Doveva essere una semplice passeggiata quella di Namjoon, era andato nel bosco per cercare delle piante curative per una ricerca scolastica e era rimasto ammaliato dalla bellezza della natura.
Ovunque guardasse trovava sempre un fiore diverso e colorato; Primule, Favagello, Anemone e tanti altri.
Di ognuno ne osservava la magnificenza come fossero il più prezioso dei tesori e ne odorava il profumo dolciastro che gli inebriava il cervello.Non osava calpestarne alcuno perché mai si sarebbe permesso di fare del male a quello spettacolo, considerava le piante come esseri viventi in grado di provare dolore tanto quanto lui.
Disprezzava chi della natura non ne capiva la pregevolezza e non comprendeva come, essendo l'uomo un essere considerato " superiore " , si sentissero sempre notizie di incendi e disboscamenti in televisione.
Per lui l'uomo era bravo solo nel distruggere e proprio a causa di questo non si sentiva capito da nessuno, non aveva amici e non aveva mai avuto una relazione amorosa ma d'altronde non gli importava.
Continuava a camminare, probabilmente si era perso, sapeva di essersi addentrato troppo e non era sicuro di riuscire a trovare una via per tornare a casa ma riflettendoci non gli dispiaceva nemmeno un po'.
Le sue orecchie erano cullate dal suono della natura, il cinguettio degli uccellini lo rilassava e i versi degli animali coronavano il paesaggio dandogli la sensazione di essere in un luogo sicuro tutto per sé.
Namjoon non credeva in Dio e non aveva mai ritenuto reale il paradiso né tanto meno l'inferno ma in quel frangente, se proprio ne doveva dare una definizione, quello in cui si trovava era proprio il suo paradiso.
Percorreva una stradina immaginaria che aveva creato nella sua testa, non sapeva dove portasse ma si sentiva che avrebbe raggiunto qualcosa, qualcosa di estremamente speciale.
In mezzo a quel verde trovò il tronco di un albero caduto, si avvicinò osservandolo per bene e notando come, in alcune parti, fossero spuntati dei piccoli funghetti sorrise a quanto quell'immagine gli facesse piacere.
Si sdraiò sulla superficie legnosa e si portò le braccia sotto la testa, ringraziò mentalmente il sé di quella mattina che aveva deciso di fargli indossare dei vestiti comodi e chiuse gli occhi mantenendo il sorriso.
Sentiva l'aria sfiorargli dolcemente il viso e i capelli viola, come se volesse dargli una candida carezza o un caldo benvenuto.
Si sentiva accolto e presto si fece cullare da quella sensazione confortevole cadendo in un sonno profondo.Non seppe quanto tempo dopo si risvegliò ma la ragione per cui lo fece fu un piccolo rumore, quasi impercettibile ma che per puro caso al ragazzo non passò inosservato.
Era come uno sbattere di ali, ma il viola sapeva che non era un uccellino né tanto meno una farfalla.
Il suono sentito da lui non era paragonabile a niente che conoscesse, era flebile ma bellissimo.Si mise seduto e strofinandosi gli occhi con poca delicatezza prese a guardarsi in giro per intercettare da dove provenisse quel particolare suono.
Fu grazie alla sua buona vista che, poco lontano da lui, notò una piccola figura nascosta dietro una grossa foglia di quercia.
Si avvicinò e subito vide come la creaturina indietreggiava spaventata portandosi dietro la foglia per riuscire a coprirsi dalla vista dell'altro.
Osservandola da più vicino il ragazzo poté notare che aveva delle sembianze umane sebbene avesse delle bellissime ali e delle orecchie ben appuntite.
Ma appena fece dei passi in più per tentare di raggiungerla essa prese a volare di qua e di là, era palesemente impanicata e agli occhi di Namjoon non poteva che sembrare ancora più eterea.
Il suo breve volo finì quando, senza accorgersene, la figura alata andò a sbattere contro un albero e precipitò nell'erba.
Spaventato che si fosse fatta male, il viola, si precipitò nel punto in cui era caduta e la trovò mentre si portava una mano sul capo per massaggiarlo delicatamente.Per non intimidire ancora di più l'esserino decise di mettersi accovacciato e provare a parlargli sperando di farsi capire:
" Ciao piccolina, non essere spaventata non voglio farti del male. "
Disse con un sorriso gentile mostrando le sue graziose fossette.Ma esattamente dopo quell'affermazione la figura minuta davanti a lui gli fece una linguaccia coronando il tutto con un broncio e incrociò le braccia al petto.
Namjoon non capiva cosa avesse spinto l'altra a una reazione simile così continuò a parlare imperterrito: " Cosa c'è? Ti ho forse offeso in qualche modo? In tal caso non era assolutamente mia intenzione. "
Ma la risposta alla sua domanda non fu delle migliori perché ciò che per Namjoon ormai era palese fosse una fata, nonostante stentasse a crederci, si avvicinò al suo viso lanciandogli una sorta di maledizione che lui non riuscì a sentire.
La voce della fatina non era udibile all'altro per qualche strana ragione, ma grazie alla vicinanza notò che aveva dei bellissimi capelli bianchi e un completino celeste.
" Mi dispiace piccina ma non riesco a capirti, dobbiamo trovare un altro modo per poter comunicare. "
Riprovò Namjoon vedendo la fata fare un broncio ancora più pronunciato.Essa, infatti, si avvicinò al suo orecchio e tirandolo per il lobo provò con tutto il fiato che aveva in quel corpicino ad urlare qualcosa ma ancora non ottenne un ottimo risultato.
Il viola allungò una mano verso la minuscola creatura che, senza esitare un secondo, si mise subito seduta sul suo palmo e aspettò che l'altro parlasse.
" Ho un'idea! "
Disse ad un certo punto il ragazzo.
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In un battito d'ali | Minimoni |
FanficNamjoon voleva solo svolgere il compito assegnatogli a scuola, non si sarebbe mai aspettato di fare un incontro speciale con un esserino altrettanto speciale. ~ " Ormai non sapeva più cosa fare per calmarlo e non potendo parlargli optò per una soluz...