Un sogno impossibile

61 4 0
                                    




Respiravo l'aria di Milano, un'aria che sapeva di speranza e di desideri. Non avevo mai creduto nelle semplici coincidenze, quel giorno avevo una strana sensazione come se qualcosa dovesse accadere, magari il mio professore di tedesco si sarebbe deciso a mettere quel maledetto voto che aspettavo tanto, magari avrei ricevuto una promozione a lavoro oppure semplicemente mi sarei scontrata contro un ragazzo carino e avrei avuto una di quelle storie da film.

Un odore dolce di caffè mi invase le narici e mi risvegliò da quel piccolo stato di trance in cui ero caduta. " sono 2,50" disse la cameriera che mi rivolse un sorriso dolce, "milano non era di certo una città economica" pensai.

Pagai e mi sedetti nel mio solito angolino a rispondere alle email di lavoro e completare i compiti per l'università. Tutti i giorni sembravano ripetersi: entravo nel bar, leggevo le email, me ne tornavo a casa delusa e andavo a lavorare come segretaria in uno studio dentistico, luogo che oltretutto odio fin da quando ero bambina. Quel giorno però trovai una mail strana che mi fece balzare in piedi, l'indirizzo citava 'oneshot', una delle agenzie di recitazione più importanti di Milano. Scrollai velocemente e poi lo vidi, quel fascio di speranza, mi avevano selezionato per i provini!

"Mamma, voglio fare l'attrice!"

mia madre mi guardava scettica:"Non abbiamo i soldi per tenere questa casa e vuoi inseguire un sogno impossibile?! Non se ne parla tu andrai a lavorare nello studio di tuo zio e ci aiuterai."

Questa pseudo recita si ripeteva ormai ogni anno al mio compleanno, 8 agosto, quando mi chiedevano cosa avrei voluto o qual'era il mio desiderio e io rispondevo:"Un corso di recitazione."

Nessuno voleva ascoltarmi e sentire del mio presunto sogno impossibile, ma io ci credevo e ce l'avrei fatta; avrei provato a tutti che si sbagliavano.

A 18 anni, controvoglia, andai a lavorare in quello stupido studio ma avevo tenuto alcuni risparmi e mi ero iscritta a qualche corso, quelli più economici sotto i ristoranti cinesi, ma io mi divertivo e ogni volta capivo sempre di più che quello sarebbe stato quello che avrei voluto fare nella mia vita. Quando recitavo il mio battito accelerava, i miei occhi si illuminavano e sentivo le farfalle nello stomaco.

Con il tempo ero riuscita a trovare qualche provino ma avevo ricevuto solo rifiuti, ogni volta. Incassavo colpi che mi sembravano lame, aumentavano le mie insicurezze e alimentavano il vociare dei miei parenti.

Ma quando tutto sembrava perduto in quel bar, quella email mi salvò.

Tornai a casa euforica, preparai tutto perfettamente per il provino, che si sarebbe tenuto il pomeriggio stesso, e chiamai la mia migliore amica.

Io e Daisy eravamo amiche dalle elementari, una di quelle amicizie dove uno sguardo basta per comprendere l'altra, dove non ci si vede tutti i giorni ma si ha la certezza che l'una ci sarà sempre per l'altra contro tutto e tutti. Ma non è sempre stato tutto perfetto:

"prima o poi vi stancherete e non vi sopporterete più" "ehi, arriva la coppia delle strane" "attenti a quelle due dove stanno loro ci sono sempre casini" "ho sentito che la sorella di una delle due è una psicopatica in ospedale, magari lo è pure lei".

A scuola eravamo prese di mira e indubbiamente soffrivamo molto di questa situazione, anche se la maggior parte delle voci in giro erano false, solo per fare un esempio, la sorella di Daisy si era solo rotta una gamba ma non aveva nessun disturbo mentale.

Il telefono mi tremava tra le mani: "D, mi hanno presa"

"... COSA?!? e osi dirmelo così al telefono senza preavviso, la prossima volta che ti vedo te la farò pagare amica mia"

" come avrei potuto sei a NYC."

" solo fino al prossimo weekend, torno presto lo sai", si lo sapevo ma crederla in un altro stato mi spaventava, e se avesse trovato un'amica più simpatica o peggio un fidanzato e si fosse stabilita là?

" Cos'è questo silenzio E? La mia migliore amica diventerà un'attrice, la mia migliore amica diventerà un'attrice!"

"Calma, mi hanno solo preso al provino finale ma nulla è ancora sicuro"

"Spaccherai, ne sono sicura. Sei perfetta per quel ruolo e al massimo se ti va male mi raggiungi qua e andiamo in qualche locale sulla Fifth Avenue a divertirci!"

" E la tua sfilata?"

"Domani sera, speriamo non mi facciano sfilare con quelle ali enormi come al solito o potrei cadere."

"Sarebbe una scena fantastica, quanto vorrei essere lì a vederti."

Sì, mi mancava...

"Bene ora mi chiamano, vai a quel provino e non mi deludere."

"Non lo farò."

Chiusi la chiamata, presi le ultime cose e mi diressi all'indirizzo riportato sulla mail, e se fosse andata finalmente bene?

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

spazio autrice: questa è la mia prima storia, spero vi piaccia, se avete suggerimenti o altro scrivetemi pure.

Sarà destino?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora