Ho impiegato un po' più del previsto, bene, sono fregata. Sto correndo a per di fiato verso il Santuario e spero con tutta me stessa di non fare troppo tardi.
La gonna del vestito mi impedisce di essere agile come vorrei, un motivo per il quale detesto portare le gonne ed i vestiti. Cosa c'è di male se una ragazza adulta indossa dei pantaloni?Dopo una lunga corsa giungo al Santuario e mi inchino ai presenti, scusandomi per il ritardo.
Ho rovinato la mia acconciatura ma è ancora abbastanza ordinata ed ho un aspetto abbastanza decente e signorile per poter evitare le strigliate del signor Willer.
<B-Buongiorno! Perdonatemi per il ritardo! Purtroppo ho avuto... degli imprevisti> bugia, non ho avuto alcun imprevisto, sono solo una perditempo.
<Buongiorno signorina, di nuovo> la voce dell'uomo ha un tono severo, sono sicura che mi sbranerebbe viva se potesse.
Accanto a Willer c'è un'altra figura, mi avvicino a loro per poter vedere meglio e noto che si tratta di un altro ragazzo, della mia età per giunta. Che sia uno dei due membri del corso? Mi era stato detto fossimo in tre, forse anche lui compirà quattordici anni molto presto.
<Signorina Toku, vi presento il signorino Juīi Haroi. Frequenterete il corso insieme. Purtroppo il terzo ragazzo oggi non è potuto venire, lo incontrerete nei prossimi giorni.>
Quindi si chiama Haroi?
Scruto attentamente la figura del mio compagno di viaggio. Una coda sottile ed elegante fa capolino da dietro la sua schiena. Il pelo grigio, morbido anche alla vista, risalta sulla sua carnagione quasi pallida. Ha gli occhi di un giallo intenso, mi ricordano i favi di miele. Il taglio di capelli, stile militare, con la frangia ai lati del capo ed una rasatura sottostante, lascia sporgere delle piccolissime orecchie feline. È molto interessante, anche lui è un Fyæh.<Piacere di conoscerti! Io mi chiamo Horia, Horia Toku, frequenterò il corso con te. Tu quindi sei Haroi?>
È più forte di me, devo fare amicizia, soprattutto con le persone con le quali so di dover passare un determinato periodo di tempo insieme.
<Juīi,>
Il suo tono di voce, freddo da ghiacciarmi il sangue nelle vene, mi fa capire che non posso prendermi tanta confidenza. Senza poter aver controllo della mia coda quando si tratta di emozioni, la lascio cadere verso il basso, muovendola leggermente in modo nervoso. Ho iniziato con il piede sbagliato e ciò mi sta scoraggiando. Non solo la mia bussola è probabilmente difettosa ma i miei compagni di viaggio, almeno Haroi, non sembrano molto socievoli.
<okay, perdonami> sussurro, allontanandomi da lui per poter prendere posto sulla panca accanto all'entrata del Santuario, dove si appresta a sedersi anche io gatto scorbutico.
<Bene, signorini, oggi inizieremo con la spiegazione del concetto di Angle> il Signor Willer iniziò a parlare. Mi annoia abbastanza ascoltarlo però si tratta di un passo importantissimo della mia vita e non posso certamente farmi sfuggire qualcosa.
Ha spiegato cosa significa "Angle", "angolo", che indica l'angolo di mondo a cui apparteniamo, il luogo promesso alla nostra nascita, come so già. L'unico modo per raggiungerlo è con la bussola sacra, in alternativa si può viaggiare tutta la vita finché non avviene il Nakurat, una scossa che percorre il nostro corpo quando giungiamo nel luogo a cui siamo connessi.
Se la bussola fosse difettosa, dunque, potrei cercare il mio Angle contando sul mio corpo? Sul Nakurat?
<La bussola sacra muta la sua forma a seconda della persona connessa. Solo il proprietario può leggerne la direzione, fatta eccezione per i testimoni di Lyoto, che possono visualizzare le direzioni di ogni bussola per accettarsi che indichino un luogo.>
Quindi loro avevano visto?
Loro sapevano il perché la mia bussola fosse difettosa?<Signorina, è forse preoccupata per qualcosa?>
Non stavo prestando attenzione, mi ero deconcentrata, chissà di cosa aveva parlato.
Dovrei cercare di impegnarmi di più, perdo troppo facilmente la concentrazione e dimentico il perché faccio le cose e quanto per me siano importanti.<M-mi scusi, signor Willer, ero solo... in pensiero, sa, per la bussola, insomma...>
Stavo balbettando. Le mie guance si erano tinte di un fastidioso rosso. La cosa che odio di più è quando arrossisco, il rossore non è mai uniforme, è a macchie, per di più si creano dei puntini a mo' di lentiggini di un rosso acceso.
<Sei buffa, Toku> la voce al mio fianco mi fece sussultare. Era la prima volta che sentivo parlare quel ragazzo, in modo grazioso per di più, dato che prima ha utilizzato un tono freddo e distaccato.
<Ragazzi, concentratevi, perfavore>
Abbiamo dunque ripreso le lezioni. La preoccupazione che mi assilla per il difetto della bussola persiste e nonostante cerchi di restare concentrata non ci riesco un granché. Come sarebbe non avere un Angle? È una cosa possibile?
Finalmente concludiamo la lezione teorica con la spiegazione della cerimonia, il suo svolgimento ed il perché è così importante. Willer ha detto che uno per uno entreremo al santuario con un bouquet di margherite da campo, di quelle grandi e dal profumo intenso, con petali colorati di giallo-arancio. Pronunceremo la promessa quando saremo davanti al Graziatore, che ci chiederà di promettere passione e perseveranza per il viaggio della nostra vita.
Direi che mi sono già annoiata abbastanza, ho capito. Arrivo lì, baci baci, promessa, prendo la bussola e ciao.
Tutto chiaro, no?<Bene, fanciulli, domani ci vedremo nuovamente a quest'ora per poter concludere la lezione e fare un piccolo ripasso per il vostro compagno assente. Tutto chiaro?>
<Chiaro.> sia io che il gattino del ghiaccio rispondiamo all'unisono, voltandoci a guardarci negli occhi con sfida.
Faccio un mezzo inchino, salutando educatamente, poi mi avvio verso casa. Non ho molta voglia di parlare oggi, forse a causa della notizia ricevuta di prima mattina.
Appena arrivo "at home" mi stenderò sul letto e ascolterò un po' di musica, e guai a chi mi disturba.<Quindi, Horia, come ti sembrano le lezioni del signor Willer?>
Bene, ho cantato vittoria troppo presto, quel gatto strampalato mi sta seguendo e mi ha anche dato a parlare.
Aspetta. Mi ha chiamato per nome.
Mi volto verso di lui e incontro nuovamente quelle vasche di miele, così intense che mi percuotono.
<U-uhm, che?> rispondo, rimbambita come sono.
So benissimo cosa mi ha chiesto ma mi sono completamente persa a guardare le sue iridi.
<Ah! S-sì! Ecco, le lezioni del signor Willer!>
Riprendo subito, cercando di rimediare alla figuraccia appena fatta.<Ecco, a volte mi annoia un po' ma è sopportabile> concludo.
Lui rimane a guardarmi in silenzio per alcuni secondi, aggrottando leggermente le sopracciglia per poi circondarsi la vita con la propria coda.
<Sì, è noioso.> Sono le uniche parole che fuoriescono dalle sue labbra dopo un silenzio che sembrava interminabile.
Wow. Sei di tante parole, Haroi.
Dopo essere stata praticamente scortata fino a casa, senza sapere il perché, saluto Haroi con un cenno del capo ed un sorriso, aprendo la porta ed entrando frettolosamente.
Non ha neanche ricambiato il saluto.
A casa sembra non esserci nessuno, meglio così. Ho tempo di farmi un bagno caldo e poi filare in camera mia, l'unico posto in cui, per ora, mi sento un minimo protetta dal mondo esterno.
Mi dirigo in bagno, preparo la vasca e sulle note di "Numb", dei Linkink Park, mi rilasso e cancello dalla mia mente ogni sfumatura negativa di quella giornata.
STAI LEGGENDO
HORIA: The Promised Place
FantasyVi capita mai di sentirvi fuori luogo? Di essere a casa ma di sentirvi fuori dal mondo? Di non essere dove dovreste. La ricerca di un posto in cui sentirmi a casa è ciò che mi è stato insegnato dalla mia famiglia. Ad Elrya l'appartenere ad un luogo...