Faccio fatica a respirare.
L'aria mi manca.
Vacillo e mi aggrappo al tavolo di marmo tanto che le mie nocche si tingono di bianco.Un'altro attacco di panico
Affanno.
Ogni muscolo del mio corpo è teso, le mia tempia pulsa.
Ispiro a fondo, tentando di svuotare la testa da quelle parole. Quelle parole forti come un mattone che risuonano nella mia mente con insistenza. Un'ombra che non mi vuole lasciare.Vorrei tanto poter cancellare dalla mia memoria quella lettera, che sembra essersi impressa in ogni parte del mio essere.
Stiles,
sei scolpito nel mio cuore,Squoto la testa.
«Basta» sussurro impotente a me stesso.Lo sei stato dal primo giorno in cui sei entrato col tuo sorriso dolce,
Stringo maggiormente il tavolo.
Chino la testa all'indietro e una risata roca e ironica mi solca le labbra.
Andrà avanti così per sempre?con le battute pietose e la totale incapacità di nascondere ogni tua minima emozione.
«Una vera tortura» ringhio chiudendo gli occhi. Pessima idea. Istantaneamente i suoi occhi smeraldo mi compaiono davanti, luminosi come stelle, incorniciati da un arancione così infuocato da sembrare un tramonto.
Non pensare a me troppo spesso,
Sarebbe stato più semplice se non mi avessi perforato il cuore con una singola occhiata, con una singola parola, con un semplice saluto.
non voglio che tu sia triste.
Non riesco a non sentire quella sensazione amara in bocca. E automaticamente mi chiedo se potrò mai essere felice senza di lei. La risposta mi appare lampante: no, ovviamente. Certo, proverò ancora gioia, ma non la vera felicità. Non la felicità che si sprigiona ogni volta che ti svegli la mattina con il suo corpo caldo a riscaldarti oppure quella felicità che che si irradia nel tuo corpo vedendo un banale messaggio che recita “Ti amo” da parte sua.
Vivi bene, semplicemente vivi.
Le vertigini mi fanno piegare sulle ginocchia mentre il mio braccio tenta di ancorarsi a qualcosa, con pessimi risultati.
Avevo compreso il senso della parola "vivere" solo con lei al mio fianco, prima non aveva un significato differente da "sopravvivere".Io sarò al tuo fianco ad ogni passo.
Ed è in questo punto che mi si incrina il cuore, ogni volta di più.
“Sarò al tuo fianco”. Anche mia mamma, in uno dei suoi pochi momenti di lucidità, mi aveva detto qualcosa del genere. Detto da Lyds, però, assume tutt'altro significato. Sembra stupido tuttavia avevo sempre pensato che lei ci sarebbe stata materialmente con me, che mi avrebbe stretto la mano nei momenti di difficoltà, baciato nei momenti di gioia, sostenuto nei momenti tristi. E invece... No. Ci sarebbe stata si, ma solo nei miei ricordi.
La mia mano si arrampica verso lo schienale della sedia. Mi tirerei in piedi se le gambe collaborassero, ma al contrario, sono così pesanti che non le sento nemmeno più come mie.Con amore,
Amore, amore, amore...
Appena ho letto quel foglio, scritto con la sua calligrafia elegante, non potevo darle retta. Se mi amava, se ci amava, perché l'aveva fatto? Perché non aveva seguito il piano che avevo ideato? Sembra che preferisse l'idea di morire.
Solo guardando negli occhi l'unica persona che amo di più al mondo, anche più di lei, ho compreso la risposta. Mi sono dato dello stupido per non esserci arrivato prima. Era lampante: non è che non si fidasse del piano, di me o di Scott, non si fidava della probabilità che fallisse il piano. Anche se minima c'era, e lei, come me, non poteva rischiare. Non quando in ballo c'era qualcosa di così fragile. Io avevo fatto ogni cosa pur di allontanare quella possibilità dalla mia mente. D'altronde nessuno dei miei piani aveva fallito, avevamo vinto, ogni volta. Questo mi aveva dato sicurezza, mi ero aggrappato con tutte le mie forza a questa certezza.
Lei invece no. Aveva avuto più di un attacco di panico in quei giorni e incubi a non finire. Ogni volta che quegli smeraldi si chiudevano si riapriamo pochi minuti dopo, terrorizzati. E forse avrei dovuto capirlo, quella sera. C'era qualcosa di diverso in lei, sembrava... Serena. Mi aveva quasi implorato di leggerle un libro e io immancabilmente avevo ceduto. Avevo scelto uno dei suoi preferiti e mi ero accomodato sulla poltrona con lei accoccolata di fianco a riscaldarmi. La lettura era accompagnata dai sorso della sua cioccolata calda. Avrei dovuto accorgermi degli occhi che sembravano sempre maggiormente pesante, minuto dopo minuto. Avrei dovuto accorgermi del suo sguardo, dolce ma malinconico, come se sapesse qualcosa a me sconosciuto; della sua mano che mi accarezzava i capelli, per imprimerseli un'ultima volta nella memoria; del “ti amo” bisbigliato sulle mie labbra prima che le incastrasse con le sue.
Nella mia mente tutto vago, tranne il freddo atroce che mi aveva investito con appena si era allontanata. Avevo sentito la sua mancanza subito, anche da drogato e mezzo svenuto. Avrei dovuto lottare di più, cercare di non farmi prendere da quel sonno improvviso per restare con lei più tempo possibile e magari anche impedendole di dirigersi verso la morte. E invece no, ero stato debole...
I miei pugni si appoggiano al pavimento. Ora dovrei tirarmi su, “andare avanti” come continuano a recitare tutti da una settimana, come se per loro fosse stato facile. Scott non si è ancora totalmente ripreso dalla morte di Alli e ci dovrei riuscire io, ora, dopo sette cazzo di giorni, dopo averne passi un migliaio con lei?
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Semplicemente vivi ||Stydia||
Short Story«Un'altro incubo?» mi sussurra, lasciandomi un bacio fra i capelli. «Ora non più.» * Faccio fatica a respirare. L'aria mi manca. Vacillo e mi aggrappo al tavolo di marmo tanto che le mie nocche si tingono di bianco. Un'altro attacco di panico A...