UN MESE DOPO#Emily
È passato un mese dalla telefonata con Justin, lui è ritornato il giorno dopo, e non fa altro che venire alla tana ma i ragazzi lo mandano via, mi manda milioni di messaggi e chiamate, non c'è la faccio più mi manca, ma mi ha fatto troppo del male.
Sto perdendo il controllo di tutto, soprattutto della mia vita, e della mia salute, non mi è mai importato di me stessa, ho sempre trattato e considerato il mio essere e il mio corpo come spazzatura, non mi è mai importato di me stessa, volevo piacere alla gente, e così mi sono rovinata, la mia salute non mi è mai importata, se morivo meglio se no continuavo a distruggermi. Oggi mi rendo conto che sono arrivata forse al limite, sono alta 1.65 e peso 43 kili, e non mi sono mai sentita così debole.
I miei pensieri si interrompono sentendo la porta della mia stanza aprirsi, e mostrare la figura di Alex.Si avvicinò al mio letto e si sedette con le gambe incrociate di fronte a me.
Alex:Ciao..'disse con aria malinconica'
Io:Hey..
Alex:Ti sei accorta di come sei ridotta? 'Disse serio'
Io:sto bene
Alex:no, non stai bene, non esci mai dalla tua stanza, non mangi, non riesci nemmeno più o a ridere o a piangere, sei apatica..ti stai distruggendo e nemmeno lo noti.
Io:hai finito? Se si puoi uscire dalla mia stanza 'dissi fredda'
Alex:smettila di respingermi, smettila di riespimgere tutti 'urlò'
Io: esci fuori dalla mia stanza Alex, esci 'tenni sempre il mio tono freddo'
Alex mi guardo con disprezzo, e uscì dalla mia stanza..non ne potevo più, tutti che dicono sempre le stesse cose, basta santo dio.
Mi alzai dal letto e mi avviai nel bagno, chiusi la porta, e spogliandomi dei vestiti che indossavo entrai nella doccia.Dopo una 20 di minuti uscì, mi sciugai corpo e capelli, mi legai un'asciugamano intorno al corpo e andai verso l'armadio,lo aprì e presi l'intimo,una felpa grigia e dei pantacollant neri, gli indossai e poi presi le mie airforx bianche.
Mi diressi al piano di sotto e senza degnare di uno sguardo i ragazzi, misi il cappuccio della felpa e uscì dalla tana.
15 MINUTI DOPO
Finalmente sono al cimitero, esatto proprio lì..volevo far visita ai miei genitori e a Jessica per la prima volta dopo la loro scomparsa.Andai prima nella tomba dei miei, le lapidi erano vicine..mi sedetti di fronte alle 'loro' e iniziai ad accarezzare le loro foto.
Io:mamma..papà..mi mancate un casino, perché siete venuti a cercarmi quel maledetto giorno? Eh? 'Le lacrime rigarono il mio viso'...Perché ve ne siete andati? Perché Dio mi odia così tanto? Che cosa ho fatto..che cosa ho fatto di male per meritarmi tanto odio e per perdere tutti?..Io non capisco.Sapete ho tanto male dentro, ho sempre avuto un dolore nel petto che non mi faceva respirare, e sapete che cos'è? È la voglia di mettere fine a tutto, alla mia vita, alla mia sofferenza, ma non c'è la faccio, sono troppo debole.Mamma..anche se non ci sei mai stata davvero per me, ti voglio ringraziare, ti voglio ringraziare perché non ti sei mai vergognata di avere una figlia come me, ti ringrazio perché mi hai dato sempre la forza per affrontare i problemi.Mi manchi, mi mancano i tuoi baci, le tue carezze e mi manca la mamma che eri..scusami di tutte le delusioni, scusami davvero.Papà..tu, tu per me sei stato come un esempio, un esempio da imitare..ma scusami, non riesco a farlo.Mi manchi, mi mancano le tue smorfie che mi facevi quando ero bambina, mi mancano i sogni che mi facevi fare raccontandomi di come sarebbe andata bene la mia vita, anche se per quello non ci hai azzeccato. Papà scusami di tutto ciò che ti ho fatto, sappi che io ti amo, e ti amerò sempre..sia te che la mamma.Ora vi saluto angeli miei, vado da Jessica, e vi prego, trattate lei come vostra figlia.
Baciai le loro foto e mi diressi nella tomba di Jessica.
Mentre camminai per andare da Jessica vidi un ragazzo inginocchiato mentre abbraccia una lapide..quel ragazzo somiglia a Justin, andai vicino a lui e gli toccai la spalla, quel ragazzo si girò...avevo ragione, era Justin. Me ne andai, ma lui mi prese il braccio e mi fece girare di fronte a se.
Justin:piccola..
#Justin
Stavo abbracciando la lapide di mia sorella, si beh lei è morta 3 anni fa..in una mia missione. Dovevo uccidere una banda di schifosi che da tempo voleva farci fuori.Andai con dei miei amici che erano della banda, ma non mi accorsi che con noi c'era anche mia sorella, mia sorella aveva 14 anni, era caratterialmente uguale a me...e io l'amavo più di ogni altra cosa. Quando è morta io sono morto con lei, la mia famiglia mi cacciò dalla loro vita, non volevano avere più a che fare con me...e avevano pienamente ragione, io ero un'assassino.
I miei pensieri si interruppero quando sentì qualcuno toccarmi la spalla, mi girai e vidi lei..Emily.
Io:piccola..
Emily:devo andare 'disse fredda'
Io:no! ti prego non sfuggire ancora da me, dimmi cosa è successo quella notte, dimmelo perché io sto impazzendo 'dissi supplicando'
Emily:ti sei ubriaco eh..ed quando sei tornato in hotel e sei entrato nella nostra camera mi-mi hai messo le mani a dosso e hai iniziato a riempirmi di schiaffi e pugni 'una lacrima gli scese'
Co-cosa? Io avevo picchiato la mia piccola?
Io:amore mio io cazzo non volevo, giuro che non mi ricordo niente, ti prego perdonami, lo so che è difficile ma fallo, io ti amo! 'Le mie lacrime iniziarono a scendere, ed Emily me le asciugò'
Emily:Justin anche io ti amo..ma non lo so, ho paura, paura di fidarmi un'altra volta, paura che succeda di nuovo.
Io:ti prometto, ti giuro su ogni cosa a me più cara che non ti farò più del male, non ero in me, non ti avrei mai fatto una cosa del genere, ti amo, e permettimi di amarti, perché sia tu che io ne abbiamo bisogno, bisogno di stare insieme e bisogno di amarci.
Emily si avvicinò a me, e mi baciò.Quel bacio che tanto aspettavo di sentire un'altra volta, in quel bacio c'era tutto:amore, mancanza, tristezza.