CAPITOLO DUE

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Mr Davies, sulla quarantina e dall'aspetto di un gentiluomo, si presentò alla canonica una settimana dopo il funerale. L'incontro con la nipote fu freddo e sbrigativo, con sollievo di Emily non l'abbracciò: «Mi duole conoscerti in un'occasione tanto triste per te.»

Emily annuì e non le sfuggì che l'altro aveva evitato di dichiararsi anche lui triste; la cosa però non le dispiacque, preferiva non condividere il proprio dolore con quello sconosciuto e apprezzò che non fingesse per lei un affetto che di certo non provava.

«Sarò felice di averti con me» aggiunse, come se si fosse accorto di doverlo dire.

«Mia moglie ha aiutato Miss Harrison a preparare i suoi bagagli, vostra nipote sarà pronta a partire quando riterrete opportuno» si intromise Mr Otwortson che aveva assistito al dialogo.

«Vi ringrazio. Andremo via domattina.»

Emily represse un «no», non voleva andare da nessuna parte con quell'uomo, ma era consapevole di non avere alternativa. Lo zio non somigliava affatto alla madre, né nel viso né nell'atteggiamento ma questo le fu di conforto, per quanto non capisse perché.

Il pastore accompagnò Mr Davies alla locanda in cui avrebbe alloggiato per la notte, non essendoci abbastanza posto per ospitarlo nella canonica.

Appena rientrò, la moglie lo assalì con le sue domande: «Allora? Che pensate di lui? Che vi ha raccontato?»

«Ha eluso le mie domande, ma ha detto di avere una governante nella sua dimora, ha una tenuta che si chiama Sethgrave Park.»

«E poi?»

«Niente altro.»

«Allora significa che ha qualcosa da nascondere.»

«O forse solo che è una persona riservata.»

La moglie scosse il capo: «Siete un ministro di Dio, avrebbe dovuto rassicurarvi maggiormente sulla sorte della nipote.»

«Mia cara, non dovreste vedere misteri ovunque. Del resto noi non siamo niente per quella ragazza, mentre lui è il fratellastro della madre.»

Mrs Otwortson si alzò e camminò fino alla finestra per poi tornare a sedere: «Quell'uomo non mi piace. E sapete che la mia prima impressione è sempre corretta.»

«Auguriamoci che stavolta invece sia sbagliata, per il bene di Miss Harrison.»

Il mattino seguente, senza nemmeno fermarsi al cimitero per un ultimo saluto alla sorella, Mr Davies portò via Emily e i suoi bagagli, sulla carrozza a noleggio con la quale era arrivato.

«Promettete che mi scriverete» disse Mrs Otwortson congedandosi dalla ragazza. Lei rispose di sì ma dubitava che l'avrebbe fatto. La donna era stata gentile con lei e prima lo era stata con sua madre, solo che Emily preferiva lasciarsi tutto dietro le spalle, tanto non avrebbe potuto riavere niente della vita vissuta fino a quel momento. Per quanto né il padre né la madre avessero avuto un carattere affettuoso erano stati il suo riferimento, gli adulti da cui prendere esempio e che le indicavano la strada da percorrere, anche se non sempre trovava piacere nel seguire tutte le regole che le avevano imposto. Le sarebbero mancati molto.

Mentre andavano verso il Hertfordshire, con suo sollievo, lo zio scambiò con lei solo poche frasi, quelle essenziali riguardo gli aspetti pratici del viaggio. Non una parola di conforto. Lei fu contenta peri suoi silenzi.



Emily * una storia RegencyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora