Si narra dell'esistenza di un posto chiamato "angle", un luogo promesso ad ogni essere vivente il giorno della sua nascita. Dicono che chiunque senta il bisogno irrequieto di raggiungerlo e che solo chi lo raggiunge... potrà vivere davvero.
Il mio nome è Horia, Toku Horia. Abito a Flyier, cittadina di campagna nelle terre del Sud del regno di Yabes e quest'anno compirò quattordici anni.
Sin da quando sono piccola, i miei genitori mi hanno narrato del grande viaggio sacro che ognuno di noi deve compiere. Mia madre ha incontrato Papà proprio qui, in questa cittadina, due anni dopo il suo arrivo. Entrambi avevano fatto il loro viaggio sacro e la cittadina di Flyier era la loro meta, il loro luogo promesso. Sono molto ansiosa di poter scoprire il luogo a cui appartengo.
In quest'ultimo periodo sto soffrendo molto questa mancanza, sento un vuoto incolmabile dentro e mi sento spesso poco motivata, ma confido nel fatto che tutto andrá a gonfie vele.
Al compiere dei quattordici anni, viene dichiarata l'età del viaggio di appartenenza e gli Spiriti Sacri consegnano ai pilastri del Tempio di Lyoto le bussole della verità. Ogni bussola è personale, essa indica non il Nord... ma il luogo promesso, il posto a cui ognuno di noi appartiene.
La bussola di mamma era bianca, su di essa vi era inciso un Toro. L'aspetto della bussola si rileva solo quando il proprietario la tocca, che cosa buffa! Quella di papà, invece, era verde con sopra incisioni di gigli, chissà come sarà la mia!
Mi sento così emozionata se penso che a breve sarò adulta e potrò visitare tanti nuovi luoghi. Mi è sempre piaciuto viaggiare, l'ho sempre guardato con occhi interessati il viaggio. Allontanarsi da ciò che ci è familiare per poter percorrere strade diverse, incontrando nuove persone e nuovi luoghi a cui affezionarsi e da cui andare via con qualcosa dentro di diverso. Tante esperienze che formano dentro di noi ricordi inestimabili, preziosi come niente al mondo. Mi chiedo se anche io, una volta arrivata al mio luogo promesso, incontrerò un giorno qualcuno che possa amarmi come papà ama la mamma. Sarebbe bello.
E che luogo potrebbe mai essere il mio? Una prateria? Una città? Un paese? Una spiaggia, forse? Potrei ritrovarmi a viaggiare fino a raggiungere Kitime, la città fluttuante, o forse fino ad arrivare a Wude, il paese del cioccolato. Mi piacerebbe molto come destinazione, adoro il cioccolato, soprattutto quello al latte, quando si scioglie in bocca, inondando il palato di dolcezza. Mi fa dimenticare cosa mi spaventa, cosa mi rattrista. Il cioccolato ha un potere davvero speciale su di me.Okay, forse sarebbe meglio evitare discorsi sulla mia dipendenza da zuccheri. L'emozione che sto provando in questo momento é indescrivibile, vorrei tanto poterla condividere con qualcuno.
Bye Bye, Hiilo
A domani!——————————————————————————————
Chiudo il diario, che ho chiamato simpaticamente Hiilo, e lo ripongo nel mio cassetto. La mia stanza non è molto grande ma è ben arieggiata ed è vivace.
Le pareti, di un color crema chiaro, sono rivestite da poster, fotografie, disegni e volantini strappati dalle riviste della mia band preferita. Mi sarebbe piaciuto viaggiare, cambiare città, cambiare aria, ma non è stato possibile, devo rispettare il regolamento di Elrya.Sistemo la lunga coda folta con la spazzola, pettinando il pelo morbido e bianco con cura. Avrei preferito nascere unaeh, senza alcuna coda e particolarità, invece sono nata Fyæh e mi tocca prendermi cura del mio pelo.
Sento dei passi, qualcuno sta salendo le scale di casa, forse mia madre o mio padre.
<Horia, il signor Willer è qui per parlarti della bussola, scendi> la voce di mamma rimbomba nella stanza, giungendo alle mie orecchie feline in modo fastidioso. Tuttavia, sentendo la parola "bussola" non riesco a frenare l'entusiasmo ed esco dalla stanza di fretta, passandole accanto con gran velocità.
<Buongiorno signor Willer!> esclamo, chinando il busto leggermente, con educazione. I miei capelli erano in disordine e indosso avevo solo un vestito casalingo un po' sgualcito, non ero pronta.
L'uomo mi guarda con leggera superiorità, fissando i suoi occhi ambrati sulla mia veste inappropriata prima di guardarmi in volto.
<Buongiorno, signorina Toku> ricambia il saluto con tono gelido, forse anche un po' annoiato.Flyer è un paese piccolo e le voci girano. Non ho un'ottima reputazione, sono conosciuta come una ragazzina troppo vivace e a volte stramba, ma non mi interessa molto ciò che dicono di me.
<Sono qui per parlare della cerimonia di iniziazione del tuo viaggio. A breve avrai quattordici anni e ti verrà consegnata la bussola del tuo Angle.> spiega, frugando velocemente nel taschino destro della giacca nera ed elegante. <Sarete in 3 a intraprendere il viaggio quel giorno, qui a Flyier, per cui non sarai sola al corso> aggiunge.
<Vabene, signore. Quando posso recarmi al Santuario per le prove?>
So bene che prima della cerimonia devo fare delle prove per prepararmi. Devo imparare a memoria la promessa di inizio viaggio, prendere la bussola sacra nel modo giusto... insomma, ci sono tante cose da fare, cose che non fanno altro che aumentare l'abitazione che provo pensando al grande viaggio!
<Signorina, potrebbe iniziare oggi, ma dovrebbe prepararsi> le sue iridi mi scrutano, le sue labbra si serrano in un'espressione contrariata. <Conciata in questo modo non potete certamente partecipare>.
Non ha tutti i torti, dovrei assolutamente cambiarmi. Una cosa che non so fare, risaputo, è essere pronta. Sono un completo disastro, una ritardataria senza precedenti. Ma in un'occasione come questa... come posso tardare?
<Vi aspetto al santuario fra un'ora, crede di poter essere pronta?> chiede, guardando l'orario sul suo orologio da taschino in argento.
<Assolutamente! Mi preparo subito, signore! Grazie di avermi informata> mi inchino nuovamente, pronta a correre per le scale, ma vengo fermata dalla voce dell'uomo.
<Riguardo alla bussola, il regno di Lyoto ci ha indicato una problematica, ma sarai tu stessa a vederla con i tuoi occhi. La tua bussola sembrerebbe un po' difettosa> annuncia.
Pessima cosa. Tutta la mia felicità in quel momento sparì. Avevo avuto come un tonfo al cuore per questa notizia. Perchè la mia bussola sarebbe difettosa...? Non troverò il mio Angle? Se così fosse?
L'ansia mi pervade ma non demordo, non mi arrenderò certamente per un difetto.
<Non importa, procederò comunque, come da rituale, signore.> rispondo, guardando l'uomo negli occhi con sicurezza. Le mie pupille ovali si dilatano, stringendosi a intermittenza, seguendo il mio battito cardiaco leggermente accelerato. <Con permesso>.
Saluto cordialmente e risalgo le scale, ho quaranta minuti per prepararmi ed è meglio per me, almeno questa volta, essere puntuale.
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HORIA: The Promised Place
FantasyVi capita mai di sentirvi fuori luogo? Di essere a casa ma di sentirvi fuori dal mondo? Di non essere dove dovreste. La ricerca di un posto in cui sentirmi a casa è ciò che mi è stato insegnato dalla mia famiglia. Ad Elrya l'appartenere ad un luogo...