Capitolo 2

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Avanna dopo la colazione portata dalla cameriera, si vestì e andò da sua madre. Voleva vederla, visto che era da parecchio tempo che non la sentiva. "Signora dove la porto?" "Scusi, ci conosciamo?" "Sono il suo autista. Il signor Altman non l'ha avvisata?" "No. Bè lei mi porterà ovunque?" "Certo. Sempre al suo servizio" "Ok. Allora andiamo." L'autista le aprì la portiera e Avanna era ancora sconcertata per questo comportamento mai visto prima d'ora. Durante il tragitto c'era un silenzio imbarazzante. L'autista non parlava, ma se non interpellato, non lo faceva. Ma Avanna questo non lo sapeva e aspettava una sua interruzione a quel silenzio. Arrivarono comunque in poco tempo, e Avanna ne fu felice. Rivedere quella casa, dove era cresciuta, le riempì il cuore di gioia. Salutò l'autista che a sua volta le disse di aspettare lì, e Avanna non obbiettò. Non aveva le chiavi e perciò suonò al campanello. Le aprì sua madre del tutto sorpresa. "Ciao mamma!" "Tesoro, ciao. Come stai?!" e la fece entrare. Senza neanche chiedere le portò un caffè che Avanna accettò senza molti indugi. Bevevano il caffè lentamente e nel frattempo parlavano di varie cose. La carriera di stilista di Avanna, la famiglia, la nuova casa, dei gossip che erano successi recentemente nei quartieri ed Eric. Eric era un'argomento di cui Avanna non voleva parlare. Ultimamente si sentiva turbata e non a suo agio con Eric. Dopo le nozze aveva scoperto un nuovo lato di Eric che prima non conosceva. Era turbato, antipatico e solo ora capiva il perché di tutti gli insulti. Cioè sapeva che era stronzo, ma il suo carattere non lo aveva mai sperimentato sulla sua pelle. Aveva sentito i dipendenti, i suoi amici, i suoi genitori che affermavano il suo comportamento, ma finché Avanna non lo vedeva non ci credeva. Ma ora l'aveva visto e provato. Insomma si era sposata con questo qui? Sul serio? E qui intervenne il suo subconscio che gli disse esplicitamente: Se dovevi tirare su la tua famiglia, potevi sposarti non so con Leonardo DiCaprio!

E in tutti i sensi, aveva ragione. Eric non era proprio l'uomo giusto. "Mamma possiamo parlare d'altro?" "Certo tesoro" "Allora, hai iniziato a disegnare qualche bozzetto?" mi chiese mia madre. "Si." Tirai fuori i disegni dalla mia borsa e glieli porsi.

"Tesoro ma questi sono bellissimi!" disse mia madre

"Grazie" sorrisi. Guardai l'orologio ed era già mezzogiorno. "Mamma è già mezzogiorno!" "Davvero? Wow! Devi andare?" "Temo proprio di si. L'autista mi aspetta. Tor " fui interrotta da mia madre che stupita mi chiese "L'autista?!" "Si, l'autista. Eric me lo ha dato e mi segue d'ovunque" "Quanto deve essere bello" disse mettendosi la mano sul mento e poggiandosi sulla gamba. "Si bè " disse Avanna mentre si prendeva la borsa e il cappotto "Bello si ma..." abbassò la voce "Avere un ragazzo che ti segue ovunque senza neanche un po' di privacy non è carino" "Ah ma va!" Quando Avanna uscì vide l'autista appoggiato alla macchina che si alzò subito per aprire la portiera. Avanna salì e aspettò che l'autista fece partire la macchina. Durante il tragitto ci fu lo stesso silenzio dell'andata e in poco tempo arrivarono a casa. Quando aprì la porta la cameriera le tolse cappotto mentre un'altra cameriera portò di sopra un vassoio. Avanna andò diretta in camera sua perché era molto stanca. E quando aprì la porta si ritrovò sul letto un vassoio. Il vassoio che prima aveva visto alla cameriera. C'era del succo, biscotti al cioccolato, acqua e latte. Avanna aveva davvero ordinato tuttta questo cosa? Risposta: No. E allora perché era in camera sua? Avanna cercò di non pensarci, anche perché aveva problemi più grossi. Perché nel mentre aveva ricevuto una telefonata Rachel Lindey, il capo di una delle riviste di moda più importanti dell'Inghilterra. A tentoni prese il telefono e se lo portò all'orecchio. "Signorina Altman?"

"Si?"
"Ci sono arrivate le sue proposte di bozzetti per la prossima stagione"

"Davvero?"

"Si...Davvero. Le dirò la verità. Sono stupende. Esprimono veramente ciò che cercavo. Complimenti."

"Sul serio?! Davvero?! O mamma! Grazie, grazie mille davvero!" In quel momento Avanna iniziò a saltare di felicità cercando però di non farsi sentire. Era un'opportunità di farsi conoscere perfetta e unica!

"Signorina Altman? Tutto bene?"

"Si, si scusi. Sono solo molto emozionata"

"Immagino. Allora la chiamerò per discutere del suo stipendio. D'accordo?"

"Certo. Chiamo quando vuole. Arrivederci"

"Arrivederci. Congratulazioni ancora"

"Grazie. Arrivederci" concluse Avanna.

"Aaaaaaa" urlò Avanna saltando di qua e di la per la casa. Sembrava un bambino appena ricevuto il suo nuovo giocattolo. In quel momento Eric entrò dalla porta e rimase a guardare Avanna che non si era accorta di nulla.

"Oh, da quanto sei qui?" "Da un po'" disse Eric ridacchiando.

"Cosa fai? Insomma perché sei così felice?"

"I miei bozzetti. S-sai che li avevo inviati alla quinta stagione per la sfilata di moda a Las Vegas?"

"Hmm. Si, si ricordo bene." disse Eric poggiando la sua borsa sul divano.

"Bene... Mi hanno presa! Per la quinta stagione della sfilata a Las Vegas le modelle indosseranno i miei vestiti!"

"Davvero?! Ma è stupendo amore!" urlò Eric pieno di felicità. Amore. Non piaceva questa parola ad Avanna. Soprattutto se così la chiamava Eric. Viscido e lurido mostro. Ad Avanna questo nome non piaceva affatto. Che schifo!...

Spazio Autrice:

Ciao a tutti! Questa è la prima volta che scriv questo "spazio autrice" e di certo sarà la prima delle poche volte. Prima di tutto volevo scusarmi per il capitolo poco interessante ma in questi giorni ho quello che si dice il "blocco dello scrittore". Intanto:

Vi piace la storia? Volete che faccia dei cambiamenti? Avete dei suggerimenti o delle cose che vorreste vedere nella storia? Bè se si, allora scrivetemelo nei commenti!

P.S. Grazie mille per il supporto. Siamo ancori bassi con le letture ma un inizio! Baci!

Lacrime D'amoreWhere stories live. Discover now