1. L'estate

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AGOSTO

La sveglia del mio iPhone suona ad alto volume, rischiando di farmi diventare sordo. Forse dovevo spostarlo e metterlo sulla mensola vicino al televisore per evitare di sentirla così forte. «Blake alzati! Sono le otto!», le urla di mia madre sono così forti che le sento dal piano di sopra, come se fossi accanto a lei. Dopo essermi rigirato per un bel po' di minuti sul mio letto, decido di alzarmi.

L'estate non è ancora finita, manca un mese e mezzo, eppure non mi svegliavo così presto dall'ultimo giorno di scuola. Prendo il cellulare e interrompo la sveglia. Ho due chiamate perse da Vic, con due messaggi in cui ha scritto praticamente la stessa cosa. Tipico di Vic, dopotutto: se non rispondi alle sue chiamate, lei ti tartasserà di messaggi. Lo fa perché ama essere sempre al centro dell'attenzione ed è convinta che il mondo ruoti attorno a lei.

Rispondo al suo messaggio velocemente e vado a mettermi una canottiera e un costume da bagno. Vado di sotto e faccio un saluto generale a mia madre e mia sorella. «Buongiorno»

«Buongiorno tesoro», risponde mia madre con la tenera voce che ha di prima mattina. «Ah Blake, mi ha scritto Vic dicendomi di muoverti, perché tra mezz'ora passa a prenderti» mi avvisa mia sorella. «Dille che sono già pronto. Sicura che non vuoi venire con noi?»

«No, grazie. Pomeriggio esco con Susy e tra un po' pensavo di andare dall'estetista» mi risponde. «Va bene, Charli», anche se Charli è la mia sorella gemella, non frequentiamo proprio gli stessi amici. Susy fa eccezione, dato che la conosciamo da quando andavamo all'asilo e ancora oggi fa parte della nostra vita. Bevo solo un po' di succo alla pesca che mia madre ha tolto qualche minuto fa dal frigo e preparo il borsone per il mare.

«Passa a prenderti Vic?», mi chiede mia madre.

«No, ci vediamo alla fermata dell'autobus»

«Okay. Solite raccomandazioni. Non tuffarti dagli scogli, non togliere la suoneria per nessun motivo

E rispondi alle chiamate... Ah dimenticavo, se resti a cena da Vic, fammelo sapere per tempo», mia madre è una donna molto apprensiva e protettiva.

Da quando mio padre se n'è andato, le cose sono cambiate. Sono diventato più responsabile e con il tempo mi sta concedendo più autonomia.

Ci prendiamo cura l'uno dell'altra, come una squadra, specialmente da quando mia sorellamaggiore Ariel è andata al college a Boston. Le voglio molto bene ed è una delle donne più forti che conosca, ne ha passate tante nella vita e sono orgoglioso di lei.

Mentre mi incammino verso la fermata degli autobus, mi imbatto in un volto familiare. Non può

essere nessun altro con quella bicicletta, se non Anthony, il mio vecchio amico che ho conosciuto a calcio quando avevo dieci anni. Sarà da un mese che non ci esco. Lo accolgo con un abbraccio fraterno, dandogli il cinque.

«Wiedemann!» esclama. «Già, questo è il mio cognome!», rispondo scherzosamente. «Che si dice?» domanda Anthony. «Mi devo incontrare con Vic adesso. Comunque sì sto bene, grazie. L'estate era tutto quello di cui avevo bisogno. E tu invece come te la passi?»

«Non male, ce l'hai sempre il mio numero?» chiede. «Ovvio! Ti andrebbe di uscire qualche volta?» sorrido radioso.

«Ma certo, chiamami quando vuoi», improvvisamente vedo Vic in lontananza. «Ciao Blake. Oh ciao Anthony, non ti avevo visto» esordisce con il suo tipico tono di voce rilassante, che mi ha sempre trasmesso tranquillità.

«Ciao Victoria», ricambia il saluto con molta gentilezza.

«Ciao ragazzi, io devo andare. Blake fammi sapere poi per quella cosa...»

«Contaci!», Anthony ci saluta e poi si allontana con la sua Mountain Bike.

«Che voleva?»

«Niente di che, l'ho incrociato mentre ti aspettavo. Tra quanto arriva l'autobus», la nostra città è così piccola, che la spiaggia più vicina è a tre quarti d'ora da qui. Ci vado ogni anno con Vic, in alternativa alla casa di mio nonno che è distante un'ora da qui. Questa è la mia estate, se escludiamo il viaggio a Madrid l'anno scorso, perché del resto trascorro le vacanze sempre nei soliti posti.

«Ah Blake, mi ha scritto Diego, volevo sapere se fosse possibile rimandare la nostra cena di stasera. Sarebbe un problema per te?», nel caso non fosse ancora chiaro, odio i cambi di programma improvvisi, specialmente se si tratta di trascorrere del tempo con la mia migliore amica.

«Assolutamente no. Solo ci tenevo a passare un po' di tempo con te», potrei proporre di unirmi a loro, ma non rientra nelle sue volontà. Vic odia le uscite di gruppo, e le ragioni sono totalmente sconosciute. Se le chiedi di uscire quando ha già preso appuntamento con una sua amica, lei ti darà buca e la spiegazione che ti darà sarà che è già impegnata.

Conosco Vic da quando avevo tre anni e ormai sono abituato a tutti questi suoi difetti, ci convivo da tempo.

L'autobus arriva e io e la mia migliore amica prendiamo posto nei sedili in fondo, come è di nostra abitudine.

«Ho portato la cover subacquea per fare qualche foto sott'acqua nel caso ti andasse», dice Vic. La giornata procede molto bene, io e Vic scattiamo molte foto da condividere su Instagram e poi prendiamo posto nel fast-food accanto alla spiaggia. Ormai è di tradizione mangiare un hamburger e parlare del più e del meno, ed è una delle cose che amo di questa amicizia, se escludiamo le maratone di telefilm oppure leggere storie divertenti online. «Sai che mia cugina si sposa?»

«Ma dai, davvero? Parli di Elena quella che brontola sempre su tutto...» Vic sembra sbalordita. «Blake! Comunque sì» ribatte divertita alla mia battuta. «Con un suo compagno del college. Non so se te ne ho mai parlato... Si sono incontrati ad una di quelle strane feste che danno alla confraternita. Anche se è all'ultimo anno, vogliono farlo lo stesso. In caso pensavano di celebrare il matrimonio con l'anno nuovo» riprende a raccontare.

«Be' che dire, Vic? Sono molto felice per lei...», ho sempre avuto alcuni dubbi sulle relazioni al liceo o al college. Se sei al liceo, il college vi dividerà, invece se frequenti il college, ti imbatterai presto nel mondo del lavoro, quindi vi dividerete lo stesso, a meno che il rapporto non sia così forte da proseguire gli studi nella stessa città.

«Non penso che si lasceranno presto. Elena mi parla così bene della loro relazione, la descrive come un rapporto solido», prosegue la mia migliore amica. Verso le cinque ci incamminiamo verso la fermata dell'autobus che verrà qui tra mezz'ora, trovandoci lontani da essa. Penso proprio che farò una passeggiata con il mio cane e poi una doccia non troppo fredda per togliermi il sale di dosso.

Estraggo il mio cellulare dalla tasca dei pantaloncini e invio un messaggio a mia madre per dirle che stasera cenerò con lei e Charli. "Ciao mamma, io e Vic stiamo per prendere l'autobus. Stasera sarò a casa, così ceniamo tutti insieme. Tre quarti d'ora e arrivo. Ti voglio tanto bene <3".

Invio il messaggio e mi siedo su una panchina insieme a Vic, ad aspettare l'arrivo dell'autobus per ritornare in città. Apro Spotify e faccio partire una playlist che comincia con un pezzo elettrizzante di Tiesto e Mabel, che si intitola God Is a A Dancer.

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