ONE SHOT

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"Lilith" mi chiama. "Lilith!" Mi guarda preoccupato.

"Drew... eccomi!" Urlo avvicinandomi, lui sembra non vedermi. Sembra guardare un punto oltre la mia spalla ma non guarda me.

Mi giro per vedere cosa sta guardando. Sussulto. Quella sono io.

Sto piangendo. Perché sto piangendo?

"Lilith perdonami, ma dovevo farlo"

"Dopo tutto quello che abbiamo passato, mi lasci?! Dopo che ti ho rivelato la mia identità?"

"Non piangere Lillith... sai che non mi va di vederti triste"

"Sei tu la causa della mia tristezza!"

"Lilith un giorno capirai" mi dà le spalle e inizia ad allontanarsi.

L'altra me cade in ginocchio, scossa dai singhiozzi. La guardo poi guardo Drew allontanarsi, lo seguo.

"Drew!" Grido. Lo guardo negli occhi mettendomi davanti a lui. Perché non mi vede? Sono invisibile per lui?

Una lacrima solitaria solca la sua guancia. Perché piangi ora, Drew?

Tutto si dissolve e io mi sveglio.

Mi stropiccio gli occhi con le mani, le lacrime mi bagnano la pelle.

"Ho pianto ancora?" Sospiro. Con tutti i sogni che posso fare devo per forza ricordare che Drew mi ha mollata? Sbuffo.

Un rumore mi riscuote dai miei pensieri.

Un tonfo.

Rimango in attesa.

Un altro tonfo.

Che cos'è? Il panico mi assale.

La finestra.

Guardo la finestra da cui compare uno spicchio di luna, quasi interamente coperta dai rami della Grande Quercia che si trova in giardino.

Non devo aver paura, penso. Dopotutto se è un malintenzionato posso semplicemente purificarlo no? Ridacchio nervosa.

Un altro tonfo.

Sobbalzo. "Ti prego Dio fa che non sia niente di pericoloso" prego con le mani congiunte.

Mi avvicino alla finestra, sbircio da un angolino.

Tonfo. Un sasso colpisce il vetro. Cado a terra spaventata.

"Dai Lilith" mi incito "dimostra di avere diciassette anni e non cinque!"

Apro la finestra e guardo giù.

Non c'è nessuno.

Che abbia le allucinazioni?, mi chiedo.

Guardo meglio e tra i rami della Grande Quercia vedo due occhi fissarmi.

Anche se è buio riconoscerei quegli occhi ovunque.

"Andrew" cerco di dare del ritegno alla mia voce.

"Lilith fammi salire" sussurra "per favore" aggiunge.

Lo faccio salire per evitare che i miei genitori adottivi lo vedano.

Lui si arrampica sulla quercia ed entra nella mia stanza, il più silenziosamente possibile.

"Che ci fai qui?!" Bisbiglio con voce stridula.

"Hai pianto?" Indica le guance rosse.

Tossisco evitando la domanda.

L'Angelo Custode @WG@Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora