Vai in palestra?

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Mamma mi chiedeva spesso se volevo un fratellino, di solito lo faceva a tavola quando c'era anche papà.
Avevo cominciato a pensare che lo facesse in realtà per far capire a mio padre che voleva la mettesse di nuovo incinta.
Cioè che facessero un bambino.
Sono un po' troppo schietto dovrei moderare i toni, ma questa è la mia storia e questo sono io.
E comunque io rispondevo sempre che volevo una sorellina.

Come ormai avete capito né la sorellina, né il fratellino e nemmeno un gatto arrivarono in quella casa.

Solitudine.

"Come ti stai trovando con Liam? Non vi ho ancora sentiti discutere"

Mi chiese domenica mattina mamma, mentre la accompagnavo al supermercato dopo 10 volte che mi aveva ripetuto "ti prego".

"Non abbiamo discusso, ma ti dirò, non è di tante parole. O forse sì ma non con me, sta ore a telefono ma con me non comunica."

Mia madre sembrò riflettere un attimo: "forse dovreste trovare solo qualcosa che vi accomuna."

E in effetti...di cosa volevo parlare con lui se non avevamo argomenti? Tanto la stanza era sempre in disordine ed entrambi eravamo troppo pigri per decidere di mettere a posto. Diciamo che ci andava bene così.

"Louis?" Sentii in lontananza e mi girai verso la voce.

Era l'amico del figlio del compagno di mia mamma, il moro carino insomma.

"Ciao...ehm... Zayn, giusto?" Lo salutai imbarazzato.

"Si! Non mi chiedere perché sono qui di domenica" rise.

Non glielo avrei chiesto comunque.

"Comunque prendo un po' di carne e stasera griglia a casa, tu e Liam ci siete no?" Mi mostrò delle salsicce.

Non glielo avevo chiesto.

"Sì, immagino di sì...cioè almeno io ci sono, tanto non faccio niente. Liam non lo so. Glielo chiedo?"

"Va bè tranquillo gli mando un messaggio io...dirà di sì. Vi aspetto alle 9:30 massimo 10!" Mi fece un cenno con la mano e si allontanò.

Almeno lui era più simpatico del mio bel fratello.

Alle 9:30 in punto mamma ci portò a casa di questo Zayn, non avevo ancora preso la patente e Liam era ancora minorenne, anche se sembrava il doppio di me fisicamente.
Niall ci avrebbe riaccompagnati, non troppo tardi però, speravo.

Passai tutta la serata ad ascoltare un po' in disparte il mio fratellone o fratellino che dir si voglia lamentarsi mentre beveva birra da 4 soldi. A quanto (2 ore dopo) capii, la tizia lo mollò per un altro eppure continuava a cercarlo, non se ne faceva una ragione insomma.

All'una di notte, dopo Liam, era completamente andato e anche il padrone di casa, eravamo rimasti circa la metà e avevano messo musica a palla, qualcuno aveva deciso di comprare all'ultimo dell'erba.

Sapevano come divertirsi ma non era il mio modo di divertirmi.

"Louuuuis? Non ti fa male il culo su quella sedia?"
Mi urlò Zayn da lontano mentre buttava via il fumo, ero seduto sulla sdraio da quando ero arrivato.

"Dai, vieni a ballare un po'!"
Si avvicinò a me con una birra in una mano e l'altra tesa verso di me.

L'afferrai, solo perché mi andava di alzarmi a cercare Niall per tornare a casa.

Poi mi ritrovai non si sa come a ballare. Io. A ballare.

Un quarto d'ora dopo Zayn mi aveva vomitato addosso 4 kg di schifezze e litri di birra, mi accompagnò su per farmi ripulire e darmi una maglia in sostituzione della mia camicia ormai da buttare.

Chiuse la porta del bagno, poi afferrò una spugna e aprì l'acqua.
Nel frattempo io cercai di sbottonare la camicia senza toccare le chiazze di vomito ma fermò i miei movimenti e iniziò a sbottonarla lui, lo guardai in viso ma lui no, era concentrato su quello che faceva.

E lì mi sembrò strano.

"Grazie" gli dissi imbarazzato, lui non rispose e mi sorrise.
Poi poggiò la sua mano sinistra dietro la mia schiena nuda e prese la spugna con la destra, sembrava volesse tenermi fermo per lavarmi e così fece.
Senza dire una parola cominciò a sfregare la spugna sul mio petto.

Ero totalmente sotto shock.

La mia mente era: "ma che cazzo?"

Non potevo immaginare che di lì a poco avrebbe bagnato di nuovo la spugna in acqua per poi strizzarla all'altezza delle mie clavicole.

Forse era troppo.

"Aspetta ma...?" Provai a togliere la sua mano dalla mia schiena per liberarmi dalla presa.

"Shh" disse e per tutta risposta poggiò la mano più in basso.

Che cazzo stava succedendo?
Non chiedetemelo, non lo so.

Ma non mi dava fastidio. Ed era un problema.

Lo guardai negli occhi e lui fece lo stesso mentre con un asciugamano credo facesse in qualche modo finta di asciugarmi.

"Vai in palestra?" Mi chiese sussurrando al mio orecchio.

Scossi la testa incapace di parlare.

"Non si direbbe" sorrise malizioso.

Portò di nuovo la mano sulla schiena, poi salì leggermente sulle spalle per poi scendere ancora.

"Sei bello" confessò e, allontanatosi, prese una canotta da un cassetto e la poggiò su una mia spalla, prima di uscire dal bagno.

Avevo un problema col mio amichetto tra le gambe.

Ti dedico tutto. // larry.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora