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Ti stavo aspettando.
Non lo sapevo ma ti stavo aspettando da una vita. Dicono che l'amore quello vero, quello che dura, lo puoi avere solo ad un certo punto, devi essere pronto, devi essere maturo e amarti tu per primo. Questo è quello che continuavo a dirmi mentre ti aspettavo, e pensavo a tutti i ragazzi della mia età che invece avevano l'amore. Non era possibile che fossero tutti più pronti di me. A un certo punto avevo capito che forse ero io che repellevo l'amore, la mia paura mi impediva di prendere davvero ciò che volevo, ma lo faceva in punta di piedi così da non farmene accorgere. Quando il mio cervello vedeva uno spiraglio, una possibilità, anche l'unica volta che ho provato a provarci davvero ad amare, il mio cervello faceva marcia indietro e mi diceva che no, non l'amavo e non avrei mai potuto.
Ci ho pensato tanto, ho aspettato tanto, dicono che l'amore lo trovi quando non te lo aspetti, e io invece lo aspettavo costantemente, quindi pensavo che non sarebbe mai arrivato.
Sarei sempre stata alla ricerca, sarei sempre stata senza. Viviamo a metà fra i modi di dire, tra "chi cerca trova" e "le cose le trovi quando non te lo aspetti".
Un controsenso.
E poi sei arrivato, è strano che da te non sia scappata, forse ero troppo stanca per correre, troppo assonnata, e ti ho lasciato entrare, tu che eri un sogno.
Penso sempre di essere trasparente, di essere capace a nascondere le mie emozioni ma alla fine perché farlo? Poi mi sono accorta che alla gente non interessava, mi sono accorta che la gente cerca solo chi li fa sentire bene, il che è così ovvio che non so nemmeno perché io ci sia rimasta male.
Sono strana, a me è sempre piaciuto essere diversa, ma ora che lo sono mi chiedo se forse esista un modo giusto e uno sbagliato di essere speciale. Forse lo sono nel modo sbagliato.
Non voglio fingere di essere qualcuno altro, non mi viene nemmeno bene. Vorrei solo che la gente si preoccupasse, che vedesse quando sono giù e arrivata a casa mi mandasse un messaggio per chiedermi cosa non va. Ma la gente cerca solo chi li fa sentire bene, e io non lo so fare. Dicono di non preoccuparti di cosa pensano gli altri, di essere semplicemente te stessa, però io vivo di questo. Io vivo di amore, di gente che si preoccupa, e vedere che a persone a cui non importa viene dato ciò che vorrei io senza chiederlo mi spezza il cuore. Ogni singola volta. Perché è più facile per qualcuno? Perché viene naturale qualsiasi cosa, stare in mezzo alla gente, stare da soli con una persona, stare e basta? Ci sono persone speciali a cui non importa piacere eppure solo come calamite per chiunque. Poi ci sono persone come me, che sono quelle che sono, provano a essere gentili, provano ad aprirsi, ad essere più estroverse. E nessuno si accorge quando sono giù. O forse a nessuno importa. Per questo, ti stavo cercando ma non ti aspettavo, almeno non mi aspettavo tu aspettassi me. Perché non ci sono abituata a essere quella che sta simpatica naturalmente, che attira l'attenzione, che smuove, che illumina. Io sono sempre stata quella accanto a lei.
Invece tu guardavi me, e mi porgevi la cuffietta come a dire "vieni con me, vieni nel mio mondo". Mi sono sempre sentita in una bolla, quelle persone che incontri e non ti lasciano nulla, sono belle da sentire sulla pelle ma non ti lasciano niente per aggrapparti, poi tu mi hai guardata, io ho guardato te e mi sono accorta che tu non eri fuori dalla bolla, ma ci eri entrato dentro. La tua bolla si è fusa con la mia. Ho pensato spesso di aver trovato persone, di aver legato, poi però erano nodi finti, quelli che fanno i prestigiatori nei trucchi di magia.
Ora sei qui, tra le mie braccia, mentre io scribacchio queste sciocche parole sul diario di bordo, e mi accorgo che non mi sono mai sentita così a casa. Il calore del tuo corpo mi è entrato nel polmoni, nel cuore, e non so farne a meno.
Ora anche io so come ci si sente.

testa fra le nuvole e piedi per terraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora