capitolo 3 (*)

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Sette ottobre.

08.45 di mattina.

Sotteranei di Hogwarts.

Aula di Pozioni.

Draco Malfoy non prestava nessuna attenzione al discorso del professor Lumacorno, seduto all'ultimo banco in fondo alla classe.

Il vecchio matusa stava facendo l'ennesima ramanzina a Paciock, che come sempre aveva combinato un disastro, facendo diventare la sua pozione praticamente una poltiglia appiccicosa che si era saldata al calderone.

Idiota! pensò tra se il giovane principe delle serpi, mentre dava una occhiata annoiata all'ammasso di pagine che quel professore spacciava per testo di pozioni. Neanche la metà degli intrugli descritti erano esatti, mentre il resto era appena accettabile.

-Bhe...visto lo stato delle cose... - disse il vecchio Lumacorno. - Forse è meglio che per la prossima preparazione si lavori a coppie...miste! - precisò infine.

E come un fulmine a ciel sereno, la mano della signorina Granger scattò verso l'alto, attirando l'attenzione degli occhi glaciali del signor Malfoy, consegnare una pergamena arrotolata nelle mani dell'insegnate, e poi arrivare diritta verso il suo banco a passo di marcia e accasciarsi pesantemente sulla sedia vuota al suo fianco.

-Che cazzo fai mezzosangue? - digrignò tra i denti Draco.

-Ordini della preside, furetto. - si sentì dire dalla secchiona regina dei grifoni. - Visto che già di grazia sei ancora a piede libero senza Auror, devi sopportare me se vuoi migliorare i tuoi voti. Per cui vediamo di metterci al lavoro e di non sprecare altro del mio tempo prezioso!

Che palle! pensò tra se il serpeverde, gettando una rapida occhiata alla lavagna dove il professore lumacone stava scrivendo il nome della pozione da riprodurre con i relativi ingrediente e dosi, lasciandosi poi sfuggire un sorrisino divertito: Dittamo!

Come se non avesse saputo farlo ad occhi chiusi il giovane Malfoy, ignorando platealmente le spiegazioni dell'insegnante che ne descriveva gli usi e i tempi di conservazione, tutti ovviamente sbagliati.

Senza tenere conto di quanto lo circondava, il signor Draco Malfoy mise in opera le sue doti fuori dal comune come pozionista, misurando e rettificando ogni singolo ingrediente scritto sulla lavagna, immerso nel suo mondo fatto di alambicchi e provette, incurante del tempo che passava.

Si ridestò solo dopo quasi un'ora, mentre afferrava al volo con la mano sinistra il polso della Granger che si stava pericolosamente avvicinando al calderone per aggiungere qualcosa di sospetto.

-Non ti azzardare! - la freddò con la voce priva di tono. - Vuoi mandare tutto a puttane o prendere il voto più alto?

-Ma ce li hai gli occhi? - rispose la grifona. - Stai facendo praticamente tutto quello che ti passa per la testa senza aver letto una sola riga scritta alla lavagna!

Gli occhi di ghiaccio gli scattarono verso quella rompipalle so-tutto-io, talmente rapidi che la fermarono seduta stante.

-E tu ce li hai gli occhi? - le parole uscirono dalle labbra di Malfoy senza che se ne rendesse conto, puntando distrattamente lo sguardo verso lo straccione Weasley una paio di banchi più avanti, dove stava praticamente allungando una mano sulla coscia della Corvonero con cui stava, o per meglio dire, si stava lavorando.

Possibile che sia così scema? si stava chiedendo Draco Malfoy, mentre ritornava al suo lavoro certosino di pozionista, rendendosi conto solo in quel momento di chi aveva di fianco, seduta proprio a pochi centimetri... e si diede del coglione da solo, perché si era trovato tra le mani l'occasione giusta per avvicinare la regina dei grifoni e cercare di portarla dalla sua parte.

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