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Il sei gennaio era arrivato troppo in fretta per i gusti di Louis, era a malapena riuscito a finire di correggere tutte le verifiche che le sue sorelle gli erano piombate in casa senza preavviso riempiendolo di dolci e torte. Aveva passato tutto il pomeriggio a giocare ai giochi in scatola, perdendo a Monopoli e mangiando dolciumi. Era sera tardi quando, mentre si stava riposando sul divano, qualcuno suonò il campanello.

Louis si alzò svogliatamente dalla sua postazione per aprire la porta.
Dall'altra parte dell'uscio, con i corti capelli bagnati dalla pioggia, c'era Harry.
-Posso entrare?- gli aveva chiesto.

Louis lo aveva fatto accomodare dentro, sorpreso da quella visita senza alcun preavviso.
-Vuoi un bicchiere di whiskey?- chiese Louis dalla cucina, riempiendo comunque due bicchieri. Quando tornò in salotto Harry era seduto sul divano e stava mangiando una delle caramelle che aveva trovato disseminate sul pavimento. Gli porse il bicchiere e si accomodò sulla poltrona.

-Allora, cosa ti porta qui alle nove e mezza di sera, senza neanche chiamarmi?- chiese Louis scrutandolo attentamente.
-Ho corretto tutte le verifiche.- Harry sospirò drammaticamente. -Uno dei ragazzi di prima è riuscito a sbagliare il calcolo della tabellina del sei. La cazzo di tabellina del sei! Doveva moltiplicare il fattore 6 per tre volte ed è riuscito a darmi il risultato sbagliato! Mi sento un po' un insegnante fallito. Oltre che estremamente frustrato.
-Sei in cerca di un pompino di consolazione?- chiese Louis sorridendogli maliziosamente.
-Ora come ora gradire un abbraccio di consolazione e qualcuno che mi dicesse che non sono un fallito come insegnate. Ho dovuto dare l'insufficienza al 70% della classe, come posso anche solo pensare che questi ragazzi supereranno la prima liceo?

Louis si alzò e si sedette al suo fianco, lo fece distendere sulle sue gambe e cominciò ad accarezzargli i capelli. Quella situazione era surreale. Non si erano mai toccati all'infuori del sesso. Il loro rapporto si limitava a litigi verbali e incontri carnali.
-Non sono la persona più indicata per farti questo discorso, come tu stesso hai detto sono anche io un insegnante fallito quindi...
-A proposito di quello, io vorrei scusarmi. Non penso assolutamente che tu sia un docente fallito, non l'ho mai pensato. Credo che fossi solo geloso del fatto che le alunne parlassero sempre di te e dei bei progetti che facevano con l'insegnante di francese e mai di tutte le cose che riguardavano la mia materia. Mi dispiace di averti offeso al bar, non penso nessuna di quelle parole.

Il peso sul cuore di Louis si alleggerì un poco. Harry non pensava che lui fosse un insegnante fallito, alle sue alunne piaceva la sua materia, il vicepreside aveva detto che era soddisfatto del loro lavoro come colleghi; forse era il caso che Louis credesse un po' di più in sé stesso. Continuò ad accarezzare i capelli di Harry, mentre cominciava a raccontare.
-Quando ho iniziato ad insegnare ho fatto la mia prima supplenza in una classe di ragazzini delle medie che odiavano la mia materia. Avevano tredici anni ed erano terribilmente maleducati. Nessuno mi ascoltava quando parlavo, avevo fatto fare loro una verifica e tre quarti della classe l'aveva consegnata in bianco. Mi sentivo davvero un professore fallito. Ho pensato che forse avevo sbagliato mestiere e che non sarei mai stato in grado di tenere una classe. Mi sono preoccupato tanto, dei problemi di ognuno di loro, cercavo di capire perché si comportassero così con me. Non erano intelligenti? Non capivano il francese? Gli stavo antipatico? Gli avevo fatto un torto? Stavo pensando a tutto. Finché un giorno non entrai in classe e presentai loro una canzone. Avevo deciso di fare una lezione su qualcosa di diverso e loro, per la prima volta, hanno prestato attenzione. Per la prima volta hanno fatto domande, si sono mostrati interessati e hanno mostrato di conoscere qualcosa di lingua.
Il punto di questa storia è che ogni classe ha la sua chiave di volta. Magari non la trovi subito, magari all'inizio sarà difficile abituarsi gli uni agli altri, ma tu devi fare di tutto per riuscire a trovare il modo di arrivare al loro piccoli e antipatici cuoricini e soprattutto per sentirti bene con te stesso. Se tu stai bene con te stesso, sei sicuro di quello che insegni e ami quello che fai questa cosa arriverà anche ai tuoi alunni e loro apprenderanno meglio.
-Non sapevo insegnassi pedagogia oltre al francese.
-Sono pieno di sorprese, come vedi.
-Comunque grazie, avevo bisogno di queste parole.- la voce di Harry era piena di gratitudine. Louis, fermò la mano che stava accarezzando i suoi capelli e sorrise. Ci fu un attimo di silenzio in cui si prese il tempo per metabolizzare le parole di ringraziamento di Harry e poi parlò di nuovo.
-Per caso hai bisogno anche di un pompino di consolazione?- ammiccò maliziosamente incrociando il suo sguardo. Un guizzo divertito passò per gli occhi verdi del riccio.

Teachers (Larry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora