Untitled 43

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c'è il buio, c'è lo scuro

la luce del telefono in faccia

col naso che fischia respiro sicuro

come una cicala fuori tempo

ma sincronizzato

con le folate di vento 

freddo

con il calore della casa

oscurità

con il bianco luminoso del telefono

questo nero avvolge tutto

così fitto in alcuni punti

da annullare i contorni delle cose

se guardi troppo nell'abisso vedrai l'abisso

specchiarsi in te

guarderò oltre quel punto

chissà cosa troverò

cosa si farà trovare

o se sarà l'abisso 

a trovare me 

qualche stella

timido puntino di luce si affaccia

tra le nuvole

le persone nella casa dietro di me,

dormono molte

altre stanno per 

e io qui fuori

al freddo

a creare poesie

a cercare poesie

a sentirmi poeta moderno 

con le note del telefono

un lampione

l'unico

sfarfalla

vedo il mondo come da dietro un vetro

proprio ora

che il vetro non c'è

il buio stesso è immobile

e io sono fermo immerso in lui

entrambi rivolgiamo lo sguardo alle poche luci

che ancora persistono

come a chiedergli

"ma voi che ci fate qui?" "per chi fate luce?"

ma noi, caro buio

che ci facciamo qui? chi copriamo stanotte?

sentirsi tutt'uno con tutte le cose

attorno

di cui non percepisco che la presenza

e poi tutt'uno con tutte le cose

del mondo

con cui condivido solo l'essere

essere qui stanotte

essere qui su questa terrazza

essere in questo Paese

essere con queste persone

essere in queste scarpe

sentire tutto

è

semplicemente esistere

qualche foglia si muove

un altra luce ha ceduto

la luna all'orizzonte

da dietro le nuvole

promette che domani ci sarà

e si porta dietro la notte

per permetterti di riscoprire

scoprire, togliere la coperta

di questo scuro che avvolge

domani

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