Capitolo 2

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«Tuttavia, dobbiamo ritenerci fortunati» dichiara una voce maschile dal forte accento britannico, ma tra tutti questi turisti in sovrappeso non riesco a trovare l'interlocutore. Molti mi danno le spalle e altri si voltano a lato, fotografando l'edificio alla mia destra: un palazzo antico dell'Inghilterra, uno di quelli che ho visto solo nei libri d'inglese, circondato da un prato pieno di alberi e davanti un percorso recintato in cemento, credo, dove camminano le persone. «Se sua madre non lo avesse salvato, non avremmo mai conosciuto uno dei più grandi uomini mai esistiti» continua la guida turistica.

Mi domando di chi stia parlando, anche se a giudicare dal posto comincio ad avere un'idea. Tuttavia chiedere a qualcuno qui sarebbe strano, dovrei saperlo così come dovrei essere già qui da molto tempo, invece che comparire dal nulla nel bel mezzo del tour di un posto che manco conosco. Ma sono cose che capitano, si sa.

Per fortuna la risposta arriva dal souvenir di una ragazza, una borsa in tela nera su cui è stampata la faccia di Shakespeare che pare prendermi in giro con quei piccoli occhi neri disegnati. La mia mente fa uno più uno: deve essere la sua casa natale. Quindi sono a... Londra, immagino. Non volevo finire in Europa, ma poteva capitarmi di peggio: qui sarei comunque vicino a Chiara. Se è sopravvissuta lei dalla persecuzione dei parenti dei Guardiani, forse sono al sicuro anche io. Eppure c'è troppa tranquillità per essere una metropoli.

«Ci sono domande?» chiede la guida e subito un braccio si solleva dal centro del gruppo. Il ragazzo, che ora riesco a intravedere appena, allunga il microfono all'altra persona.

«Può ripetere quando William abbandonò Stratford per andare nella capitale?» domanda una signora dalla voce anziana. Stratford?

«Beh, non si può dire l'abbia mai abbandonata. Stratford-upon-Avon è la sua città natale, è qui che c'è la sua vera essenza, e...» continua lui, ma la mia mente si è fermata al nome del posto in cui sono finito. E non è Londra.

Cinque minuti dopo arrivo al cancello d'uscita e me ne accorgo solo perché alzo lo sguardo dal telefono, ritrovandomi su un'ampia area pedonale pullulante di turisti e affiancata da palazzine con la tipica architettura britannica – e io che credevo che i miei libri di inglese esagerassero con gli stereotipi.

Torno a guardare lo schermo, dove è ancora aperta la pagina di Wikipedia sulla città. Non che mi sia di grande aiuto, però: Stratoford pare essere famosa solo come la culla di Shakespeare e poco più. Per fortuna è piccola, soprattutto per me che vengo da città come Roma e Napoli e una popolazione di trentamila abitanti la conta forse solo in un quartiere. Non ho idea di dove siano finite le ragazze, ma per ora il master sembra avermi facilitato il lavoro.

Tuttavia non voglio perdere tempo e devo trovare quella ragazza. Ritorno sul suo profilo Instagram e faccio per incamminarmi quando sbatto il piede contro qualcosa di cui mi stavo dimenticando: il trolley. Cazzo, devo lasciarlo da qualche parte se voglio essere leggero, ma adesso che ci penso devo trovare anche un posto dove dormire. L'adrenalina che per un momento mi scorreva nelle vene si è placata, mettendomi faccia a faccia con la priorità di sopravvivere. Perciò, nonostante abbia appena fatto colazione, mi reco in quello che credo essere il bar più vicino che gli inglesi chiamano sala da tè.

Mentre la mano della cameriera appoggia la fetta di torta davanti al mio naso insieme alla caraffa d'acqua calda e, ammetto che non me ne stupisco, una bottiglietta di latte, le mie dita stanno già scorrendo tra le diverse applicazioni per trovare una sistemazione adatta. Provo a pensare a degli appartamenti, avere un po' di libertà, ma AirBnB non fornisce soluzioni oppure non per bisogni urgenti come me, perciò do un'occhiata ad altro. I numeri dei prezzi scorrono uno dopo l'altro e, nonostante la grande disponibilità monetaria che ho, non voglio spendere troppo, non più di tremila euro perlomeno. Ci sono anche case con prezzi più normali e soprattutto disponibili, ma quando li cerco nella mappa mi accorgo che sono troppo distanti o addirittura in altre città. No, ho bisogno di qualcosa vicino al centro, ci dev'essere un motivo se Paolo mi ha portato qui e non in campagna.

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