli occhioni dolci, sembrava uno di quei gufetti che si trovano negli zoo. 

<< Nel senso, nessuno mi ha mai chiesto di uscire, e francamente adesso conosco solo il tuo nome, quindi non saprei. . . >> dissi, giocherellando con la collana di mio padre al collo.

Lui mi sorrise. 
<< Allora senti me, ti lascio un fogliettino con il mio numero, chiamami quando ti senti psicologicamente pronta per conoscermi meglio!! >>
una risata calorosa proseguì la sua battuta, e, sinceramente, mi venne quasi da ridere, anche se non lo feci vedere.

Prese un taccuino dalla sua borsa e strappò un pezzo di carta, ci scrisse sopra il suo numero e me lo diede. 
<< Bene, allora ci si vede, Y/N, aspetto una tua telefonata!! >> mi disse salutandomi con la mano mentre se ne andava correndo.

Io guardai il foglio dove aveva scritto il suo numero. Accanto ai numeri erano caduti alcuni petali di ciliegio. 
"Bha, chissà perché ha insistito. . ."
inconsciamente iniziai a sorridere.

Una rete per due; Bokuto x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora