7. In cui ci allontaniamo per un attimo dal mondo maschile

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6 maggio 1976, ore 13:35

«Cinquanta punti!» esclamò Lily gesticolando adirata nell'aria. Era sdraiata sul suo letto e la testa pendeva leggermente dal bordo in una cascata di boccoli rossi. «Non ci posso credere che ci abbiano fatto perdere cinquanta punti!».

Quando Lily si arrabbiava con Potter e la sua banda noi altre badavamo bene a tenere la bocca chiusa se non venivamo interpellate, perché quella ragazza sapeva essere spaventosa in certi momenti.

«Ho passato otto dannatissimi mesi a studiare persino le didascalie nelle foto della Gazzetta del Profeta, ho fatto guadagnare quasi cento punti alla nostra casata a furia di risposte alle domande dei professori e lui che fa? Si trattiene ed evita di vanificare il mio duro lavoro? No, non sia mai, lo butta nel cesso tanto gli importa».

Si era alzata in piedi e camminava in fretta da un estremo all'altro del dormitorio femminile, la fronte corrucciata per la rabbia e la frustrazione.

Fece un bel respiro profondo. «Va bene, la Coppa delle Case è irrecuperabile. Quindi sarà meglio che quell'arrogantissimo rospo trovi il modo di vincere almeno a Quidditch, sperando che la McGranitt non lo abbia fatto ritirare».

Marlene, seduta affianco a me nel letto, intervenì: «Oh no, non lo ha fatto ritirare. Da quel che ho capito hanno dovuto passare la giornata nei Sotterranei a fare non so che cosa».

«Frank mi ha detto che James gli ha detto che hanno lucidato tutti i calderoni dell'aula di Pozioni» spiegò Alice, in piedi d fronte alla finestra, masticando una gomma alla zucca. 

«Gli sta proprio bene» commentò Lily soddisfatta «mi dispiace solo che il povero Remus ci sia finito in mezzo». Assentimmo tutte.

«Comunque, ultimamente quei quattro si stanno comportando in modo strano» dissi io in tono perplesso «sembrano una sorta di setta: confabulano per ore sopra una vecchia pergamena stropicciata, escono nel cuore della notte e si sono dati tipo dei soprannomi».

Le ragazze mi diedero ragione ed Alice aggiunse: «Anche Frank lo ha notato, dice che ora hanno dei nomi in codice. Qualcosa come Felpetto e Rametto e non ricordo che altro».

Lily, appoggiandosi sui gomiti, sospirò: «Sono sempre stati strani» disse «e pieni di segreti».

Era verissimo, molte cose riguardo a loro erano tempestate di punti interrogativi. «Esatto, qualcuno ha capito come facciano a non farsi beccare quando sgattaiolano fuori nel cuore della notte? In giro ci sono i Capi-scuola per le ronde, i professori di turno, Pix, Gazza e la sua gatta rognosa. Come se non bastasse, non è che loro si distinguano per la loro abilità a fare silenzio» feci notare.

A quanto pare nemmeno Frank sapeva nulla, perché Alice, la più informata su ogni singolo pettegolezzo, alzò le mani e scosse la testa.

Speravo che l'argomento fosse stato accantonato, ma evidentemente Lily doveva liberarsi di una notevole quantità di energia negativa. Infatti, riprese indignata: «Ma poi lo avete sentito l'altra sera? Dopo l'acquazzone che ha fatto piombare al chiuso, ha avuto il coraggio di dire "Se il tuo letto è inutilizzabile, forse il mio si è salvato"».

Scoppiamo a ridere, seguite a ruota da lei. «Ci è mancato poco che lo schiantassi lì. Che idiota».

Io e Marlene ci scambiammo un'occhiata eloquente senza farci vedere da Lily, ed Alice fece lo stesso trattenendo un sorrisetto.  La diretta interessata intercettò ogni cosa ed esclamò: «No! E' fuori questione. Non guardatemi così».

Marlene sorrise. «Però devi ammettere che crescendo è diventato piuttosto carino» disse con un punta di delicata malizia diretta alla nostra amica. Lei non negò, ma col sorriso sulle labbra sbuffò facendoci segno di tacere.

Io scoppiai a ridere e imitai: «Ehi, Evans» mentre mi passavo teatralmente una mano tra i capelli. Subito Marlene seguì io mio esempio: «Ehi, Evans» disse mandandole un bacio, seguita da Alice che, ripetuta la formula magica, le strizzò l'occhio.

Lily, impercettibilmente arrossita, scoppiò a ridere. «Siete delle grandissime oche» ci rimproverò bonaria «non mi interesserei a Potter nemmeno per tutti i galeoni della Gringot. Sapete che ho altro a cui pensare».

Alludeva, la bugiarda, a quel ragazzo schivo e cupo con cui si ostinava ad uscire dal primo anno, Severus. Dovevano essere amici d'infanzia o qualcosa del genere. L'anno prima ci aveva detto di avere una cotta per lui, ma nessuna di noi credeva fosse qualcosa di più di una lunga amicizia.

«Se lo dici tu» ridacchiò Alice.

Lily roteò gli occhi, ribattendo: «Sì, lo dico io. Comunque, mi rifiuto di aprire un altro manuale di Incantesimi» disse «propongo di sfruttare il bel tempo».

Alice si unì a lei, mentre io e Marlene ci lanciammo uno sguardo di nascosto. «Ehm» iniziai io «vi di spiace se noi passiamo? Marlene aveva promesso di darmi una mano a ripassare». Non era vero, affatto, ma potevo usare a mio favore i votacci che Flinch mi aveva rifilato nell'ultimo mese.

Lily ed Alice non sembrarono sospettare di nulla. Infatti la seconda disse: «Nessun problema, chiederemo a Mary se ha voglia». Ciò detto, uscirono dal dormitorio chiudendo la porta alle loro spalle.

Marlene si lasciò andare in una risata. «Bene, vado a prendere il libro?» domandò per il semplice gusto di torturarmi. Mi sorrise ed io la trovai splendida: gli occhi scuri brillavano nel suo sguardo ed il viso era circondato da ciocche bionde sfuggite allo chignon che aveva bloccato con la bacchetta.

Prima che potesse dire altro, coprii la sua bocca con la mia, portando una mano sul suo fianco per avvicinarla a me. La sentii sorridere sulle mie labbra mentre assecondava il mio gesto.

«Decisamente meglio di Incantesimi» commentai io, persa nell'adorante contemplazione della mia ragazza.

La storia era iniziata quasi un anno prima, quando James ci aveva fatto entrare in squadra e noi due diventammo le uniche frequentatrici dello spogliatoio femminile. Dopo qualche breve tira e molla iniziale (causato soprattutto da quel cretino di Black), avevamo raggiunto stabilità di coppia, nell'assoluto segreto perché gli anni '70 non erano clementi nemmeno nel mondo magico. 

Nessuna delle nostre compagne sapeva nulla e non ci saremmo fatte scoprire finché Marlene non avesse deciso che era giunto il momento. Io non ci tenevo più di tanto a tenere tutto nascosto, ma non volevo insistere.

Mi incantò con un altro sorriso. «Sei in mezzo a profondi pensieri?» domandò scherzosamente. Io mi riscossi dai miei pensieri e la strinsi forte a me, affondando il viso nell'incavo del suo collo.

Rimanemmo in quella posizione a lungo, fino quasi ad addormentarci, beate. Ci godevamo il contatto l'una dell'altra, senza sapere che poche ore dopo Lily sarebbe tornata nel dormitorio, in lacrime.

🏳‍🌈Spazio autrice 🏳‍🌈

Devo aver scritto questo capitolo più di un anno fa e un po' mi commuove, fosse soltanto perché non avevo mai avuto il coraggio di scrivere una scena saffica (high five to my closeted ass). Lunga vita alla Dorlene, amic*. 

Grazie per l'attenzione:)

-Linda💫

ʙᴜᴛᴛᴇʀʙᴇᴇʀ ғɪᴇʟᴅs ғᴏʀᴇᴠᴇʀ [ᵐᵃʳᵃᵘᵈᵉʳˢ ᵉʳᵃ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora