A sweet promise

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" Ho deciso. "

" Sarà Namjoon a dimenticare tutto. "
Appena pronunciate queste parole un grande vento prese di sorpresa Jimin, quella folata portò in aria moltissime foglie, mosse i rami degli alberi e la fata dovette tenersi per non cadere.

" Ho rispettato la tua decisione, ho cancellato i ricordi dell'umano ma vorrei sapere il motivo della tua scelta. "
Chiese la voce con un pizzico di curiosità.

Il piccolo Jimin sospirò:
" Come mi hai fatto notare Namjoon ha già sofferto abbastanza per me, ha bisogno di ricominciare, trovarsi degli amici e io non posso permettermi di intralciarlo. "

" La tua è una decisione saggia, ma così sarai tu a soffrire. Non avresti voluto smettere di provare dolore? Perché hai sprecato la tua possibilità per quel ragazzo? "
Continuò imperterrita la voce.

" Perché è ciò che ho di più prezioso al mondo e piuttosto che vederlo soffrire mi strapperei il cuore dal petto. "
Una lacrima si infranse sulla guancia della fata che rapidamente la scacciò non volendo piangere.
Faceva tutto così male, talmente tanto che non sapeva come facesse il suo corpicino a sopportarlo.
Pensare di non rivivere più quelle bellissime giornate con il viola; non poterlo più prendere in giro, non vedere più il suo sorriso, non poter dormire accucciato sulla sua guancia e non poter più mettere la sua graziosa manina sulla sua fossetta lo struggeva.

" Sei così stupido, hai ceduto il tuo cuore a qualcuno che non avrai mai. "
Rispose l'entità.

" Non mi importa, amarlo è stata la cosa migliore che io abbia mai fatto e anche se non si ricorderà di me io sarò sempre lì vicino a lui. "

" Così sia, non ho più tempo da sprecare per cercare di farti ragionare. Hai preso la tua decisione e ne patirai le conseguenze. "
Dopo queste parole Jimin non ebbe più notizie di quella strana voce ma non se ne preoccupò, i suoi sentimenti lo stavano mangiando vivo e ormai quelle calde lacrime non le riuscì più a trattenere.

Pianse tutta la notte.

Pianse i giorni successivi.

Pianse per tanto, troppo tempo.

***

" Jimin, ci pensi mai a quanto siamo stati fortunati? Insomma erano poche le possibilità che io potessi incontrarti e invece... "
Disse il viola all'altro sdraiato sulla sua gamba.

" Penso che senza di te la mia vita sarebbe stata completamente diversa, a quest'ora starei studiando con le cuffiette alle orecchie. "
Quando gli occhi della fata incontrarono quelli del ragazzo, quest'ultimo sorrise.

" Ma basta pensare a cosa starei facendo, concentriamoci sul presente. Vuoi fare una cosa? "

Subito Jimin fece di sì con la testa e Namjoon prese a spiegare:
" Promettiamoci che non ci separeremo mai. "

Il viola prese il mignolino dell'altro e, non potendo incrociarli, ne fece combaciare la punta.

"Nessuno dei due potrà mai romperla. "

Namjoon si svegliò, ogni notte sognava sempre di questo Jimin ma non sapeva chi fosse né se l'avesse mai incontrato.

Inoltre non credeva esistesse dato che, in base ai suoi ricordi, quel ragazzo era una fata e lui in merito a queste cose era molto scettico.

Uscì di casa, incontrò i suoi amici, finì le sue lezioni all'università e finalmente arrivò il suo momento preferito della giornata: la sera.

Di sera poteva incontrare quella persona, quella che gli rallegrava ogni giornata, il suo ragazzo.

" Ciao amore, come stai? Hai fatto qualcosa di interessante oggi? "
Chiese Namjoon.

" Niente di interessante, ho lavorato e ti ho aspettato. "
Rispose il ragazzo dai capelli castani.

I due si incontravano sempre al parco, il loro posto speciale.
Era diventato tale perché Namjoon, per il loro primo appuntamento, aveva deciso di fare un picnic al verde.
Il viola aveva questo strano legame con la natura e nemmeno Taehyun, il suo ragazzo, sapeva il perché.
A dirla tutta neanche il diretto interessato ne sapeva il motivo ma credeva fosse tutto dovuto alla sua passione per i fiori.

Erano seduti su una panchina, il moro si era addormentato sulla spalla del suo ragazzo che guardava il cielo stellato come incantato.

Sopra le loro teste c'era un grande albero di quercia da cui cadde una foglia, lenta e gentile si andò a posare sul viso di Namjoon che subito la prese e la osservò.

Gli sembrò familiare, come se non fosse la prima volta che la vedeva, non perché le scrutasse sempre attaccate a qualche arbusto, ma gli fece provare uno strano calore all'altezza del petto.

Rialzò la testa e osservò il movimento di un ramo, un po' troppo agitato se considerava che del vento non ce ne fosse neanche l'ombra.
Stava per concentrarsi strizzare gli occhi e cercare di vederci meglio quando un mugolio lo ridestò da quell'azione.

" Nam andiamo a casa, ho sonno. "
Sussurrò Taehyun strofinando la guancia contro quella dell'altro.

" Buongiorno principessa, hai finalmente aperto gli occhi vedo. "
Rispose con un'espressione amorevole in volto il viola.

" Smettila di prendermi in giro... "
Continuò il moro grattandosi gli occhi.

" Dai andiamo, domani devi anche lavorare. "
Così Namjoon prese la mano dell'altro e insieme se ne andarono da quel parco.

Prima di allontanarsi del tutto il viola si girò a guardare un'ultima volta quel parco, aveva una strana sensazione e non si sbagliava.

Da lontano il piccolo Jimin aveva visto tutto, la foglia non era caduta per caso, era un modo per fare sapere all'altro che lui c'era e che non aveva spezzato la loro promessa.

Perché non l'avrebbe mai fatto, lui sarebbe sempre stato vicino al suo grande amore.

Così, con un caldo sorriso a incorniciargli il viso, la fata salutò il viola che ancora era rivolto verso di lui e successivamente volò via, verso il suo bosco.

In un battito d'ali | Minimoni |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora